Milano – EDWARD BURTYNSKY – “ACQUASHOCK”

| 8 ottobre 2015
Burtynsky a

Creatività e tecnologia al servizio dell’ambiente da un fotografo “concettuale”

Un aeromobile a pilotaggio remoto o APR, comunemente noto come drone, è un velivolo caratterizzato dall’assenza del pilota umano a bordo. Il suo volo è controllato da un computer installato sul velivolo, gestito da un navigatore o pilota, a terra o in un altro veicolo. Ne esistono di più svariati modelli, dai più economici per uso amatoriale, per salire fino alle dotazioni ormai diffusissime per usi militari e civili, per usi di sicurezza e di rilevamento territoriale. Questi strumenti sono sempre più spesso utilizzati anche per scopi creativi, da artisti, e soprattutto fotografi che, stando ben piantati a terra possono teleguidarli e, secondo le loro indicazioni, eseguire immagini fisse o riprese video. E’ questo il caso delle opere fotografiche esposte, in anteprima Europea, a Palazzo della Ragione nella mostra  “Edward Burtynsky. Acqua Shock”, progetto del fotografo canadese dedicato all’acqua e alle tematiche collegate a questo elemento vitale, risorsa primaria. Per le nostre conoscenze attuali, la Terra è l’unico Pianeta nell’Universo conosciuto in cui è presente allo stato liquido, ragion per cui ha potuto nascere e svilupparsi la vita circa 2 miliardi di anni fa. L’acqua è un composto chimico indispensabile anche nell’uso civile, agricolo e industriale; l’uomo ha riconosciuto sin da tempi antichissimi la sua importanza, identificandola come uno dei principali elementi costitutivi dell’universo e attribuendole un profondo valore simbolico, riscontrabile nelle principali religioni. Sulla Terra l’acqua copre il 70,8% della superficie del pianeta e, più o meno della stessa percentuale è costituito il corpo umano. Burtynsky, grande interprete della fotografia internazionale, da sempre documenta gli effetti del nostro progresso sul pianeta. Attraverso ricerche approfondite e lunghi viaggi ha scoperto e raccontato realtà solo in apparenza lontane, ma strettamente collegate al futuro del genere umano. Le risorse naturali sono al centro del suo lavoro e dopo le affascinanti immagini delle cave e la magnifica serie dedicata al petrolio, negli ultimi anni si è rivolto allo studio della primaria fonte di vita sulla Terra. 60 fotografie divise in sette capitoli (“Golfo del Messico”, “Devastazioni”, “Controllo”, “Agricoltura”, “Acquacoltura”, “Rive”) consentono ai visitatori di approfondire tutti gli aspetti connessi all’origine e all’utilizzo dell’acqua: dal delta dei fiumi ai pozzi a gradini, dalle colture acquatiche alle irrigazioni, dai paesaggi disidratati alle sorgenti indispensabili. Mentre in alcune di queste sue foto possiamo captare il grido di allarme del Pianeta che ci spinge alla salvaguardia, evitando sprechi ed interventi inadeguati, come vediamo nella devastazione del lago Owens per fornire acqua alla città di Los Angeles, o nel disastro ambientale con la fuoruscita di petrolio nel Golfo del Messico, avvenuto nel 2012; in altre vediamo la bellezza di una natura incontaminata come, ad esempio, nella riserva naturale del lago Shasta nella California settentrionale e, in altre ancora, l’intervento utile dell’uomo come nell’argine per il controllo delle piene presso Rotterdam nei Paesi Bassi, o l’acqua, fonte ricreativa per l’uomo nell’immagine di una spiaggia spagnola dall’alto. In mostra viene proiettato il documentario “Where I Stand” (10 min.) prodotto dallo Studio Burtynsky per coinvolgere i visitatori nel processo di produzione di queste magnifiche immagini, realizzate, oltre che con l’uso di droni, anche da riprese dall’elicottero. Questo importante evento espositivo, che rientra nell’ambito di “Expo in città”, il palinsesto di iniziative che accompagna la vita culturale di Milano durante il semestre dell’Esposizione Universale, per la sua connessione al tema “Nutrire il Pianeta” che ci obbliga a conservare il bene più prezioso (promosso e prodotto da Comune di