Milano LA CINA: PROSPETTIVE D’ARTE CONTEMPORANEA

| 25 luglio 2005

Anche se la nuova arte cinese non è una novità assoluta nelle esposizioni pubbliche italiane (è stata presentata un paio di volte alla Biennale) questa mostra ha il valore della retrospettiva, la prima in Italia che nasca da una ricerca sistematica, e già in prospettiva storica. Sono sedici anni, da piazza Tienanmen ai nostri giorni, raccontati con entusiasmo dalla curatrice Daniela Palazzoli. Con ottanta opere che spaziano dalla pittura alla scultura e con tanta fotografia, sicuramente più convincente. Il trascorrere degli anni si avverte non tanto in mutamenti di stile, quanto nella diversità dei contenuti. La disperazione dei mesi successivi al massacro di Tienanmen è raccontata con amarezza da artisti che “per ottenere dei margini di libertà si fingono pazzi”. La successiva apertura all’Occidente e all’economia di mercato porta un nuovo smarrimento, la crescente consapevolezza che nemmeno questa sia la strada giusta per la libertà. Non è il possedere oggetti che rende liberi e felici; il posseso anzi induce una diversa forma di schiavitù e di perdita di identità. Ciascuno anche in Cina si trova catapultato da militante massificato del partito comunista a militante massificato del partito consumista.Ancora una volta tutti uguali e in divisa, anche se le nuove divise sono gli abiti alla moda imposti dai gusti occidentali.Gli artisti si fanno portavoce di un disagio crescente per i cambiamenti troppo rapidi e difficili da comprendere ed è spesso presente il rimpianto per una Cina che va rapidamente scomparendo, quella delle tradizioni millenarie come la calligrafia che continua a vivere in opere che utilizzano capelli per riprodurre gli ideogrammi dell’alfabeto cinese o l’uso delle lacche che gioca ironicamente col nuovo kitsch. La mostra vedrà degli avvicendamenti di opere prima della sua chiusura e quindi il biglietto può essere riutilizzato più volte. 


Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2, Milano sino al 2 ottobre
Informazioni: tel. 02.7740.6300/6302; www.provincia.milano.it/cultura

Di: Carlo Zani

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