Milano – FONDAZIONE STELLINE – 30 anni e “viverli” benissimo tra arte e cultura diffusa

| 20 giugno 2016
Fondazione Stelline 1

Con un suggestivo e coinvolgente Gala Lirico che vede “I Pomeriggi” accompagnare cantanti selezionati dalla Academy of Music and Drama di Gothenburg alle Stelline nella splendida cornice del Chiostro della Magnolia, dal 18 giugno al 6 agosto 2016, inizia il primo di otto appuntamenti “en plein air” dedicati alla musica non solo cameristica, ogni sabato pomeriggio alle ore 16:45. Il programma di questa edizione propone formazioni fra le più diverse e straordinarie, pensate proprio per celebrare i 30 anni della Fondazione Stelline. Ma facciamo alcuni “passi” indietro nel tempo…Le Stelline sono un antico istituto milanese per orfanelle, corrispondente femminile dei Martinitt risalente al 1515, quando ad opera di alcuni benefattori, tra cui il veneziano Gerolamo Emiliani iniziarono ad occuparsi degli orfani causati dal passaggio delle bande armate straniere a Milano dopo la caduta di Ludovico il Moro. L’organizzazione delle orfanelle venne quindi presa sotto la protezione di San Carlo Borromeo che diede loro una prima sede in uno stabile a lato della Chiesa di Santa Caterina. Le ospitate presero il nomignolo di “stelline” dal nome del monastero dell’ordine delle monache benedettine di Santa Maria della Stella, che nel secolo XVII il cardinale Federico Borromeo fece modificare dall’architetto Fabio Mangoni affinché potesse venire usato come la loro sede. Le stelline rimasero in tale edificio fino al 1971. Una parte del complesso è divenuta sede della Scuola del Piccolo Teatro, poi Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi. Oggi questo edificio, chiamato “Palazzo delle Stelline”, ubicato in Corso Magenta, nel centro di Milano e di proprietà del Comune di Milano, viene usato come sede pubblica di prestigio per importanti convegni internazionali. È anche sede della rappresentanza diplomatica in Italia della Commissione Europea e un ufficio distaccato del Parlamento Europeo. Nel 1986 il Comune di Milano e la Regione Lombardia hanno costituito la Fondazione Stelline, al fine di conservare il Palazzo e di promuovere iniziative socio-economiche e culturali di rilievo nazionale ed internazionale, ed in particolare negli ultimi anni progetti dedicati all’arte contemporanea e del Novecento. Luogo di progettualità, esposizioni, ricerca, editoria e intervento per l’arte contemporanea e del Novecento la Fondazione attualmente svolge un’azione coordinata e sostenuta da Regione Lombardia, in rete con i programmi espositivi del Comune di Milano e la Provincia di Milano, ed è sede di un Centro Congressi. Il programma culturale della Fondazione prevede mostre d’arte di respiro internazionale, pubblicazioni, progetti di ricerca, corsi di formazione, seminari, convegni, e attività didattiche. Importanti mostre di forte impatto e livello qualitativo sono state dedicate negli ultimi anni a grandi autori del ‘900 (Arturo Martini, Marc Chagall, Picasso, Mario Sironi, F.T. Marinetti, Rousseau, Carlo Carrà, Ottone Rosai, Ardengo Soffici, August Sander), ad artisti contemporanei internazionali (Tony Cragg, Mario Schifano, Gabriele Basilico, Valerio Berruti, Marlene Dumas, Leonard Freed, Michael Somoroff) e a nuovi talenti italiani e stranieri (Beauty not/so Difficult, La città di Leonardo, Looking for the border, Dreams of a possible city, United Artists of Italy, Twister, Elogio della Semplicità). Fino al 3 luglio la Fondazione ospita una mostra che vuole riscoprire un artista nella sua produzione più feconda, poco conosciuto dal grande pubblico ma sempre apprezzato dalla critica: Mario Surbone, allievo di Felice Casorati all’Accademia Albertina di Torino, appartiene a quella famiglia di artisti che, muovendo autonomamente dalla lezione di Fontana e poi del gruppo “Azimuth”, hanno lavorato non sulla tela ma con la tela (nel suo caso: non sulla superficie, ma con la superficie). Curata da Elena Pontiggia, l’esposizione propone circa quaranta opere realizzate negli anni ’60 e ’70, periodo che l’artista dedica agli INCISI: piani di cartone che incide creando col suo taglio un contrappunto di ombra e di luce, con una sensibilità laicamente mistica, opponendo all’arte informale di quegli anni un’esigenza di misura, di ritmo. E soprattutto di silenzio. “Non c’è più nulla da dire. C’è solo da essere” scriveva Manzoni. “Lo spazio stesso del quadro, apparentemente così circoscritto e chiuso” diventa “illimitato”, nasconde “profondità misteriose”, suggerisce “lontananze, giungendo a essere una materia, anzi un’antimateria” e “la composizione geometrica non è dipinta sul quadro, ma dedotta e generata direttamente” da esso. Il contrasto tra ombra e luce è fondamentale nell’opera di Surbone, e a volte le sue opere assumono l’aspetto di origami, di tangram, di giochi orientali, che si concentrano in larga parte sulla scoperta dell’ombra. Accompagna la mostra il catalogo “Mario Surbone. Incisi 1968-1978. L’essenzialità della forma” (Allemandi, 2016), a cura di Elena Pontiggia con saggi della curatrice e di Lorella Giudici.

Fondazione Stelline – Corso Magenta 61, Milano; fino al 3 Luglio 2016; orari: da martedì a domenica 10-20; ingresso libero; Tel. 02 45462411; www.stelline.it

Fabio Giuliani

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