Milano – CHARLOTTE SALOMON – “Vita? O teatro?”

| 2 giugno 2017
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Storia di un’artista, “Anna Frank della pittura”

Nata in una famiglia benestante, il padre Albert era un medico-chirurgo, Charlotte Salomon ((Berlino, 1917- Auschwitz, 1943) trascorse la sua infanzia felicemente fino a nove anni, quando sua madre improvvisamente si tolse la vita gettandosi da una finestra. Il fatto fu tenuto nascosto a Charlotte per molti anni. Fu il nonno a rivelarglielo, svelando quello che era stato l’epilogo di altre quattro donne della famiglia. La stessa Charlotte soffrì di gravi crisi depressive, dalle quali però seppe riemergere sempre con grande forza, grazie al suo lavoro artistico. Si iscrive infatti all’Accademia di Belle Arti di Berlino ma non può completare gli studi a causa del clima antisemita e anche il padre perde il diritto di esercitare la professione. Nel 1936 il padre viene internato nel campo di concentramento di Sachsenhausen mentre lei raggiunge i nonni che vivono a Villefranche-sur-Mer nel sud della Francia. In questo periodo la nonna tenta il suicidio e la ragazza viene a conoscenza del suicidio non solo della madre ma anche di altri parenti. Nel 1940 la nonna tenta di nuovo il suicidio, questa volta riuscendoci e l’anno seguente Charlotte ed il nonno vengono internati dalle autorità francesi nel campo di Gurs ma la detenzione è stata breve in considerazione delle condizioni dell’uomo. Al ritorno a Nizza inizia la sua grande produzione artistica ovvero una serie di 769 dipinti intitolata “Vita? o Teatro?” nella quale riportava la sua drammatica esperienza di vita. Ai dipinti aggiunge anche annotazioni e persino un accompagnamento musicale. Nel 1943 a causa dell’intensificarsi delle ricerche dei nazisti è costretta ad affidare tutte le sue opere ad un amico fidato. Nel mese di Settembre sposa Alexander Nagler, anche lui un rifugiato tedesco, ma la coppia viene incarcerata. Muore a 26 anni nel campo di concentramento di Auschwitz molto probabilmente lo stesso giorno del suo arrivo. Tutta la sua produzione è contenuta in 1325 fogli realizzati tra il 1940 ed il 1942 con la tecnica del “guazzo” nei quali racconta tutta la sua vita: l’infanzia felice, gli studi accademici, la rielaborazione del suicidio della madre, la fuga dal nazismo fino ai giorni prima dell’arresto. Un percorso interiore che già dal titolo appare significativo: “Vita? O Teatro?”. La sua opera, completa anche di testi e musiche, è cadenzata come un vero e proprio copione teatrale. Nel racconto della tragedia Charlotte riscatta la sua personalità di donna, una donna che per mezzo della propria arte, fuggendo ogni vittimismo, si scrolla di dosso gli orrori che la circondano. L’intera sua opera si trova allo Joods Historisch Museum (“Museo storico ebraico”) di Amsterdam. Miracolosamente sopravvissuto alle persecuzioni e alla guerra, questo lascito artistico si rivelerà un autentico canto del destino, che vede proiettata la biografia di Charlotte sullo scenario più tragico del Novecento. Dagli anni Sessanta le sue tempere sono state esposte in forma antologica in alcuni importanti musei ma sino ad oggi mai in Italia: al Centre Pompidou e al Museo Ebraico di Parigi, alla Whitechapel Art Gallery e alla Royal Academy di Londra, al Museo Ebraico di Berlino e in varie altre città tedesche, a Bruxelles, Tel Aviv, Chicago, New York, San Francisco, Tokyo…ed ora anche a Milano: a Palazzo Reale, negli spazi espositivi a piano strada è attualmente visitabile una significativa mostra che racconta tutta la sua vicenda artistica ed umana, a cura di Bruno Pedretti unitamente alla Fondazione Charlotte Salomon, promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Civita Mostre, in collaborazione con il sopracitato museo olandese. Possiamo vedere circa 270 tempere, insieme a decine di fotografie storiche che illustrano la vita di Charlotte e gli avvenimenti del suo contesto, in parallelo alle scene rappresentate nel suo poema autobiografico e ad un filmato che introduce il visitatore nel mondo dei suoi affetti; volumetto, questo, pubblicato da Marsilio Editori, disponibile in mostra, sul cui retro copertina è riportato un significativo commento del curatore: “Vita o Teatro? È un’opera d’arte totale che va oltre i canoni artistici convenzionali. Guai se la confiniamo nelle solite categorie estetiche o nel suo valore memoriale. Certo, quest’ultimo è immenso, ma la compassione per il funesto destino di Charlotte Salomon conclusosi   ad Auschwitz non deve diventare il metro di misura della sua opera autobiografica. Questo canto tragico, tra i più inauditi e alti del Novecento, vive infatti di una potenza artistica e di una solennità spirituale che ne trasfigurano il valore testimoniale in diamante poetico.”

Palazzo Reale – Piazza Duomo 14, Milano; fino al 25 giugno 2017; orari: lunedì: 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30- 22.30; (La biglietteria chiude un’ora prima); www.palazzorealemilano.it ; www.charlottesalomon.it

Fabio Giuliani

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