Milano – MODIGLIANI ART EXPERIENCE

| 5 ottobre 2018
Modigliani Art Experience 01

Evocazione di un mondo

Un nuovo modo di promuovere l’arte!                                                                                                                                                                                 Su Amedeo Modigliani (1884-1920) già nel corso della sua esistenza, privata e lavorativa, si è detto e scritto di tutto…poi, nel tempo, ripetuti ritrovamenti di diari, documentazione varia, la critica nostra ed internazionale ha potuto mettere a fuoco la figura complessa di questo pittore e scultore che ha senza dubbio caratterizzato la vicenda artistica nei primi anni del ventesimo secolo. In particolare dai parigini chiamato Modì, data la sua prevalente attività nella “Ville Lumière”, per questo fu inserito dalla critica – unitamente ad altri colleghi – nel gruppo degli “Italiens de Paris”. Negli anni si sono tenute in tutto il mondo rassegne monografiche celebrative di taglio differente di volta in volta, tra capolavori, anche rivisti più volte, e periodiche novità, sia in fatto di opere inedite o documentazione letteraria, biografica. Nell’ambito del palinsesto artistico culturale che il Comune di Milano dedica quest’anno al Novecento italiano, il MUDEC-Museo delle Culture propone un’esperienza artistica unica attorno all’artista e al personaggio Modigliani, un suggestivo “racconto” costituito da immagini, suoni, musiche, sovrapposizioni, attraverso le quali i visitatori possono vivere un’esperienza culturale ed emozionale al tempo stesso. Questa mostra, prodotta da 24 ORE Cultura (Ente che gestisce gli eventi in questi spazi), promossa dal Comune di Milano-Cultura, con il supporto scientifico dei conservatori del MUDEC e del Museo del Novecento di Milano, ideata da Crossmedia Group e curata da Francesco Poli, si propone come un vero e proprio excursus multisensoriale offrendo al visitatore la scoperta della sua cifra artistica e l’influenza che il primitivismo in particolare la scultura africana, egizia e cicladica, ebbero sul suo lavoro; una vita da “bohémien” nella sua esistenza da esule livornese nella Montmartre e nella Montparnasse dei primi del Novecento.    Il percorso di visita inizia con pezzi autentici in una “sala scrigno” introduttiva che ospita alcuni capolavori di arte primitiva africana del XX secolo provenienti dalla collezione permanente del MUDEC e tre ritratti di Modigliani provenienti dal Museo del Novecento di Milano, che permettono al visitatore di avere sott’occhio in un unico ambiente quei modelli artistici di arte primitiva che il genio livornese ebbe senz’altro a ispirazione per la sua arte, come il confronto diretto con i ritratti accostati nella stessa sala permette di cogliere. Quindi virtualmente si ripercorre la vita dell’artista dalla nativa Livorno, alla sua formazione attraverso viaggi culturali in Italia (Firenze e Venezia), all’approdo a Parigi in un ambiente artistico d’avanguardia fino alla sua morte prematura. Attraverso questo filo cronologico conosciamo i suoi mecenati e mercanti, le amicizie con letterati ed artisti dell’epoca, i suoi amori, in particolare Jeanne Hebuterne. Fondamentale – avverte il curatore – è notare due influssi nel “primitivismo” del Maestro che emergono dal racconto: uno di matrice internazionale proveniente dalla produzione di popoli nativi e l’altro derivante dai primitivi italiani del ‘200/’300 e più in generale dai grandi “Classici”. Personalmente mi basta coricare la “Venere” del Botticelli per vedervi il riflesso in uno dei suoi famosi “nudi”. D’altra parte, come afferma Oreste Marini in un suo studio, “i grandi pittori furono e sono sempre grandi indagatori del genio dei loro contemporanei e dei loro predecessori”. Accanto all’arte di Modigliani vediamo foto d’epoca con personaggi a lui legati e i luoghi-simbolo accompagnate da una colonna sonora con le sue preferenze, fra cui arie di Verdi e Puccini, che egli stesso cantava dipingendo, nonché la recitazione di brani a memoria della “Divina Commedia” per dedurre quanto egli amasse essere italiano anche se aperto al mondo. E’ dunque il MUDEC la sede appropriata per questa mostra, e, sono d’accordo con il curatore, che questi progetti multimediali siano utili per avvicinare il grande pubblico, soprattutto giovane, ai grandi dell’arte sollecitando la curiosità a conoscere le opere originali, qui proposte in meno di un’ora in alta definizione. L’iniziativa è corredata da un catalogo di 24Ore Cultura, tanto particolare quanto la mostra stessa, comprendente interviste a persone che avevano frequentato Modì specie nel periodo a Parigi; e con la citazione riportata sulla sua retro-copertina, a mio avviso molto pertinente, terminiamo il resoconto: “Non è Modigliani che ha distorto e allungato i volti e i colli, non è lui che ne fa emergere le asimmetrie, che gli ha cavato gli occhi. Tutta è avvenuto nel suo cuore.” (Jean Cocteau) Questo commento è infatti la summa della sua poetica ritrattistica: a Paul Guillaume che gli chiese: “Perché mi hai ritratto con un occhio chiuso e uno aperto?” Modigliani rispose: “Perché con un occhio guardi il mondo, con l’altro guardi dentro te stesso.”

Museo delle Culture – Via Tortona 56, Milano; fino al 4 Novembre 2018; Orari: lunedì 14.30-19.30, martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9.30-19.30, giovedì-sabato 9.30 – 22.30 (ultimo ingresso un’ora prima); Infoline e prevendita: Tel. 02 54917                     (lunedì-venerdì 10-17); www.mudec.it

Fabio Giuliani

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