Milano – GILLO DORFLES – “VITRIOL”

| 25 gennaio 2017
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Il demone dell’arte fra figurazione e letteratura

“L’esistenza di un corpo ‘eterico’ (spirituale), che è diverso da quello fisico, come affermava Rudolf Steiner, ma che non è ancora la pura spiritualità, è sempre accanto a noi, anche se non siamo in grado di definirlo con la ragione. ‘Vitriol’ appartiene a questo tipo di tensione. Indubbiamente, molti miei disegni sono provenienti dall’inconscio, quindi al di là della mia volontà di fare una figurazione determinata, succede molto spesso che si affacciano degli elementi figurativi che ovviamente derivano da uno stato di coscienza non razionalizzato.” (Gillo Dorfles, 2016).

Il grande vecchio, all’alba dei suoi 107 anni, ancora indaga e crea con indicibile lucidità, con una stupefacente leggerezza del tratto che ci parla della sua profonda spiritualità. La piccola ma intensa mostra in corso alla Triennale prende spunto dalla parola “Vitriol” scritta su una tela dipinta da Dorfles nel 2010, che mi pare proprio il suo autoritratto: la “V” iniziale, infatti, sono i suoi occhi; solo quest’anno, egli afferma, ha deciso di presentarne un trattamento esteso tramite un insieme di 17 disegni ad illustrare il tema che ora andiamo a spiegare: “Vitriol” è il famoso acronimo alchemico che cela il motto latino scritto al centro del dipinto, “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem” (Visita l’interno della Terra, operando con rettitudine troverai la pietra nascosta); questa espressione, nell’alchimia ermetica indicava l’esigenza di scendere nel profondo dell’essere umano per operare quella trasmutazione della materia in spirito che avrebbe permesso di conseguire l’immortalità e riportare alla luce la sapienza. Il centro dell’opera è dipinto in rosso, colore legato alla pietra filosofale, perché il rosso è il fuoco, è l’energia. Ora, in un disegno che ancor più pare il suo ritratto, noto un terzo occhio indagatore mentre dalla bocca esce la famosa frase ad indicare la sua continua ricerca della pietra filosofale della verità. Altre variazioni del tema in cui il segno è accompagnato da citazioni in particolare da Goethe, ci parlano di questo coltissimo filosofo, teorico, critico mondiale perfettamente realizzato che cerca ora di esprimersi con la sua grande primigenia passione che è la pittura, per cui ha nuovi progetti, perché, come scrisse Oreste Marini, anch’egli critico affermato, ma pittore per vocazione, appagante è vedere ed interpretare le opere degli artisti, ma molto più appagante è creare. Alla fine Dorfles ci lascia un monito: “Ognuno dovrebbe trovare il suo Vitriol, andate a cercare il vostro!”: un invito, dunque ad iniziare un viaggio misterioso all’interno di ciascuno di noi. Oltre ai disegni in alcune teche possiamo vedere altre rappresentazioni della pietra filosofale ed alcuni volumi dedicati alla sua arte. Curatori sono Luigi Sansone ed Aldo Colonetti che, nel piccolo catalogo edito dalla Triennale, intervistano il prontissimo Gillo Dorfles.

Alcuni cenni biografici. Gillo Dorfles nasce a Trieste nel 1910. Si trasferisce a Milano nel 1928, dove studia Medicina ma, dopo tre anni decide di completare il percorso universitario a Roma come allievo interno nella clinica Cesare Frugoni; si laurea nel 1934, specializzandosi in Neuropsichiatria. A partire dagli anni Trenta ha svolto un’intensa attività di critica d’arte e saggistica collaborando a varie riviste. Esordisce in pittura negli anni Trenta. Nel 1948, con Bruno Munari, Atanasio Soldati e Gianni Monnet fonda il Movimento Arte Concreta (M.A.C.). Negli anni Cinquanta ha inizio l’attività teorica e critica rivolta ai fenomeni comunicativi di massa, alla Moda e al Design, soffermandosi pur sempre sulla pittura, sulla scultura e sull’architettura moderna e contemporanea. Dagli anni Sessanta insegna Estetica in diverse Università italiane (Milano, Trieste, Cagliari) e dagli anni Ottanta riprende l’attività pittorica e grafica che aveva interrotto per i suoi molti impegni. Numerosissimi i riconoscimenti internazionali, sia come artista che come critico. Negli ultimi decenni gli sono state dedicate mostra a New York, Milano, Rovereto, Roma, Lugano. Nel 2010 è pubblicato “Gillo Dorfles – Catalogue Raisonné”, a cura di Luigi Sansone (Edizioni Gabriele Mazzotta, Milano).

Palazzo della Triennale – Viale Alemagna 6, Milano; fino al 5 Febbraio 2017; Orari: da martedì a domenica 10.30-20.30; ingresso libero; Tel. 02 724341; www.triennale.org

Fabio Giuliani

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