MILANO: PIERO FORNASETTI – CENTO ANNI DI FOLLIA PRATICA

| 11 gennaio 2014
Fornasetti 2

Piero Fornasetti (Milano, 1913-1988) è stato un pittore, scultore, decoratore d’interni, stampatore di libri d’arte, designer e creatore di oltre undicimila oggetti, di scenografie e di costumi, organizzatore di esposizioni e di iniziative a livello internazionale. La fondamentale lezione che si ricava dalla sua opera è   il rigore, accompagnato da un’intensa fantasia, un elegante velato humour; le sue opere spesso furono prodotte in singoli esemplari. Le muse ispiratrici della sua arte (esordì come pittore) furono Piero della Francesca, Giotto, le pitture pompeiane, gli affreschi rinascimentali e la pittura metafisica, dalla quale non smise mai di attingere. Dal 1933 inizia la sua partecipazione alle Triennali di Milano con una serie di foulard di seta stampata. Nel 1940 (in occasione della VII Triennale) incontra Gio Ponti, con cui avrà un lungo periodo di collaborazione ed inizia a pubblicare anche le proprie opere sulle riviste di design           ed architettura “Domus” e “Stile”; dal 1940 al ‘42 disegna i lunari su commissione di Gio Ponti stesso;     nel 1942 affresca a Padova il Palazzo del Bo; dal 1943 al 1946 si rifugia in Svizzera dove realizza manifesti e litografie per eventi teatrali e riviste; nel 1950 decora anche gli interni del Casinò di Sanremo e la pasticceria “Dulciora” di Milano; dà vita a “Sole”, una sedia molto geometrica e stilizzata in legno laccato decorata con un disegno raffigurante un sole intero sulla seduta e mezzo sole sullo schienale. Nel 1952 decora gli interni del transatlantico “Andrea Doria” e dell’omologo “Conte Grande”; dal 1955 al 1958 si dedica alla creazione della “Stanza Metafisica”; nel 1970 dirige, assieme ad un gruppo d’amici, la Galleria dei Bibliofili, dove espone sia la sua produzione che quella di artisti contemporanei. Dopo la morte di Gio Ponti nel 1979, l’anno seguente apre il negozio “Tema e Variazioni” a Londra, facendo rivivere l’interesse per i propri lavori anche all’estero dove era già largamente conosciuto; nel 1987 realizza, in collaborazione con Patrick Mauries, un libro su tutte le opere in suo possesso. Ci lascia nell’Ottobre del 1988; da allora il figlio Barnaba continua con entusiasmo parte dell’attività del padre. “Ricordo che ai tanti che gli chiedevano di descrivere e raccontare i suoi oggetti, lui rispondeva che sono i suoi stessi oggetti che parlano per lui.” Con queste parole, proprio Barnaba, ha sintetizzato l’attività lavorativa e la personalità del padre artista alla presentazione della mostra che la Triennale di Milano (e dove, se no!) e, nello specifico, il Triennale Design Museum ha dedicato a Piero Fornasetti in occasione del centenario della nascita, la prima grande ed inedita in Italia, con un allestimento straordinario. Questa è stata altresì l’occasione per presentare il volume pubblicato da Corraini Editore; sia questo che la rassegna, entrambi curati da Barnaba, sono stati pensati con l’intento di rendere omaggio  a questa figura eclettica e singolare per evidenziarne l’importanza e ricollocarla correttamente nell’ambito del dibattito critico e teorico sull’ornamento come elemento strutturale del progetto.  L’esposizione si suddivide per macro-temi che partono dagli esordi pittorici (si deve ricordare che Fornasetti ha iniziato da giovane come stampatore di litografie per grandi artisti come De Chirico, Manzù, Campigli, ecc.), all’incontro con Gio Ponti e ai fruttuosi anni Cinquanta e Sessanta per arrivare alle sue ultime creazioni degli anni Ottanta, in pratica fino alla sua morte. Tra le tante particolarità spicca certamente lo spazio dedicato alla sua icona intramontabile, la famosa cantante lirica Lina Cavaliere;  il volto fu trovato da Fornasetti in un vecchio giornale e divenuto negli anni una sorta di alter-ego e ‘marchio di fabbrica’ per le creazioni definite “Tema e Variazioni”:  una cascata di piatti appesi e di altri oggetti di uso quotidiano, come leggilibri, posacenere, tavolini, eccetera. Non amava essere definito designer, preferiva invece essere avvicinato ad un modello ‘senza tempo’, ad una figura rinascimentale che lavora in una bottega di artisti ed artigiani. Una delle sale più coinvolgenti è quella dedicata ai vassoi, uno scenografico allestimento di oltre un centinaio di pezzi con i loro 460 decori. “Mi reputo anche l’inventore del vassoio, perchè per un certo momento della nostra civiltà non si sapeva più come porgere un bicchiere, un messaggio, una poesia. Sono nato in una famiglia di pessimo buon gusto e faccio del pessimo buon gusto la chiave di liberazione della fantasia”.  Geniale anche il settore del “Paraventi”, uno degli oggetti preferiti di Fornasetti che, dalla fine degli anni Quaranta, inizia a decorare creandone 65. Egli riesce a trasformare un elemento normalmente usato nelle “case di piacere” in una raffinata struttura architettonica mobile. Il paravento “Stanza metafisica” del 1958, costituito da 32 pannelli, può essere ripiegato a formare uno spazio chiuso, destinato, nelle intenzioni di Fornasetti, alle meditazione.

Triennale di Milano, Viale Alemagna 6, Milano; Fino al 9 Febbraio 2014;

Orari: martedi-domenica; 10.30-20.30; giovedi 10.30-23; Tel. 02-724341; www.triennale.org

 

Tags:

Commenti

Salvato in: MOSTRE
×