Milano – GAETANO PREVIATI (1852-1920). LA “PASSIONE”

| 28 marzo 2018
Previati - Via Crucis 1

Grande arte religiosa moderna

“La bellezza che salva è l’amore che condivide il dolore” (Card. Carlo Maria Martini)

“Nel 2000 la mostra “Splendori al Museo Diocesano”, curata da Paolo Biscottini, presentava una splendida sequenza di opere – dipinti, sculture, oreficerie sacre – dando ragione della bellezza dell’arte ambrosiana, e anticipava quello che, di lì a poco più di un anno, sarebbe stato il percorso del Museo Diocesano. Fu quella l’occasione in cui, nella grande navata in cima allo scalone d’onore del museo, furono presentati a Milano i quattordici grandi affreschi, strappati e trasferiti su tela, che componevano la grande Via Crucis di Gaetano Previati, provenienti dal cimitero di Castano Primo. Quando poi, nel 2001, venne inaugurata la collezione permanente del Museo Diocesano, agli affreschi, che già avevano suscitato grande emozione tra i visitatori della mostra, venne appositamente dedicata una sala, dove rimasero sino al 2010. Molte furono le ragioni che spinsero Previati a partecipare al concorso indetto dal Comune di Castano Primo nel 1882 per le cappelle del cimitero, ma sicuramente la Via Crucis fu per l’artista l’occasione per confrontarsi con importanti modelli del passato e con i grandi cicli dedicati alla Passione appartenenti alla tradizione pittorica lombarda. In particolare riaffiorano negli affreschi previateschi memorie dei cicli dei Sacri Monti, dai quali l’artista sembra trarre ispirazione nel tentativo di coinvolgere lo spettatore nella forte carica emotiva che le scene immediatamente suscitano. (…) Grazie alla collaborazione con i Musei Vaticani, è oggi possibile approfondire questa riflessione soffermandoci sul senso profondo della Passione di Cristo attraverso la sequenza sconvolgente e drammatica delle quattordici tele della Via Crucis presentata dopo tanto tempo nella sua completezza. L’eliminazione di ogni dettaglio secondario, l’estrema concentrazione sull’essenziale spingono oggi ciascuno di noi a guardare l’essenza e il significato del dolore di Cristo: così il dramma umano diventa Mistero.” Con queste parole, Nadia Righi, Direttrice del Museo Diocesano, introduce la mostra, da lei curata insieme a Micol Forti, incentrata sul tema della “Passione” di Cristo, organizzata in collaborazione con i Musei Vaticani, con il patrocinio dell’Arcidiocesi di Milano e il contributo del Credito Valtellinese, con un nucleo di opere sacre di Gaetano Previati (1852-1920).  Il percorso si apre con “La Via al Calvario”, opera da poco acquisita nelle collezioni del Museo Diocesano per lascito testamentario, e non ancora vista dal pubblico prima di questa iniziativa, a cui si affianca una seconda versione autografa dello stesso soggetto, proveniente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona. Nel percorso espositivo vediamo l’intero ciclo della “Via Crucis” realizzata tra il 1901 e il 1902, dopo varie vicissitudini entrato in Vaticano tra il 1970 e il ’73 per donazione dell’industriale Fabio Ponti, quando la Collezione d’Arte Contemporanea venne inaugurata da Papa Paolo IV; collezione recentemente restaurata attualmente compresa nei Musei Vaticani. Sono esposte qui anche 14 riproduzioni fotografiche, ritoccate a punta d’argento dallo stesso Previati, conservate nella chiesa dei SS. Quirico e Paolo a Dogliani in provincia di Cuneo. Le grandi tele della “Via Crucis” (cm 155×120 ciascuna) furono esposte personalmente dall’artista ferrarese alla 1° “Quadriennale” di Torino del 1902 e per lungo tempo, dopo essere giunte nelle collezioni