Milano – “FOTOFANIE” – 109 Fotografie di Italo Zannier

| 19 giugno 2018
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Un grande artista dell’obiettivo a modo suo…

Italo Zannier (Spilimbergo, 1932) è uno storico, fotografo e critico della fotografia italiano. Primo in Italia ad essere titolare di una cattedra di “Storia della fotografia”, ha insegnato allo IUAV e alla Facoltà di Lettere dell’Università Ca’ Foscari sempre a Venezia, ha insegnato anche al Dams di Bologna e alla facoltà di Beni culturali di Ravenna e all’Università Cattolica di Milano. È membro della “Sociètè europeènne d’histoire de la photographie”. Ha pubblicato più di 500 libri tra cataloghi e pubblicazioni storiche e scientifiche.  Ha avuto la laurea “Honoris causa” in Conservazione dei beni culturali dall’Università di Udine. E’ Presidente dei comitati scientifici del Museo di storia della fotografia Alinari di Firenze e del Centro di ricerca ed archiviazione della fotografia di Lestans, da lui fondato nel 1994. Curatore di decine di mostre fra le quali quella sul paesaggio mediterraneo organizzata a Siviglia in occasione dell’Expo 1992 e la sezione fotografica di “Italian Metamorphosis”, la grande mostra dedicata all’arte italiana dal Guggenheim di New York nel 1994.          Ha curato inoltre la sezione Fotografia a varie edizioni della Biennale d’Arte di Venezia compresa l’ultima nel 2011 e alla Biennale di Architettura. Alla sua missione di divulgatore devono la fama molti grandi fotografi italiani contemporanei. Ha insegnato fotografia al Corso Superiore di Industrial Design a Venezia, la prima Scuola italiana di Industrial Design nei primi anni Sessanta. Ora lo vediamo come fotografo in una mostra fino a fine mese a Milano presso Casa Boschi-Di Stefano, già di per sé ambiente importante da visitare per il “vissuto” che l’accompagna…ma ne parleremo dopo…Inaugurata l’8 Giugno, in coincidenza con la “Milano Photo Week”, la settimana dedicata alla Fotografia appena conclusa, che ha visto spazi pubblici e privati offrire esposizioni di vario genere. L’esposizione nasce dai migliaia di scatti realizzati nel triennio 2014-2017 conservati nella memoria della sua Sony tascabile – chiamati da Zannier “fotofanie”, apparizioni – di cui solo 400 sono diventate fotografie stampate e firmate in copia unica in grande formato.         Di queste, per la prima volta sono presentate 109 opere, nate da un’approfondita selezione in cui si ammirano alcuni tra i soggetti più interessanti della poetica di Zannier quali ombre e riflessi di autoritratti con macchina digitale in cui l’autore si intravede come un fantasma in agguato; momenti lirici di sguardi sulla natura nel corso delle ore e delle stagioni e si osserva una speciale attenzione pop verso vetrine, scritte, oggetti curiosi, e particolari anti-turistici di alcune capitali europee. Il percorso, composto da nove sezioni dal titolo “Autoritratti”, “Oggetti”, “Dal treno”, “Natura”, “Luoghi dell’anima”, “Vetrine”, “Europa”, “Ritratti”, “Frammenti”, si distribuisce su due piani di Casa Boschi: al pianoterra, nella ex scuola di ceramica di Marieda Di Stefano è accolta gran parte della mostra, mentre il terzo piano, eccezionalmente aperto, ospita la sezione “Frammenti” e la proiezione della performance di Zannier filmato mentre colloca le sue opere insieme agli studenti, coordinati da Saverio Lombardi Vallauri, ed autori del video. Andrea Tomasetig, curatore dell’esposizione, nel testo in catalogo sottolinea: “Protagonista è, in spazi e forme dilatati, il mondo familiare che lo circonda (la casa veneziana alla Giudecca con il giardino e gli immediati dintorni, meta della passeggiata quotidiana, il tragitto in treno