Milano – FONTANA-LEONCILLO – Forma della materia
Così diversi, così ugualmente potenti
Innanzitutto un cenno alla sede espositiva la Fondazione Carriero nuova bella realtà culturale milanese. Nasce nel 2014 dalla grande passione per l’arte del suo fondatore Giorgio Carriero e dal suo desiderio di condividerla col pubblico. E’ un Ente non profit che affianca le attività di ricerca alla commissione di nuove opere per mostre tematiche, personali e collettive con la creazione di uno spazio gratuito accessibile a tutti, col proposito di valorizzare e divulgare l’arte e la cultura moderna e contemporanea. Ha sede nel centro di Milano all’interno di Casa Parravicini risalente al ‘400 ristrutturata dall’arch. Gae Aulenti. Il contesto storico si fonde quindi con l’innovazione rappresentata dall’arte contemporanea. Veniamo alla mostra attuale. Volge il 1954, alla XXIII° Biennale di Venezia, Lucio Fontana e Leoncillo sono invitati ognuno con una sala, Roberto Longhi presenta 22 sculture di Leoncillo mentre Giampiero Giani introduce le strutture spaziali di Fontana. L’esposizione attuale prende l’esperienza di quella Biennale come punto di partenza di una svolta nella ricerca di entrambi gli artisti che, ognuno a suo modo intende rivelare la forma insita nella materia stessa. Sentiamoli: “Dall’uomo nero, 1929 il problema di fare dell’arte istintivamente si chiarisce in me, né pittura né scultura, non linee delimitate nello spazio, ma continuità dello spazio nella materia Perciò niente M.Rosso, ma piuttosto ‘dinamismo plastico’ di Boccioni – perciò macchie assolute di colore sulle forme per abolire il senso di staticità della materia, niente di concluso in quel senso ma, preparazione a capire – né astrattismo, 1934, né Brancusi, né Arp nè Vantongerloo, niente volumi ma profili nello spazio (non forme statiche), sacrificio di creazione via chiusa, mancanza del mezzo per arrivare ad una nuova espressione d’arte.” ( Lucio Fontana, lettera a Giampiero Giani, 1949) “Un nuovo oggetto naturale che divenga con stratificazioni, solchi, strappi che sono quelli del nostro essere, che esca come il nostro respiro. Non più colore quindi ma materia che ha un colore che diciamo dopo. Non più volume, ma materia che ha un volume e la creta diventa materia ‘nostra’ per gli atti che compiamo su essa e con essa, atti che crescono dalla furia, dalla dolcezza, dalla disperazione, motivati dal nostro essere vivi, da quello che sentiamo e vediamo.” (Leoncillo, piccolo diario, 1967) Una breve nota biografica per entrambi: Lucio Fontana nasce nel 1899 a Rosario di Santa Fè in Argentina, figlio di immigrati italiani. Torna in Italia e studia a Milano presso l’I.T. tornato in Argentina nel 1922 lavora nello studio del padre lo scultore Luigi Fontana nel 1928 torna a Milano per riprendere gli studi a Brera. In questo periodo oltre alle sculture figurative crea terracotte e piatti dipinti. Nel 1934 insieme a Fausto Melotti, Attanasio Soldati e Mauro Reggiani, si unisce al gruppo di artisti parigino Abstraction-Creation. Il gruppo scrive un manifesto sull’arte astratta nel 1935e nello stesso anno espone i suoi lavori astratti nella prima personale alla galleria del Milione a Milano. Torna in Argentina e redige il ‘manifesto bianco’ rivendicando la sintesi dei generi artistici e la rinuncia ai materiali tradizionali. Tornato a Milano, fonda il movimento spaziale e scrive il primo manifesto dello spazialismo. Muore a Comabbio vicino a Varese nel 1968. Leoncillo Leonardi nasce nel 1915 a Spoleto è stato sculture, disegnatore, ceramista e poeta: studia belle arti prima a Perugia poi a Roma. Partecipa alla VII triennale di Milano del 1940 su invito di Giò Ponti, aggiudicandosi la medaglia d’oro per le arti decorative. Convinto antifascista si avvicina alle organizzazioni partigiane e si iscrive al Partito comunista italiano, una passione politica che prenderà forma in alcune sue sculture. Sottoscrive a Venezia nel 1946 il manifesto della ‘nuova secessione artistica italiana’ divenuto l’anno seguente ‘fronte nuovo delle arti’ col quale espone alle biennali di Venezia nel 1948 e nel 1950. Muore a Roma nel 1968 . Ad un anno dalla morte la città di Spoleto gli tributa la prima ampia retrospettiva. In occasione della mostra attuale la Fondazione Carriero ha presentato tre inedite pubblicazioni: il catalogo bilingue della mostra curata da Francesco Stocchi edito dalla fondazione stessa per rendere omaggio ai due grandi autori: 290 pagine con testi critici del curatore e del prof. Enrico Crispolti con le foto di 40 opere esposte create dai due artisti tre gli anni 30 e gli anni 60. La mostra strepitosa scende ma il catalogo resta a dimostrare come entrambe gli artisti, al di fuori delle consorterie in auge nella loro epoca fra astrattisti e figurativi hanno percorso entrambi gli stili in cerca del nuovo. Correlata all’uscita del catalogo è la pubblicazione in edizione limitata di altri due volumi, copie anastatiche di due importanti cataloghi storici oggi pressocchè introvabili: il volume “Leoncillo” prodotto dalla Galleria Odyssea di New York in occasione della sua personale del 1965 e il catalogo “Fontana” relativo alla mostra organizzatagli al Walker Center di Minneapolis nel 1966. I miei omaggi quindi alla Fondazione Carriero per avermi fatto rivivere l’ultima lezione di storia dell’arte al Liceo negli anno 80 dedicata dal prof. Oreste Marini al di fuori dei programmi ministeriali a quel “gran genio di Lucio Fontana”, amico suo amatissimo a Milano negli anni ’30, artista che da allora ho sempre seguito nelle varie e di cui qui ho avuto una ulteriore prova del suo valore; e di avermi fatto scoprire il magmatico Leoncillo che non conoscevo.
Fondazione Carriero – Via Cino del Duca 4, Milano; Orari: aperto tutti i giorni su appuntamento, sabato accesso libero dalle 11 alle 18; domenica chiuso; Info e prenotazioni: Tel. 02 36747039
Fabio Giuliani
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