Milano – “LIVE WINE” 2018 – Salone Internazionale del Vino Artigianale

| 9 marzo 2018
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Eccellenze vitivinicole italiane…e anche un po’ dall’estero

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Vino “artigianale”! Ma di cosa si tratta esattamente? Diamo in sintesi alcuni ragguagli…È prodotto e imbottigliato da chi lo segue personalmente in vigna e in cantina. Viene da un vigneto che non è stato trattato con prodotti chimici di sintesi. L’uva da cui proviene è stata vendemmiata manualmente. Non contiene additivi non indicati in etichetta.                                                                                                  Le varietà di vitigni. In questo in Italia siamo veramente privilegiati perché possediamo una quantità di varietà autoctone che forse solo il Caucaso, dove il vino è nato 7000 anni fa, può superarci. Se poi aggiungiamo quelle francesi, quelle spagnole, portoghesi, tedesche, austriache, slovene ecc. vediamo che la varietà di vini che ne viene fuori è immensa.                                                                                               Le varietà di gusto. Ogni vino è un mondo a sé, un’esperienza particolare che non deve essere concepita a tavolino per piacere a tutti, ma un insieme di fattori che includono il vitigno, il suolo, il clima, il microclima, l’annata, il momento della vendemmia, le scelte di lavorazione in cantina, perfino la personalità di chi lo produce. Ogni fattore ne determina le caratteristiche finali.                                           Il vino realizzato in questo modo non è un semplice prodotto, ma un alimento vivo accompagnato nella sua trasformazione da un artigiano che non utilizza additivi non dichiarati in etichetta.                                                                                                                                      Tutte queste caratteristiche sono state al centro di “Live Wine” – Salone Internazionale del Vino Artigianale, Manifestazione giunta alla sua quarta Edizione, sempre svoltasi in una delle più belle – e storiche – location milanesi, l’ex Palazzo del Ghiaccio in Via Piranesi.   Oltre 150 produttori italiani e dall’estero (Spagna, Francia, Austria, Slovenia, Repubblica Ceca, Grecia) sono intervenuti qui per far conoscere le loro migliori produzioni vitivinicole, e con possibilità per il grande pubblico di acquistare le bottiglie direttamente da molti di loro. Come per le situazioni trascorse erano presenti anche banchi dedicati agli alimenti artigianali e all’editoria specializzata. Parallelamente, all’interno della panoramica Sala Piranesi hanno avuto luogo degustazioni a tema guidate da Samuel Cogliati.                 Gli organizzatori Christine Marzani e Lorenzo de’ Grassi hanno voluto sottolineare: “Un’edizione notevolmente internazionale del Salone del Vino Artigianale, sia in termini di espositori sia per quanto riguarda il pubblico. Ma siamo soprattutto felici della soddisfazione dei nostri espositori che è la cosa più importante per chi organizza una manifestazione di questo tipo.”                                                                   Le aspettative sono state ampiamente soddisfatte e questi sono i risultati della manifestazione: 4.000 visitatori di cui quasi 1000 operatori (ristoranti, enoteche, sommelier professionisti e distribuzioni internazionali); 165 espositori di cui 160 le cantine (25% estere)  e 5 le distribuzioni; circa 900 i vini in assaggio; 18 banchi dedicati al cibo di qualità artigianale; 300 giornalisti e blogger accreditati. Hanno registrato un particolare seguito le degustazioni speciali dedicate ai vini di Austria e Spagna, focus di questa edizione. Grande partecipazione anche per la tavola rotonda “Vini Stellati” tenuta da Stefano Caffarri che ha visto come relatori Luca Gargano, Presidente di “Velier” ed ideatore del marchio TRIPLE “A”, Vincenzo Donatiello, sommelier del tre stelle Piazza Duomo di Alba e Thomas Piras, sommelier e co-proprietario del neo-stellato “Contraste” di Milano. A coronamento dell’evento, anche quest’anno le serate “LIVE WINE NIGHT”, organizzate in diversi ristoranti ed enoteche della città, che hanno permesso a produttori e consumatori di incontrarsi in un ambiente conviviale e di avere un confronto più ravvicinato e diretto.                                                                                                                         In conclusione non mi resta che augurare lunga vita a “Live Wine” e ad eventi come questo per aiutare soprattutto i giovani fruitori – donne e maschi che siano – a conoscere meglio il mondo del vino (e con questo termine comprendo derivati come liquori, distillati e similari) e a capire la fondamentale differenza, nonché il sottile confine, che può passare tra termini quali passione e vizio, uso ed abuso…perché se da una parte si possono aumentare conoscenze, esperienze, dall’altra si andrebbe solo incontro a problemi, anche molto, troppo grandi…

Fabio Giuliani

 

 

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