Milano – LA FINESTRA SUL CORTILE – Scorci di collezioni private

| 4 febbraio 2017
Finestra sul cortile 1

Inciampi d’arte contemporanea a Villa Reale

Veramente fruttuosa la collaborazione della USB (Unione Banche Svizzere) con la Galleria d’Arte Moderna di Milano che, dal 1921, ha sede nella stupenda neoclassica Villa Reale. Non è questa una semplice sponsorizzazione, ma una comunione d’intenti atta a valorizzare il patrimonio museale costituito in gran parte dalle donazioni di illustri collezionisti ed artisti. Tutto ebbe inizio con il protocollo del 2013 con il restauro e la riapertura delle Collezioni Grassi e Vismara e della sala dedicata a Medardo Rosso e, successivamente, per l’esposizione proprio qui della UBS Art Collection, raccolta d’arte contemporanea tra le più importanti al mondo a cadenza annuale (2014 e 2015); devo dire che l’esperimento è stato del tutto indovinato: il pubblico ebbe modo in quelle occasioni di visitare con occhio più attento uno dei “gioielli” di Milano e simultaneamente di conoscere la grande arte internazionale ben ambientata senza stonature. L’attuale terza tappa, affidata al supercuratore Luca Massimo Barbero (notoriamente responsabile dell’attività espositiva alla Collezione Guggenheim di Venezia), presenta in dialogo i capolavori di due fondamentali raccolte private italiane, quali la Collezione Panza di Biumo e la la Collezione Berlingeri, i cui pezzi sono posizionati – come afferma il curatore stesso – a mò di inciampi per riflettere su quelli pubblici che magari talvolta passiamo via troppo velocemente. La facciata stessa della villa già è incantata dalla proiezione monumentale e luminosa (in particolare all’imbrunire) tramite l’installazione laser “site-specific” di Artur Duff per ottenere un effetto simile a quello descritto da John Belton per “La Finestra sul cortile”, titolo di un celebre film di Alfred Hitcock. Ad accogliere nell’ingresso i visitatori troviamo la “Wrapped Carriage”, carrozza della famiglia Berlinghieri “impacchettata” da Christo; al primo piano un’installazione a terra di Richard Long ci fa ammirare il pavimento prezioso sul quale è posata e, via via, girando le sale del museo incontriamo Kosuth, Cucchi, Spalletti, Paolini in dialogo con i capolavori permanenti di Hayez, Canova, Pellizza da Volpedo, Previati, Fattori. All’ultimo piano, dedicato alle due collezioni private Grassi (con opere dell’Ottocento e primo Novecento entrata a far parte delle Civiche Raccolte nel 1956) e Vismara, lo “scompiglio” si fa evidente: basti il confronto fra il “Sig. Arnaud” (una delle più importanti opere di Manet conservate in una collezione pubblica italiana) e la grande tela “Black Damask” di Rudolf Stingel che qui compie una ricerca sulla decorazione. Qui l’opposizione fra antico e contemporaneo è eclatante: il figurativo si scontra con l’astratto, il colore con l’assenza cromatica, il non finito con la ricerca del dettaglio. Ma veniamo ai passaggi da un piano all’altro, illuminati dalle installazioni del mio artista contemporaneo preferito, Dan Flavin. Sulla parete di fondo di un lungo corridoio vediamo, monumentale, una struttura architettonica costituita da sette neon affiancati e degradanti sui lati. E qui, mi si consenta di riportare un mio testo dedicatogli (pubblicato nel 1998) “folgorato” da una sua mostra a Milano presso la Fondazione Prada e dall’installazione luminosa in una chiesa verso la periferia sud cittadina:

“MASSIMALISMO 2000 – a Dan Flavin nel primo anniversario della morte celebrato dalla Fondazione Prada”.

“Poveri tubi fluorescenti…/ Semplici ‘atti di luce’ ma…/ freccia-cometa,/ campanile,/ portale,/(amavi le cattedrali gotiche?)/ organo,/(amavi Bach?)/ ripida scala, /croce,/ finestra-spiraglio/ al bimbo e al vecchio/   al ricco e al povero/ all’incolto e all’inclita./ E ora/ a Milano/ per Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa/ atmosfera metafisica/coro angelico di riflessi/ d’alba d’aurora di meriggio,/ giorno-speranza/ tra grigio silenzio/ di case dormitorio/ in periferia./ “-MINIMALISTA-”/ solevano definirti, /ma tu li correggevi: “-MASSIMALISTA-“/ e, forse tuo malgrado/ nuovo architetto-scultore dello spirito,/ avevi ragione.”

Quindi, andiamo tutti ad “inciampare”…perché le opere d’arte non si sono mai guardate abbastanza…In occasione della mostra è stato presentato un interessante volume sul collezionismo, “Cacciatori d’arte. I mercanti di ieri e di oggi (Joh&Levi Editore), di lettura piacevolissima per conoscere, dall’Ottocento ai giorni nostri, i percorsi di sei uomini e una donna (Peggy Guggenheim), straordinari “cacciatori d’arte”, a cominciare da Paul Durand-Ruel che spalancò la porta ai “rifiutati” “impressionisti”, esclusi dal “Salon” ufficiale

Galleria d’Arte Moderna – Via Palestro 16, Milano; fino al 26 Febbraio 2017; Orari: da martedì a domenica 9-17.30; giovedì 9-22.30 (ultimo accesso 30 minuti prima della chiusura); biglietti: intero € 5, ridotto € 3; Tel. 02 88445943 (biglietteria); www.gam-milano.com

Fabio Giuliani

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