MILANO – IROS MARPICATI

| 29 novembre 2010
iros marpicati quadro

Paesaggi inospiti e altre presenze
Un interessante artista bresciano contemporaneo

La mostra, curata da Giorgio Seveso, organizzata dalla Fondazione Stelline di Milano, con il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Comune di Milano e del Comune di Brescia, propone 25 opere di grandi dimensioni che ripercorrono la produzione degli ultimi quindici anni di Iros Marpicati, artista bresciano, tra i più particolari nel panorama attuale.
Vediamo qui 25 opere di grande formato, denominate “paesaggi inospiti”, attraverso le quali la carriera del pittore, diviso tra Brescia e Milano, ha sperimentato a lungo con le superfici da dipingere: dalla grafite agli smalti e alle vernici spray. Nell’allestimento vediamo da un lato le sue composizioni ben calibrate di geometriche sovrapposizioni di piani che cancellano la presenza umana, la schiacciano, la confondono tra le ombre e le possenti presenze di un’archeologia industriale già annunciata; dall’altro rispondono, invece, le vigorose membra di una figura umana maschile pronunciata che occupa, se non sempre la metà, almeno un terzo dell’opera considerata.
Nato a Ghedi, in provincia di Brescia, Iros Marpicati ha frequentato l’Accademia Carrara di Bergamo, sotto l’importante guida di Achille Funi; dal maestro, egli pare aver assimilato quelle qualità neorinascimentali dal contorno nitido e dal colore metallico: una misura classica, un senso esatto del ritmo, una raffinata precisione dei meccanismi antichi e sapienti, perfettamente calibrati. In seguito ha conseguito il diploma al Liceo Artistico di Brera. Ha anche intrapreso gli studi di architettura al Politecnico di Milano, poi abbandonati per dedicarsi completamente alla pittura. Come lui stesso afferma, inizialmente possedeva una componente espressionista, derivante dalle sue predilezioni per Kate Kollwitz e Costant Permeke: “Poi ho fatto una serie di esperienze plastiche avanzate, al limite dell’astratto, ma l’impegno ad un discorso più preciso, meno ambiguo e neutrale, mi ha ogni volta riportato sulla strada dell’immagine, con un linguaggio ancorato ad una esplicita comunicazione.” In questo periodo in cui ha risentito emozionalmente gli influssi dell’espressionismo astratto, ha accostato, tra gli altri, Franz Kline e Robert Motherwell; il suo ‘idolo’, tuttavia, rimane il multiforme Pablo Picasso, a cui l’arte deve, per un verso o per l’altro, gratitudine e per il quale Marpicati esprime ammirazione, giungendo a volte a inserire nelle proprie composizioni un riconoscente omaggio. Ha iniziato ad esporre nel 1958 e per una decina d’anni ha allestito mostre a Brescia (Galleria “Alberti” e “A.A.B.”) e a Milano (Galleria “Pater” e “San Fedele”); poi un lungo silenzio durato fino al 1996, interrotto solo nel 1983 con una mostra alla Galleria “S. Michele” di Brescia. Ora ha ripreso a dipingere e a esporre con intensità, e citiamo le due due personali presso la “Ciovasso” di Milano. il catalogo dell’attuale rassegna, edito da CPZ,
a cura di Giorgio Seveso, contiene saggi di critici e storici dell’arte che hanno seguito l’attività artistica di Marpicati negli anni, come Mario De Micheli, Rossana Bossaglia, Vittorio Sgarbi, Duccio Trombadori, Luciano Caramel, Elena Pontiggia, Giorgio Di Genova, Martina Corgnati, Fabrizio D’Amico, Giorgio Cortenova ed altri.Della sua attività artistica hanno parlato i più importanti quotidiani e le più significative pubblicazioni culturali. Hanno scritto di lui, oltre ai già citati, noti critici come Ballo, Cassa Salvi, Corradini, Grasso, Lepore, Lorenzi, Monteverdi, Occhipinti, Portalupi, Pre, Russoli e lo stesso Seveso. Appassionato di musica sinfonica e lirica, Marpicati dipinge ascoltando i suoi autori preferiti, da Bach a Mozart, a Stravinskij, da Bartòk a Nono, da Wagner a Verdi, a Bellini, prediligendo, per le opere liriche, le superbe interpretazioni di Maria Callas, della quale è raffinato estimatore. Marpicati nutre certe perplessità sulla reale, oggettiva valutazione delle scelte critiche e del mercato contemporaneo. Crede che l’arte, seppure in minima parte, possa influenzare la mentalità, il costume; donare apporto intellettuale alle lotte per la riappropriazione di una coscienza civile e morale e magari anticipare i cambiamenti in atto nella storia, poiché gli artisti autentici sono sempre pronti a intuire le istanze che giungono a loro dal passato o a interpretare i mutamenti del proprio tempo e le numerose prospettive contemporanee della vita che si affacciano con delle richieste esplicite ed improrogabili.

Fondazione Stelline – Corso Magenta 61, Milano
Fino al 12 Dicembre 2010; orari: da martedì a domenica 10-20, ingresso gratuito
Tel. 02-45462411; www.stelline.it

Di: Fabio Giuliani

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