da Venezia a Latisana, il regolare soggiorno nel buen retiro di Lignano Pineta), senza obbligo di riconoscibilità immediata, anzi molto vicino all’astrazione, e senza nessuna preoccupazione di lanciare ‘messaggi’ impegnati. […] Un approccio minimalista radicale coniugato a uno stato di grazia ha prodotto un nucleo principale compatto e organico, che si affianca alla migliore fotografia che un tempo si sarebbe chiamata sperimentale e d’avanguardia.” Le opere, provenienti dalla collezione Pietro Valsecchi, sono ambientate grazie all’originale allestimento di Cristiana Vannini. Commenta così Maria Fratelli, Direttrice di Casa Museo Boschi Di Stefano: “La mostra contemporanea di Italo Zannier, di ampio respiro internazionale, ben si integra con le trecento opere esposte, appartenenti alle quasi duemila collezionate dai Boschi nel corso del Novecento, che rendono Casa Boschi Di Stefano un luogo altamente significativo per la storia della città di Milano.” E non solo, io aggiungerei…Questa iniziativa è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e realizzata dalla Casa Museo Boschi Di Stefano, in collaborazione con il Municipio 3, la Fondazione Boschi Di Stefano, ed è aperta grazie alla presenza dei volontari del Touring Club Italiano. In occasione dell’esposizione viene pubblicato un catalogo, con testi di Maria Fratelli, Italo Zannier, Andrea Tomasetig, Stefano Salis e Silvia Paoli (Responsabile dell’Archivio Fotografico del Castello Sforzesco) e con design grafico di Leo Guerra. Ma ora alcune note sulla sede espositiva. La storica dimora Boschi Di Stefano fu donata al Comune di Milano nel 1974 e aperta al pubblico nel 2003. La casa, un tempo abitata dai coniugi Antonio Boschi (1896-1988) e Marieda Di Stefano (1901-1968), rappresenta una straordinaria testimonianza della storia dell’arte italiana del XX secolo – comprendente pitture, sculture e disegni – dal primo decennio del Novecento alla fine degli anni Sessanta, magistralmente organizzata con schede delle opere esposte consultabili in ogni stanza. Veggente la coppia collezionista, ha colto, in simultanea al loro apparire, i grandi innovatori dell’arte del suo tempo: così vediamo uno stupendo ritratto di vecchio di Boccioni accompagnato da altre opere futuriste, il rinnovamento tematico-cromatico dei “chiaristi” Del Bon, Lilloni, De Rocchi in pieno “aer fosco” di “Novecento”, sconvolgenti le migliori opere di quel gran genio di Lucio Fontana, le “Spirali” di Roberto Crippa. Questa sede è davvero in sintonia con gli scatti esposti di questo “veggente” fatti di luce, geometrie, colore. Grazie al patrocinio del Comune di Milano, la dimora Boschi di Stefano è visitabile gratuitamente e fa parte del “Circuito Case Museo di Milano”, costituito nell’Ottobre 2008 con l’intento di far conoscere e promuovere il patrimonio culturale e artistico milanese, nel corso di quasi due secoli di storia, attraverso alcuni dei suoi protagonisti: i nobili Gian Giacomo Poldi Pezzoli e i fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi nell’Ottocento, i coniugi Boschi di Stefano e gli industriali Necchi Campiglio nel Novecento (in questo caso con Villa omonima e giardino acquisiti dal Fondo Ambiente Italiano) che hanno lasciato alla fruizione collettiva altrettanti ambienti ricchi di suggestioni artistiche diverse a seconda delle singole sensibilità, sicuro “vanto” per la città di Milano. (www.casemuseo.it )

Casa Boschi-Di Stefano – Via G. Jan 15, Milano; fino al 30 Giugno 2018; orari: da martedì a domenica 10-18;                                       Informazioni: Tel. 02 88463736; www.comunedimilano.it/casaboschi

Fabio Giuliani

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