Milano Le adorazioni del Bramantino

| 23 gennaio 2006

Arte, mistero e fede nella Milano del Quattrocento

La Pinacoteca Ambrosiana per l’intero periodo delle festività natalizie, che secondo il rito ambrosiano terminano con la festa della ‘Candelora’ il 2 Febbraio, propone due tavole giovanili di Bartolomeo Suardi (1465 c.a – 1530) detto il Bramantino in omaggio a Bramante, Maestro ideale. La prima proviene dalla collezione del Cardinale Federico Borromeo ed è una delle opere più belle della Pinacoteca, mentre la seconda è un prestigioso prestito della National Gallery di Londra. Entrambe recentemente restaurate, entrambe con Gesù Bambino al centro della scena. La mostra ha come scopo anche di esporre i risultati di un’indagine iconografica e iconoligica condotta dallo studioso Giovanni Morale sui due dipinti per comprendere il complesso gioco di allusioni che a prima vista non si notano, onde conoscere meglio il Bramantino e l’ambiente milanese in cui egli operò. 

L’Adorazione di Milano presenta una Madonna adorante il Bambino che si porta un dito alla bocca con il significato di essere ‘Logos’, parola fatta carne; sullo sfondo di un edificio che ricorda il finto coro prospettico del Bramante in Santa Maria presso San Satiro a Milano, quattro angeli suonano strumenti del tempo che ci testimoniano le conoscenze musicali del pittore. Alla sinistra di Gesù sono raffigurati tre religiosi in adorazione che, secondo alcuni studiosi, impersonano i tre Ordini più importanti, francescano, domenicano e benedettino, indice di tutti i consacrati raccolti davanti al Figlio di Dio incarnato. Alle spalle della Vergine, Guiseppe e, accanto a lui, una giovane donna; per identificarla occorre rifarsi alla letteratura apocrifa, per cui lo sposo si era recato in cerca di una levatrice che è testimone della ‘divina nascita’ e soprattutto si rende conto di assistere ad un prodigio: la madre è vergine. La figura più enigmatica del dipinto è la donna che compare sulla destra, con portamento regale e il dolce sguardo rivolto al Bambino, forse una Sibilla. Secondo quanto si racconta nella ‘Legenda Aurea’, il giorno in cui Gesù nacque a Betlemme, a Roma una Sibilla predisse all’Imperatore Ottaviano (il personaggio con la corona d’alloro all’estrema sinistra?) che attorno al sole apparve un cerchio d’oro e in mezzo al cerchio una vergine bellissima che portava un bimbo in grembo, aggiungendo che quel bimbo era più grande di lui e che quindi avrebbe dovuto adorarlo. “A lui tutti i Re si prostreranno, lo serviranno tutte le nazioni” (Sal 72, 11) Tutto questo porta a pensare che Bramantino avesse dei committenti colti. 

La seconda opera è un’Adorazione dei Magi pervasa da una luce epifanica in cui vediamo l’omaggio al Dio d’Israele da parte di tutti i popoli della Terra incarnati simbolicamente dai Magi che recano i doni ben noti: oro, incenso e mirra. Secondo la tradizione patristica l’oro fa riferimento alla regalità del Figlio di Dio, l’incenso alla sua divinità e la mirra è un richiamo alla sua passione redentrice.I gesti, le direzioni degli astanti e le linee dell’architettura alle spalle convergono verso la Madre di Dio, centro prospettico ideale di questa Adorazione. Molte sono le ragioni che legano Milano al tema dei Magi. Sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino, che ha recuperato il legno della Croce, ritrova anche le reliquie dei Magi e le porta a Costantinopoli; da lì il vescovo milanese Eustorgio le trasferisce a Milano dove restano per quasi sei secoli; la città le perderà a favore di Colonia nel 1164 con la sua ribellione all’Imperatore Federico Barbarossa. Si può quindi concludere che a Milano l’Adorazione dei Magi e probabilmente il dipinto del Bramantino sono strettamente legate alla storia della città.
Un capitolo del volume che accompagna la mostra, edito da Skira, ci parla delle feste natalizie nella tradizione ambrosiana con i poetici canti di Sant’Ambrogio, mentre un altro ci parla di Milano, città del Bramantino, con gli itinerari, tra Musei e chiese, alla sua scoperta, fra cui i dodici Arazzi dei Mesi del Castello Sforzesco, vero scrigno di presenze bramantiniane. 

La società milanese onlus Kalliste Arte, ha organizzato questa esposizione per promuovere i tanti capolavori non ancora sufficientemente riconosciuti che la città possiede, attraverso una conoscenza approfondita partendo proprio da queste tavole del Bramantino che dopo il restauro sono gioielli dai
colori smaglianti.

Pinacoteca Ambrosiana – Piazza Pio XI, Milano
Fino all’8 Febbraio 2006
Da martedì a domenica 10-17,30
Il biglietto consente la visita alla Pinacoteca. I visitatori in possesso del biglietto della mostra a Palazzo Reale ‘Caravaggio e l’Europa hanno diritto al biglietto ridotto
Informazioni su www.bramantino.it oppure www.ambrosiana.it



Di: Fabio Giuliani

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