Milano – BRASSAI. Pour l’amour de Paris
Nell’ambito di “Expo in Città”, il programma di eventi culturali che accompagnano l’Esposizione Universale, a Palazzo Morando è in corso la mostra “Brassaï. Pour l’amour de Paris”, in anteprima italiana. Circa 260 fotografie originali raccontano la storia eccezionale di una passione, quella che ha unito per più di cinquant’anni lo scrittore, fotografo e cineasta ungherese Gyula Halasz, in arte Brassaï, agli angoli e ai più nascosti recessi della Ville Lumière, ma anche a tutti quegli intellettuali, artisti, grandi famiglie, prostitute e mascalzoni che hanno contribuito alla leggenda di Parigi. Ideato per il Comune di Parigi da Philippe Ribeyrolles, nipote di Brassaï e gestore dell’omonimo archivio, l’appuntamento espositivo offre al visitatore l’incontro con l’opera e lo sguardo di uno dei fotografi più importanti del Novecento. L’iniziativa, con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia, risulta una magnifica occasione per scoprire un interprete straordinario (al pari di Doisneau e di Henry Cartier-Bresson) che il pubblico italiano non ha ancora avuto l’opportunità di apprezzare completamente. Ecco, dunque, la possibilità di cogliere, tra i tanti aspetti, la bellezza dei giardini pubblici e delle vetrine lungo i Grands Boulevards, la purezza dell’architettura di Place de la Concorde, il grafismo della Tour Eiffel e i ricevimenti ai Pavillon della Grande Cascade. “Adorava Proust e diceva sempre che Parigi era la sua ‘madelaine’ ”, ha precisato la curatrice dell’evento espositivo Agnés de Gouvion Saint Cyr. Brassaï, (Brașov-Transilvania-Ungheria, 1899-Eze, 1984), si trasferì nei primi anni del Novecento a Parigi con la sua famiglia, dove andò a vivere nel quartiere di Montparnasse, famoso per i suoi artisti. Qui conobbe, tra gli altri, Jacques Prévert, Herny Miller, Salvador Dalì, Henri Matisse e Pablo Picasso. Di quest’ultimo in particolare Brassaï divenne molto amico e nel 1932 il grande artista spagnolo gli chiese di fotografare le sue opere scultoree, fino ad allora inedite, poi pubblicate nel primo numero di una nuova rivista d’arte: “Le Minotaure”. Brassaï divenne famoso come fotografo di strada e raccontò soprattutto la Parigi notturna in modo nuovo e con una tecnica innovativa: “Ero alla ricerca della poesia della nebbia che trasforma le cose, della poesia della notte che trasforma la città, della poesia del tempo che trasforma gli esseri.” Le sue fotografie sono considerate oggi, oltre che opere d’arte, un importante documento dell’epoca: il suo più famoso libro fotografico, “Paris de nuit”, fu definito dal suo amico Henry Miller “l’occhio di Parigi”. Nel 1933 Brassaï ha fondato a Parigi l’agenzia fotografica Rapho con il connazionale immigrato Charles Rado, realizzando numerosi servizi e pubblicità, come per esempio per la rivista di moda Harper’s Bazaar. Dagli anni Quaranta le sue fotografie sono state esposte da importanti musei di tutto il mondo, tra cui il Museum of Modern Art (MoMA) di New York – che nel 1948 gli dedicò una mostra – e l’Art Institute of Chicago, in Illinois. A corredo dell’esposizione a Palazzo Morando l’Institut français di Milano propone una retrospettiva cinematografica presso il CinéMagenta63 (Corso Magenta 63, Milano). Le proiezioni sono a ingresso libero sempre di martedì alle ore 20. La Fratelli Alinari Fondazione per la storia della fotografia, ente organizzatore dell’evento, ha prodotto un elegante ed esaustivo catalogo da collezione. In conclusione, saremmo curiosi di sapere se il grande fotografo possa mai avere ascoltato, anche per una volta soltanto, il brano “L’ultima volta che vidi Parigi”, nella versione italiana cantata da Gino Latilla e Carla Boni nel 1956, che, personalmente, mi pare in piena assonanza con le immagini esposte. “Ricordo ancor Parigi / e il piccolo caffè, / rivedo i muri grigi che / mi parlano di te. / Ricordo i nostri baci, / le gelosie d’amor / e gli attimi felici che / scandiva il nostro cuor. / Risento ancora quel refrain / del vecchio accordeon / e vivo ancora nel tuo ben, / ma è solo un’illusion. / Ricordo il tuo sorriso / che un giorno mi rapì, / m’hai dato il Paradiso / là nel cuore di Paris. /”
Palazzo Morando Museo della Moda e del Costume – Via Sant’Andrea 6, Milano; Fino al 28 Giugno 2015;
orari: da martedì a domenica 10-19; Tel. +39 02 88465735/64352
Fabio Giuliani
Commenti