Milano-Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti in collaborazione con Admira Edizioni) è curato da Enrica Viganò, che così ha sottolineato: “Immagini splendide, specchio di una verità che non vogliamo affrontare: il liquido più prezioso non è eterno! La straordinaria bellezza degli scenari fotografati da Burtynsky ci invita alla riflessione, dopo aver incantato il nostro sguardo con il fascino del sublime”. Nel catalogo (GAmm Giunti-Contrasto) vediamo alcune stupende immagini che, in alcuni casi, ci ricordano i migliori dipinti astratti. L’autore partecipa al “Festival dell’acqua” in corso a Milano dal 5 al 9 ottobre 2015 presso il Castello Sforzesco.  Alcuni cenni biografici. Edward Burtynsky è uno dei più apprezzati fotografi canadesi. Le sue straordinarie raffigurazioni fotografiche di paesaggi industriali sono incluse nelle collezioni di oltre 60 dei più importanti musei di tutto il mondo, tra cui la National Gallery del Canada, il museo d’Arte Moderna e il museo Guggenheim di New York, il Museo Reina Sofia di Madrid, e il Los Angeles County Museum of Art in California. Burtynsky è nato nel 1955 a St. Catharines, Ontario, da genitori ucraini. Si è laureato in arti applicate con specializzazione in Fotografia/Studi sui Media presso l’Università Ryerson nel 1982. L’osservazione dei siti e delle immagini dello stabilimento della General Motors nella sua città natale gettò le fondamenta del suo lavoro fotografico. I suoi scatti appaiono ogni anno in numerosi periodici, tra cui Canadian Art, Art in America, Harper’s Magazine, Flash Art, National Geographic e il New York Times. Tra i principali e più prestigiosi riconoscimenti citiamo il premio TED, il premio Outreach al Rencontres d’Arles, il premio Roloff Beny Book, e il premio Rogers Best Canadian Film. Nel 2006 è stato insignito del titolo di Ufficiale dell’Ordine del Canada e attualmente detiene sei dottorati honoris causa. Brevi note storiche sul luogo espositivo. Piazza Mercanti, oggi appartato angolo del centro storico e isola pedonale a pochi passi dal Duomo, era in origine a forma quadrata e tra il 1228 ed il 1251, su decisione dei Rettori del Comune, fu adibita a Nuovo Broletto nel centro cittadino, in sostituzione del vecchio che si trovava nell’area dove oggi sorge Palazzo Reale. “Broletto” deriva da Brolo, che nell’alto medioevo indicava un prato recintato o una piazza alberata, dove esercitare la giustizia. Nella piazza si radunava infatti il popolo con i Consoli di Giustizia, i diversi Reggitori e Capitani del Popolo e i Magistrati. Dal balcone o ”parlera” della Loggia degli Osii – oggi ancora visibile – si comunicavano “annunci”di interesse generale, editti e sentenze. Nel 1228 al centro della piazza iniziò la costruzione dell’attuale Palazzo della Ragione. La realizzazione di questo grande spazio coperto, dove si riunivano anche mercanti, banchieri e notai, rese l’edificio fondamentale per la vita economica oltre che  politica della città. Il Palazzo fu detto “delle Ragioni”  perché qui si rendeva al popolo anche ragione, civile e penale, da parte dei Giudici. I loro simboli erano il Gallo ed il Cavallo, a rappresentare la vigilanza e la celerità della giustizia. Nel 1939 il Comune di Milano diventa proprietario dell’immobile e negli anni Ottanta, dopo lavori di consolidamento strutturale, restauro conservativo e architettonico, lo destina a spazio espositivo. Dal mese di Giugno 2014, con  la denominazione di Palazzo della Ragione Fotografia, è iniziato un nuovo programma interamente dedicato a questo – ormai a tutti gli effetti – genere artistico.

Palazzo della Ragione Fotografia – Piazza Mercanti, Milano; Fino al 1° Novembre 2015; orari: martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-20.30; giovedì e sabato 9.30-22.30; La biglietteria chiude un’ora prima; informazioni: Tel. 02 43353535; www.palazzodellaragionefotografia.it

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Burtynsky d    Fabio Giuliani

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