Milano – L’ ECO DEL CLASSICO

| 24 settembre 2018
Eco del Classico 1

La Valle dei Templi di Agrigento allo Studio Museo Francesco Messina di Milano

“Avevo circa otto anni quanto sentii nascere il desiderio di affondare le mani nella mota, tentare il marmo con scalpelli, scarabocchiare carte con matite, per trarne le forme più disparate, inconsce. (…) Giocai a lungo in questo modo finchè mi accorsi che il gioco diventava passione…..” (Francesco Messina)

Di questo artista sappiamo tanto perché, cimentatosi come scrittore, scrisse “Poveri giorni” – Frammenti autobiografici, incontri e ricordi. Ora l’esposizione attuale illumina l’opera di questo scultore siciliano, portando la luce e i beni archeologici della sua Regione mettendo in evidenza, attraverso il confronto con questi onde mettere in evidenza il perdurare della classicità nel Novecento, con oltre 150 reperti recentemente rinvenuti nella Valle dei Templi, affiancati a pezzi provenienti dal Museo “Pietro Griffo” di Agrigento e dalle raccolte della Soprintendenza ai beni Culturali di quella bella e particolare città siciliana, accompagnati alla collezione di arte antica di Francesco Messina conservata dalla Soprintendenza archeologica milanese. Quanto elencato sopra costituisce la mostra che ha per titolo “L’eco del classico”, che occupa tutti gli spazi della ex chiesa di San Sisto (da tempo sede della Casa-Museo Francesco Messina) in un allestimento che posso definire coinvolgente. Nella navata troviamo reperti archeologici datati dal VII secolo a.C. al XIV secolo d.C. fra cui statue di piccole dimensioni in terracotta, busti fittili, teste in marmo, porfido e creta, vasi in terracotta a figure nere e figure rosse, lucerne, frammenti di diversa natura in pasta vitrea, madreperla, osso, monete in bronzo, sigilli in ambra, esposti accanto a preziosi frammenti della recente e straordinaria scoperta del teatro e del santuario dell’antica polis Akragas, (l’odierna Agrigento), oltre ad alcuni reperti che Francesco Messina ha collezionato nel corso della sua vita. Al piano interrato, una suggestiva ricostruzione di uno scavo archeologico (un ambiente cucina) offre uno spaccato della grande metropoli millenaria Akragas, che sta emergendo negli ultimi anni grazie alle campagne di scavo nella Valle dei Templi, coordinate dal direttore Giuseppe Parello e dal docente Luigi Caliò, dirigenti del Parco Archeologico. L’allestimento, progettato da Maddalena D’Alfonso e realizzato da Easy Holidays, immerge il visitatore in un ambiente museale ed archeologico grazie alle vetrine che offrono una scenografia verticale, affiancate da una dettagliata catalogazione e da alcuni pannelli di approfondimento, oltre a un tavolo con documenti inerenti i ritrovamenti dello spettacolare teatro ellenistico e del santuario. La piantumazione di agrumi tipici del territorio siciliano contribuisce a creare un percorso sensoriale che culmina nella vista dall’alto dell’antica cittadella, mentre uno sguardo contemporaneo sulla Valle è inoltre proposto da alcuni artisti che hanno vissuto l’esperienza della residenza presso il Parco Archeologico di Agrigento: una selezione degli acquerelli del pittore greco Pavlos Habidis, parte del progetto “Spring in the Valley” (“Primavera nella Valle”) e il grande olio “I Dioscuri” di Agrigento del pittore Giuseppe Colombo; gli scatti di Annalisa Marchionna raccontano infine la vita della Valle attraverso le storie di chi se ne prende cura e descrivono incontri di uomini e di culture. Il progetto espositivo è realizzato da Comune di Milano-Cultura e dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, in collaborazione con il Polo regionale di Agrigento per i siti culturali, Museo “Pietro Griffo” , Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, e ideato dalla Direttrice del museo milanese Maria Fratelli insieme a Giuseppe Parello e Maria Serena Rizzo. Alcune note biografiche su Francesco Messina e sulla sede ospitante. Nacque nel 1900in una povera famiglia siciliana, crebbe e studiò a Genova, completò gli studi visitando i maggiori musei d’Europa. Si trasferì a Milano nel 1932, ottenendo nel ’34 la Cattedra di Scultura all’Accademia di Brera, divenendo Direttore nel ’36 di tutte le scuole d’arte dell’Istituto. Nel 1942 vinse il Premio della Scultura alla Biennale Internazionale di Venezia. Ebbe studio a Milano nella ex Chiesa sconsacrata di San Sisto, vicino alla centralissima Via Torino, dove, dal 1974, si aprì il Civico Museo-Studio. L’artista (considerato insieme a Giacomo Manzù, Arturo Martini e Marino Marini, uno dei maggiori esponenti della scultura figurativa del Novecento) ha voluto infatti che qui fosse conservata una parte della sua opera, grazie al lascito fatto al Comune di Milano. In proposito egli scrisse: “….vorrei fare della ex chiesa di San Sisto un centro culturale, senza limitazione di tendenze. (…) All’interno dell’edificio, il pianterreno dovrà essere conservato come esposizione permanente delle mie opere. Invece la sala sottostante potrà accogliere le manifestazioni culturali. Tali sono i miei intenti, dettati da vivo senso di gratitudine per la città che mi ospita da oltre quarant’anni e che per ben tre volte, mi ha dichiarato suo cittadino benemerito.”    Il museo, che è stato per diversi anni anche lo studio dell’artista (scomparso nel 1995) conserva circa ottanta sculture (gessi, terrecotte policrome, bronzi, cere) ed una trentina di opere grafiche (litografie, pastelli, acquerelli, disegni a matita). La Fondazione che porta il suo nome nasce con lo scopo di perpetrare nel tempo, in Italia e all’estero, la memoria del celebre artista italiano, cataloga le opere del Maestro, ne raccoglie ed archiviare i documenti, istituisce la commissione per il rilascio delle autentiche, promuove il Museo-Studio, sostiene e valorizza giovani scultori italiani e stranieri attraverso mostre e pubblicazioni. Organizza il “Premio Messina”, una manifestazione con cadenza biennale, a cui possono partecipare artisti italiani e stranieri fino ai quarant’anni di età.  L’evento espositivo in corso, a mio avviso, assolve perfettamente il suo scopo di tutela e valorizzazione, sia del museo milanese che della Valle dei Templi di Agrigento, i quali operano entrambi per un dialogo con la Storia celebrando i fondamenti del civismo.

Studio Museo Francesco Messina, Via San Sisto 4/A, Milano; fino al 21 Ottobre 2018; Orari: da martedì a domenica ore 10-18,              ingresso libero; Tel. 02 86453005; www.comune.milano.it/museomessina ; www.facebook.com/museomessina

Fabio Giuliani

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