Milano – NANNI BALESTRINI – “Vogliamo tutto”. Opere anni ’70 e ’80

| 25 gennaio 2017
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Balestrini - Mudima 2“Come una frenata sull’orlo dell’abisso – con cascate di parole, immagini e pensieri – si inchioda la produzione visiva di Nanni Balestrini degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso.” Con queste parole, Manuela Gandini introduce la mostra da lei curata ed attualmente in corso alla Fondazione Mudima, dedicata ad uno dei più singolari artisti del nostro tempo. Circa 200 opere inedite, di dimensioni variabili (dai collage A3 alla grande tela di 700×500 cm) ricostruiscono in questa storica sede l’atmosfera sociale e politica degli anni di piombo e di quelli reaganiani. Dal cupo susseguirsi di parole pesanti, piene di petrolio e inquietudine, ai più colorati e apparentemente leggeri collage e gouache degli anni Ottanta. Il primo è il decennio dei movimenti antagonisti, del femminismo, della psichedelia, del terrorismo e degli scontri. Con il 1979 si inaugura la pesante ondata di repressione per la quale Balestrini ed altri intellettuali si trasferiscono in Francia. Il suo lavoro – una lenta preparazione al film più lungo del mondo: “Tristanoil”, (2010) – è senza mediazioni e senza giudizio. Se da un lato, i sacchetti di plastica spiegazzati e ricomposti dall’artista incarnano una fugace idea di pro-gresso, i titoli dei quotidiani la disintegrano immediatamente perché i fatti vanno per conto proprio. La visione di “Vogliamo Tutto” (titolo espropriato al libro cult di Balestrini (1971) che ispirò intere generazioni con la storia dell’operaio Alfonso) è la sintesi delle illusioni umane e dell’incontrastato potere della rappresentazione mediatica. Le frasi e le lettere sminuzzate sono apocalittiche e leggere a un tempo. Con una buona dose di veggenza, questi lavori anticipano l’avvento della virtualità e delle sue insidie. I collage neri o a colori, con foto di cronaca, pubblicità, paesaggi o con opere di storia dell’arte, contengono tutti un enigma. Riportano ai rebus duchampiani, ai proclami futuristi, alla nevrosi immaginifica di Nam June Paik. I personaggi degli anni Settanta – da Elvis Presley a Enrico Berlinguer, da Marlon Brando a Leonid Ill’c Breznev – si stagliano sull’enorme parete del primo piano, come decori di un grande arazzo euroasiatico. Sono i semi dell’eredità contemporanea. Le parole fatte a pezzi sono invece echi di emozioni umane. Di un mondo che evolvendo involve ma – pronunciando con flebile voce l’espressione “vogliamo tutto” (da qui il titolo dato all’esposizione) – non si rassegna. Contemporaneamente alla mostra è stato presentato il secondo volume delle poesie complete di Nanni Balestrini dal titolo “Le avventure complete della signorina Richmond” (Edizioni DeriveApprodi) dedicato agli anni ‘70 e ‘80. Alcune note biografiche.   Nanni Balestrini (Milano, 2 luglio 1935) è un poeta, scrittore e saggista italiano, attivo anche nel campo dell’arte visiva. Ha fatto parte della neoavanguardia e degli scrittori intorno all’antologia I Novissimi, precursori del “Gruppo ’63”. La sua vasta produzione comprende, fra l’altro, poesie sperimentali e romanzi politicamente riguardanti le lotte degli anni Sessanta e il successivo decennio, i noti “anni di piombo”. Sugli argomenti degli anni settanta ha scritto anche il saggio “L’orda d’oro” in collaborazione con Primo Moroni (Sugarco 1988). Il saggio verrà ristampato più volte da Feltrinelli con l’aggiunta di ulteriori contributi di Umberto Eco, Toni Negri, Rossana Rossanda e molti altri. Ha contribuito alla nascita di riviste quali “Il Verri”, “Quindici”, “Alfabeta”, “Zoooom”, “Azimuth”. Edoardo Sanguineti, scrisse un saggio “Come agisce Balestrini” (1963), in “Id. Ideologia e linguaggio, nuova edizione”, Milano, Feltrinelli, 2001.

Fondazione Mudima – Via Tadino 26, Milano; fino al 31 Gennaio 2017; Orari: da lunedì a venerdì 11-13 e 15-19; Tel. +39 02 29 40 96 33; www.mudima.net

Fabio Giuliani

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