Milano – GEORGE TATGE – Il nero, il colore

| 2 maggio 2016
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Partecipazione affettiva e intellettuale alla vita della natura e dell’umanità

Grande momento, questo, per la Fotografia a Milano. Sono in corso il “MIA IMAGE ART FAIR” (la grande Fiera italiana internazionale del settore, a cura di Fabio Castelli) e il “PHOTO FESTIVAL”, rassegna di varie mostre fotografiche dislocate in varie sedi pubbliche e private della città (a cura di Roberto Mutti). Legata a quest’ultima, ma indipendente, organizzata da Farsetti Arte nella propria Galleria, vediamo in questi giorni un’interessantissima esposizione di un grande fotografo innamorato dell’Italia. Per parlare di lui niente di meglio di alcuni brani del testo critico di Flaminio Gualdoni, curatore dell’iniziativa: “Il termine che meglio soccorre l’approccio alla lettura delle immagini di George Tatge è ‘scrutinio’: che indica il lavoro profondo e lenticolare dello sguardo…(…) Tatge vede, perché il suo andare per il mondo è pensiero attivo che identifica, dell’immagine, la sua stessa memoria lunga, il suo essere presenza: non eloquente bensì modificante, perché tessuta della trama di tutto ciò che l’ha resa sé stessa, e dunque in grado di conficcarsi nella coscienza, d’innescare uno stream d’associazioni mentali e ricordi, di affioramenti di tutto ciò che chiamiamo cultura e di riverberi del nostro interrogare, ogni volta dubitativamente, il naturale, il luogo, lo spazio: il tempo. Come altri autori Tatge si è sempre ritrovato nel bianco/nero, nelle sue severe qualità, astratte non distratte, in cui, per dire con Viktor Sklovskij, ‘la natura si presenta non nella descrizione ma nel paragone, compare come un parallelo dell’esistenza umana e con ciò appare già mutata’…(…) Poi ha scelto di affrontare il colore. Il colore, non la fotografia a colori. Il colore, quel declinarsi della luce che può farsi apparizione in luogo d’evidenza. (…) Il colore è esperienza potente per lui, perché pretende un altro comporre, un altro decantare e ricondensare l’architettura dell’immagine. (…).” “Pànta rei”, il famoso detto romano attribuito ad Eraclito: tutto scorre, uomo e natura, mi pare il messaggio che Tatge ci offre con le sue immagini fotografiche; altro non aggiungo, ma un consiglio sì: una mostra da non perdere, una brossure da conservare. Alcune note biografiche. George Tatge è nato nel 1951 a Istanbul da madre italiana e padre americano. Laureatosi in letteratura inglese ha iniziato a studiare fotografia con l’ungherese Michael Simon. Si è trasferito in Italia nel 1973, lavorando prima a Roma e poi a Todi per dodici anni come giornalista e fotografo. Sua prima mostra in Italia nel ’73 a Milano alla Galleria Il Diaframma.  Ne sono seguite altre in America e in Europa. Le sue opere anno parte di importanti collezioni, fra cui il Metropolitan Museum di New York e la Maison Européenne de Paris. Dal 1986 al 2003 è stato il Dirigente tecnico fotografico della Fratelli Alinari di Firenze. Tra le mostre più importanti: alla Biennale di Venezia 1995, al Museo Peggy Guggenheim di Venezia nel 2005 e al MAXXI di Roma nel 2007. La sua personale “Presenze. Paesaggi italiani”, aperta nel 2008 a Villa Bardini di Firenze, si spostò successivamente in altre cinque città, così come “Italia metafisica”, inaugurata a Firenze nel 2015, il cui catalogo è stato premiato dalla IPA della Lucie Awards di New York. Nel 2010 ha vinto il Premio Friuli Venezia per la Fotografia. Tatge lavora con un banco ottico Deardoff 13×18 cm. Vive a Firenze.

Sito Internet di riferimento: www.georgetadge.com

Farsetti Arte – Portighetto di Via Manzoni, angolo Via della Spiga, Milano; fino al 7 Maggio 2016; Tel. 02 794274; www.farsettiarte.it

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Fabio Giuliani

 

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