Milano – MUDEC Museo delle Culture

| 15 settembre 2015
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Una nuova realtà milanese

Il progetto del Museo delle Culture ha origine negli anni 1990 quando il Comune di Milano acquista la zona ex industriale dell’Ansaldo per destinarla ad attività culturali. Le fabbriche dismesse, veri e propri monumenti di archeologia industriale, sono state trasformate in laboratori, studi e nuovi spazi creativi. Ci troviamo in Via Tortona, zona epicentro del Fuorisalone del Mobile che annualmente, intorno a metà Aprile caratterizza innumerevoli eventi durante la settimana del Design, e proprio di fronte al Superstudio Più, la vasta struttura, punto focale delle diverse esposizioni legate alla creatività internazionale. Il MUDEC è luogo d’incontro fra le culture e le comunità. All’interno dell’edificio si sviluppano diversi spazi che offrono al visitatore e alla città una molteplicità di proposte culturali e di servizi, distribuiti su 17.000 mq. L’area espositiva del Museo, al primo piano, si sviluppa intorno ad una grande piazza centrale coperta ed ospita la sezione del percorso museale con le opere della collezione permanente e le sale dedicate alle grandi mostre temporanee; sono state appunto due esposizioni da poco terminate ad avere caratterizzato l’inaugurazione ufficiale di questo complesso: “AFRICA. LA TERRA DEGLI SPIRITI”, curata da Ezio Bassani, Lorenz Homberger, Gigi Pezzoli e Claudia Zevi, presentava 270 opere che illustravano i diversi sguardi con i quali la cultura occidentale si è posta dinnanzi alle espressioni plastiche dell’Africa. La seconda, “MONDI A MILANO. CULTURE ED ESPOSIZIONI 1874-1940” descriveva come la città di Milano abbia accolto e divulgato al grande pubblico le diverse culture non europee nel corso dei suoi più rilevanti eventi espositivi: dalle mostre di arti industriali nella seconda metà dell’Ottocento sulla stregua delle internazionali Esposizioni Universali, fino alla loro riformulazione nelle Biennali e Triennali degli anni Venti e Trenta del Novecento. Il prossimo 28 Ottobre avranno inizio tre mostre molto diverse tra loro, ma ricche di rispettive suggestioni: anticipiamole in sintesi. Innanzitutto, un vero evento per Milano da non perdere: “GAUGUIN. RACCONTI DAL PARADISO”, prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 Ore (Ente gestore fin dall’inizio dell’intero progetto MUDEC) in collaborazione con Ny Carlsberg Glyptotek, curata da Line Clausen Pedersen e Flemming Friborg (rispettivamente curatrice del Dipartimento di Arte Francese e Direttore della Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen) presenterà circa 70 opere opere provenienti da 12 musei e collezioni private internazionali, insieme ad artefatti ed immagini documentative dei luoghi visitati dall’artista che permetteranno di riconoscere ed analizzare le fonti figurative di Paul Gauguin, che spaziano dall’arte popolare della Bretagna francese all’arte dell’antico Egitto, da quella peruviana delle culture Inca passando per la cambogiana e la javanese, fino ad arrivare all’arte, alla vita e alla cultura polinesiana. E’ proprio attraverso il confronto tra alcuni capolavori dell’artista e le sue fonti d’ispirazione che la mostra intende dimostrare il suo approccio peculiare e originale al “primitivismo”. (Fino al 21 Febbraio 2016) “BARBIE. THE ICON”. “Barbie”, sicuramente la bambola più famosa del mondo, è il simbolo della donna moderna, emancipata, capace di essere se stessa in ogni situazione, in ogni cultura ed in ogni Paese. Molto di più di un semplice giocattolo, da giovani mani di bambine vestito e svestito, idealmente “accoppiato” con “Ken”, il suo corrispondente al maschile, Barbie è l’icona della contemporaneità, imitata, idolatrata, studiata, collezionata e trasformata da Andy Warhol in un’opera d’arte fuori dal tempo. Come ogni opera d’arte anche Barbie è però fedele al proprio tempo, si rinnova, si trasforma, e per questo rimane l’interprete del gusto e dello stile di ogni periodo storico. La mostra a lei dedicata si articolerà in sette sezioni comprendenti oggetti, immagini, video e suggestioni dell’unica bambola diventata una “leggenda vivente” fin dal 1959, anno della sua comparsa, da parte della Mattrel, azienda leader per i giochi dedicati all’infanzia, anche perchè fonte di ispirazione per fashion designer e grandi artisti. (Fino al 13 Marzo 2016). Passiamo a “A BEAUTIFUL CONFLUENCE – Anni e Josef Albers e l’America Latina”, mostra che presenta la produzione di due artisti annoverati tra i principali pionieri del modernismo del ‘900 posti in correlazione con gli oggetti precolombiani da loro raccolti con passione dal loro trasferimento in America nel 1933 fino alla morte di Josef nel 1976. Insegnante, designer e pittore, la sua ricerca sulla teoria dei colori influenzerà a lungo il modo di vedere e lavorare in ogni campo visivo; Anni, disegnatrice di tessuti, tessitrice e scrittrice è considerata da molti come la più innovativa ed influente artista tessile del XX secolo.   Nati in Germania e cresciuti professionalmente nell’ambito della Bauhaus, si trasferiscono negli Stati Uniti nel 1933, costretti dal regime nazista. In quegli anni riscoprono i tesori Maya e Inca che avevano ammirato al Museum für Völkerkunde di Berlino e trovano nel Messico una seconda casa in cui dedicarsi e immergersi completamente nel loro lavoro, scoprendo un paese dove “l’arte è ovunque”. Per Anni gli antichi tessuti precolombiani scoperti nelle Ande, la cui tradizione artistica si è tramandata dall’antichità al presente, diventano un eccezionale motivo di ispirazione. Josef, invece, trova grandi stimoli per lo sviluppo del suo linguaggio visuale nell’incontro con le sculture Maya dell’antico Messico. Con poche risorse, gli Albers accumulano una ricca collezione di reperti archeologici, creando un legame fortissimo tra quanto acquisito e le loro opere. La mostra è collocata naturalmente e simbolicamente accanto alla sala finale del percorso espositivo del Mudec, dedicata appunto al collezionismo del Novecento. Ma la stessa data d’inizio delle mostre sopra descritte segnerà anche l’apertura al pubblico dell’esposizione permanente del MUDEC, con prestigiosi pezzi finora conservati nei depositi della struttura e visitabile solo su prenotazione. Le collezioni etnografiche civiche, la cui formazione si può far risalire al XIX secolo, sono il frutto di oltre duecento anni di donazioni di missionari, esploratori, studiosi e collezionisti milanesi. Le più antiche sono i lasciti a diversi enti pubblici milanesi quali il Museo Patrio Archeologico di Brera, il Museo Artistico Municipale e il Museo di Storia Naturale, le più recenti giunte con il concretizzarsi del progetto del Museo delle Culture.

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Il patrimonio delle Civiche Raccolte di Asia, Africa, America e Oceania nonché il cuore del Museo delle Culture è formato da 7.000 oggetti che coprono un arco cronologico che va dal 1200 a.C. al Novecento. Per maggiori dettagli e tutte le informazioni riferirsi al sito Internet ufficiale www.mudec.it .

MUDEC MUSEO DELLE CULTURE – Via Tortona 56 Milano; Tel. 02 54917

Fabio Giuliani

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