Milano – GALLERIA PESARO – STORIA DI UN MERCANTE CREATORE DI COLLEZIONI

| 10 ottobre 2017
Galleria Pesaro 6

Talento e passione

La Galleria Maspes di Milano, facente parte di un piccolo “distretto” espositivo all’interno dello stesso stabile unitamente a “Bottegaantica” e “GamManzoni”, ospita attualmente una contenuta ma importante mostra che rende omaggio a Lino Pesaro (1879-1938), organizzatore di esposizioni d’arte e di storiche vendite all’asta ed analizza trent’anni di attività di uno dei più solerti mercanti milanesi. Nato a Reggio Calabria da padre ferrarese di origini ebraiche, dopo gli studi primari, Michelangelo detto Lino si trasferì a Venezia per intraprendere gli studi universitari e da lì, arrivò a Milano dove, nel 1904, avviò un’attività di commercio, che sfociò nel 1917 nella nascita della Galleria Pesaro in via Manzoni, in Palazzo Poldi Pezzoli. Ma facciamo un “salto” indietro di un secolo.

Attività principale dei primi tempi fu l’organizzazione di aste di opere d’arte provenienti da collezioni pubbliche e private. Con Pesaro collaborò per un certo periodo il critico d’arte Pietro Maria Bardi, e con il tempo la galleria si specializzò maggiormente nelle esposizioni, organizzate secondo una concezione particolarmente moderna, in cui i visitatori potevano interagire e confrontarsi con gli artisti. Destinatario dell’offerta culturale divenne principalmente un pubblico borghese, interessato soprattutto all’acquisto di opere degli autori più noti del XX secolo. Nel 1923 vi espose il primo nucleo di artisti del movimento “Novecento” (su idea di Margherita Sarfatti, la cui nascita venne formalizzata con la partecipazione alla XIV Biennale di Venezia, l’anno successivo): Dudreville, Funi, Sironi, Bucci, Malerba, Marussig e Oppi. In seguito la galleria si pose soprattutto come centro di promozione del futurismo e divenne così uno dei principali centri artistici e culturali in ambito milanese e nazionale, al punto da dimostrare a livello internazionale la centralità di Milano nel mondo artistico italiano. L’attività si concluse tragicamente il 31 dicembre 1937 con la “Mostra dei sette di Brera”, a causa del suicidio di Lino Pesaro, di origini ebraiche. Amedeo Angilella, uno degli espositori, in una lettera indirizzata nel 1996 a Giorgio Di Genova e da quest’ultimo pubblicata sulla sua Storia dell’arte italiana del ‘900, dichiarò: “Proprio la sera dell’ultimo giorno dell’esposizione è entrato un tizio, non so chi fosse, che con aria disperata ha annunciato che il proprietario si era suicidato perché in quel periodo gli ebrei erano perseguitati. Altro non posso dire, non era quello il tempo in cui si potessero fare commenti, quindi la cosa per noi sette è finita lì.” In questa esposizione celebrativa, curata da Angela Madesani e Elisabetta Staudacher, possiamo vedere cento cataloghi provenienti da quella storica galleria, autentico patrimonio lasciato da Lino Pesaro, di cui è presente anche il ritratto realizzato da Guido Tallone. Dopo la dispersione all’asta di intere collezioni e la chiusura delle molteplici mostre, ciò che in effetti rimane delle opere passate nelle sale della galleria Pesaro sono le pubblicazioni che accompagnarono questi eventi e che ci permettono di ricostruire una storia unica e ricca di fascino. Per l’occasione Angelo Enrico e Francesco Luigi Maspes hanno ideato una preziosa pubblicazione (Gallerie Maspes edizioni) a cura di Angela Madesani ed Elisabetta Staudacher, che approfondisce l’attività svolta a Milano da Lino Pesaro. Sono stati schedati oltre 380 cataloghi, in parte lussuose edizioni illustrate, con copertine disegnate da artisti contemporanei. Nel suo saggio la Madesani (storica dell’arte, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera e all’Istituto Europeo del Design) racconta uno spaccato storico particolarmente vivace della città ambrosiana riconoscendo il giusto peso alla Galleria Pesaro, luogo di incontro delle avanguardie futuriste e di Novecento Italiano, così come punto di riferimento per i collezionisti dell’arte italiana dell’Ottocento. Nicoletta Colombo, studiosa di arte italiana dell’Ottocento e del Novecento, approfondisce invece l’importanza del costante passaggio in galleria di un considerevole numero di opere del XIX secolo, poi confluite in prestigiose collezioni pubbliche e private, dal “Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo, a “Le due madri” di Giovanni Segantini. Elisabetta Staudacher, storica dell’arte specializzata in pittura italiana del secondo Ottocento, che propone una lettura, ancora insondata, di Lino Pesaro collezionista di dipinti dell’Ottocento, la cui raccolta venne dispersa in occasione di un’asta tenutasi nel 1931 proprio nella sua galleria. Una ricognizione, questa, veramente esemplare che termina con l’indice analitico dei nomi a cura di Silvia Capponi.

Galleria Maspes – Via Manzoni 45, Milano; fino al 14 Ottobre 2017; orari: da martedì a sabato 10-13 e 15-19; ingresso libero; Tel. 02 863885; www.galleriemaspes.com

Fabio Giuliani

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