Milano – MONO-HA (“La scuola delle cose”)
Antesignane eccellenze dell’arte giapponese contemporanea
La Fondazione Mudima, diretta da Gino Di Maggio, è la prima Fondazione italiana costituita per l’arte contemporanea. Nasce all’inizio del 1989 con lo scopo di realizzare un programma articolato dedicato alle esperienze internazionali nel settore dell’arte visiva, della musica e della letteratura attuale. È un’istituzione senza fine di lucro e non svolge attività mercantile. Ha organizzato nel suo spazio milanese varie mostre personali di artisti di grande rilievo come Yoko Ono, Marcel Duchamp, Nam June Paik, Joseph Beuys, Arman, César, Piero Manzoni, Daniel Spoerri, Ben Vautier, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Enrico Baj. La lunga collaborazione con musicisti come John Cage, Daniele Lombardi, La Monte Young e Giuseppe Chiari ha permesso di organizzare numerosi concerti in Italia e all’estero, come il Polyphonix Festival (Milano-Parigi 1984-1990), Il Fluxus & Fluxus Festival (Milano, 1996) o l’esposizione su Cage alla Biennale di Venezia nel 1993. L’istituzione ha intrapreso da diverso tempo un progetto culturale di grande respiro volto ad intensificare il rapporto tra l’Italia e i Paesi dell’Estremo Oriente. Risale esattamente a vent’anni fa, la mostra “Asiana”, curata da Achille Bonito Oliva in collaborazione con la Fondazione Mudima a Venezia nel 1995, che portò all’attenzione internazionale l’esperienza creativa e la ricerca di Mono-Ha, gruppo di dieci artisti giapponesi attivi tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi dei Settanta (1968-1974). Quella mostra ha dato il via tanto a una riscoperta dell’attività degli artisti coinvolti, quanto a un ricollocamento critico di quella esperienza nel quadro storico artistico di quel periodo, provocando un inevitabile confronto con l’Arte Povera da una parte e con il Minimalismo e la Land Art dall’altra. La rivalutazione critica di Mono-Ha è oggi uno degli argomenti più attuali del dibattito sull’arte contemporanea, come hanno dimostrato alcune recentissime mostre, tra cui “Prima Materia”, tutt’ora in corso presso la Punta della Dogana a Venezia, sede permanente della collezione di Francois Pinault, la mostra dedicata a Mono-Ha dal museo d’arte contemporanea di Dallas, la nascita di un museo, sempre a Dallas, che raccoglie le opere della collezione Rachofsky, la presenza in permanenza di installazioni Mono-Ha nelle sale della Tate Modern di Londra e i futuri progetti espositivi dello Hirshhorn Museum di Washington e del MOMA di New York. Mono-Ha, con la sua sensibile attenzione al mondo industriale da una parte ed alle dinamiche naturali dall’altra, costituisce un esempio imprescindibile per l’evoluzione attuale dell’arte contemporanea e delle tematiche artistiche legate all’ecologia e all’ambiente. La Fondazione Mudima, essendosi occupata di Mono-Ha fin dagli inizi degli anni Novanta, possiede una collezione di opere già presenti in Italia, la maggior parte di esse documentate sul catalogo della mostra “Asiana”, disponibili per un progetto espositivo di rilievo internazionale. Il termine Mono-Ha si può tradurre con “La scuola delle cose” e fa riferimento all’utilizzo da parte dei suoi interpreti di materiali semplici, sia naturali che provenienti dalla produzione industriale, presentati quasi “a nudo”, senza essere alterati nella propria essenza dall’intervento umano. Tessuti, rocce, legno, carta, corde, vetro predominano nelle installazioni presenti nell’attuale esposizione alla Mudima, tutti materiali usati per comunicare al pubblico un un nuovo modo di guardare e comprendere la realtà circostante guardando oltre l’apparenza. Gli artisti Mono-Ha sono: Nobuo Sekine, Lee Ufan, Koji Enokura, Katsuro Yoshida, Noboru Takayama, Noriyuki Haraguchi, Katsuhiko Narita, Kishio Suga, Susumu Koshimizu e Jiro Takamatsu. Come ha scritto Lee Ufan, uno degli artisti e il teorico del gruppo: “In verità il lavoro dell’artista, invece di dar pace alla mente e serenità alla gente, è tutto volto ad esplorare in che misura lo sguardo della gente possa essere distolto dalle cose che essi hanno sempre creduto essere la realtà”. Questa espressione artistica è considerata dalla critica una delle principali espressioni dell’arte contemporanea giapponese del secondo Novecento. Catalogo a cura della Fondazione con testi di Gino Di Maggio, Achille Bonito Oliva, Masahiro Aoki, Kyoshi Okada, Yasuyuki Nakai. Questa esposizione è nata con il Patrocinio di EXPOMILANO2015 e The Japan Foundation.
Fondazione Mudima – Via Tadino 26, Milano; Tel. +39 02 29 40 96 33; www.mudima.net Fino al 30 Settembre 2015; orari: dal lunedì al venerdì 10.30 e 15-19.30; Ingresso libero
Fabio Giuliani
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