vaticane, sono state custodite negli appartamenti papali. La sequenza delle 14 “Stazioni”, immaginate da Previati come poste una accanto all’altra, sottolinea il tema del dolore e della “Passione” di Gesù Cristo non solo grazie alla imponente, tragica e monumentale figura del Salvatore, ma anche al ritmo cromatico incalzante e alla parabola luministica che coinvolge la successione delle immagini a partire dal primo riquadro sino all’oscurità dell’ultimo, il momento della “Crocefissione”. La IV “Stazione” (per i “Vangeli” denominata “Gesù incontra sua madre”) di questa “Via Crucis” è stata scelta come immagine guida dell’attuale “Quaresima” Ambrosiana, periodo di preparazione alla Pasqua. Accompagna la mostra un catalogo Silvana Editoriale ricco di interventi critici e storici.  Alcuni cenni biografici sull’artista. Gaetano Previati nasce a Ferrara nel 1852. Ne primi anni ’70 si iscrive al Civico Ateneo della città.      Si trasferisce a Milano dove, nel 1876, segue i corsi di Giuseppe Bertini all’Accademia di Brera. Si allontana dal realismo dominante tendendo ad anticipare il Simbolismo. Nel 1882 partecipa e vince il concorso per la “Via Crucis” per il cimitero di Castano Primo, portando a compimento nel 1888 l’intero ciclo di affreschi. La sua attenzione si rivolge quindi verso i grandi temi universali, affrontati con una pittura fatta di lunghi filamenti di luce smaterializzando la realtà e diventando maestro del “Divisionismo” che teorizza con vari scritti. Nel 1898 firma un contratto con il mecenate Alberto Grubicy – anch’egli pittore – con il quale organizza mostre personali d’arte sacra rinnovando le iconografie tradizionali in senso altamente drammatico. L’interesse di Previati per le grandi dimensioni si manifesta in tre importanti cicli decorativi: la sala musicale di Grubicy del 1908, ora al Vittoriale di Gardone Riviera; il ciclo della Camera di Commercio di Milano in cui si celebra il progresso, ed infine le tele della Battaglia di Legnano, allusive al tema della guerra. E’ autore anche di paesaggi marini legati ai suoi soggiorni in Liguria e di nature morte. Sconvolto dalla morte della moglie e della figlia nel 1917, interrompe ogni attività e muore nel 1920.  In conclusione, osservando in particolare la prima opera “La Via al Calvario”, mi è venuto subito in mente il brano dell’indimenticato cantore-poeta Fabrizio De André “Via della Croce”, tratto dall’album “La Buona Novella” (1970), ispirato sui “Vangeli Apocrifi”, di cui riporto un significativo passaggio: “(…) Si muovono curve le vedove in testa, / per loro non è un pomeriggio di festa; / si serran le vesti sugli occhi e sul cuore / ma filtra dai veli il dolore: / fedeli umiliate da un credo inumano / che le volle schiave già prima di Abramo, / con riconoscenza ora soffron la pena / di chi perdonò a Maddalena, / di chi con un gesto soltanto fraterno / una nuova indulgenza insegnò al Padreterno, / e guardano in alto, trafitti dal sole, / gli spasimi d’un redentore. (…).”

Museo Diocesano Carlo Maria Martini (ingresso da piazza Sant’Eustorgio 3); fino al 20 Maggio 2018;  orari: da martedì a domenica 10-18, aperto lunedì 2 Aprile (Pasquetta); la biglietteria chiude alle 17.30; Biglietti: (Museo Diocesano + mostra + Museo di Sant’Eustorgio + Cappella Portinari + Cimitero paleocristiano): Intero: 10 euro, Ridotto individuale: 8 euro, Ridotto scuole e oratori: 6 euro; Museo Diocesano + mostra, Intero: 8 euro, Ridotto individuale: 6 euro, Ridotto scuole e oratori: 4 euro; Per informazioni: Tel. 02 89420019; www.museodiocesano.it

Fabio Giuliani

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