Milano – AMART – Mostra Mercato dell’Associazione Antiquari Milanesi
Per ogni tipologia di collezionisti
Statuto art. 2: “L’Associazione promuove il valore dell’arte e della cultura. Persegue lo sviluppo del settore e considera risorsa fondamentale l’evoluzione della tutela del patrimonio artistico.”
Milano riprende una tradizione artistica che si era interrotta da qualche anno grazie ad “AMART”, mostra promossa dall’Associazione Antiquari Milanesi in collaborazione con la Confcommercio di Milano, Lodi, Monza e Brianza e con promo. Ter Unione e con il patrocinio del Comune di Milano e della Città Metropolitana di Milano. Cornice della manifestazione è il Palazzo della Permanente, storica sede dove sono passati protagonisti e tendenze lungo tutto l’arco del Novecento, processo che continua tutt’ora con le nuove generazioni che vuole diventare il punto di riferimento per il mercato antiquario ed artistico italiano ed internazionale, il nucleo pulsante per riscoprire il valore e la bellezza dell’arte in tutte le sue espressioni. Questa nuova iniziativa vuole superare gli schemi della consueta Mostra antiquaria per diventare un momento culturale che rappresenti una tappa nel più ampio ed articolato progetto associativo di sviluppo del mercato attraverso iniziative, approfondimenti, contaminazioni tra diverse forme d’arte. Allestimenti di livello, qualità dell’esposizione, eccellenza nell’offerta, sono gli elementi distintivi di questa rassegna che fino al 13 Maggio, arricchisce il panorama artistico di Milano, richiamando collezionisti, professionisti dell’arte, artisti, semplici appassionati. L’intento degli organizzatori è quello di rendere una fruizione particolarmente piacevole ai visitatori, con un percorso museale che propone dipinti, sculture, mobili, preziosi, argenti, tappeti e si spinge fino all’arte contemporanea, con il fine di avvicinare al mondo dell’antiquariato un pubblico più giovane, i potenziali collezionisti di domani, considerato che, fin da bambino, l’uomo è collezionista (“Figurine”). L’ingente varietà di proposte è stata pensata per ogni tipologia di collezionisti. Tra le maggiori attrazioni si segnala “Capriccio delle prigioni di San Marco” (Cesare Lampronti, Roma), dipinto da Canaletto per il suo grande mecenate e agente Smith Consul Joseph e successivamente passato, con gran parte della sua collezione, a Re Giorgio III nel 1762; la “Natura morta” realizzata tra il 1610-1615 dalla pittrice milanese Fede Galizia (Salamon & C.); la “Madonna con Bambino e Angeli” (Altomani & Sons, Milano), una tempera su tavola di Liberale da Verona (1445 ca-1530); “Adorazione dei Magi” (1490 circa), un disegno a pietra nera e tempera a colla, attribuita ad un pittore mantegnesco veronese (Longari Arte, Milano). Quindi la “Natività” di Niccolò di Lombarduccio, detto Niccolò Corso (Galleria Moretti, Londra), “Natura morta” di Panfilo e Carlo Francesco Nuvolone (Baratti Giorgio Antiquario, Milano), “Giovane donna all’arcolaio” (Una Parca) di Donato Creti, uno degli artisti più importanti del Settecento (Fondantico, Bologna che festeggia i 25 anni di attività con un bel catalogo di pittura bolognese), “Paesaggio ideale con Venere e Adone” di Andrea Appiani (Orsini Arte e Libri, Milano), “Sposalizio di Santa Caterina” di Giovanni Battista Piaggi di Antichità La Pieve, Sabbio Chiese – BS), che espone, perfettamente in sintonia con l’antico, una scultura di Giò di Busca (Giovanni Maria Malerba), “Ala ravennate”, in blu (in bronzo e lacca) del 2015, artista da poco apparso nel panorama contemporaneo, in particolare al museo di Correggio in qualità di “Classico 2000”. Da Giorgio Baratti Antiquario (Milano) ci giunge il ritratto di uno smorfiatissimo nobile di Giacomo Ceruti. Altrettanto cospicua è la selezione di capolavori di pittura dell’800, dal “Ritratto di Bernardo Agliati” di Francesco Hayez (Società di Belle Arti, Viareggio), “Interno con modella nuda” di Angelo Guarino (Arcuti Fine Art, Roma). In questo ambito possiamo approfondire le varie stagioni e correnti dell’Ottocento italiano, attraverso i capolavori dei suoi più rinomati rappresentanti. Si va dal “divisionismo” di Angelo Morbelli, con “Tempi andati” del 1908 (Enrico Gallerie d’Arte, Milano), alla corrente dei “Macchiaioli”, qui rappresentata da “Contadina a riposo” di Silvestro Lega (Studio Paul Nicholls, Milano), alle ambientazioni “Belle Époque” di Giovanni Boldini, con “Due giovani donne al piano” del 1911 (Bottegantica, Milano), alla pittura lombarda del bresciano Angelo Inganni, “La colonna di San Martiniano al Verziere con effetto di neve” (Galleria d’Arte Le Pleiadi, Milano) o di Domenico Induno, “La lettera” (Mainetti Galleria d’Arte, Milano). Sono diversi gli espositori che dedicano i loro spazi all’arte del Novecento e al contemporaneo. Lo stand della Galleria Sperone (Sent, Svizzera) propone ad esempio “Velocità + Rumore”, un pastello su carta di Giacomo Balla del 1913; quello di Paolo Antonacci (Roma) ospita “Cavallo e cavaliere. ‘Il Lambicco’”, un olio su tela da 1952 di Marino Marini, mentre l’unico esponente della pittura “chiarista è Adriano Spilimbergo con una veduta della laguna veneziana proposto dallo Studio Paul Nicholls. Arrivando alla seconda metà del Novecento, ecco “Segno-disegno”, un disegno penna a sfera su cartone applicato su tela di Alighiero Boetti (Roberta e Basta, Milano), o l’acrilico su tela sagomata del maestro siciliano Turi Simeti (Galleria Gracis, Milano). Si giunge poi nella piena contemporaneità con l’opera di Marzio Tamer, “Pittura generosa” (Salamon Fine Art, Milano). Anche la scultura è ben rappresentata ad Amart, con Altomani & Sons (Milano) che propone “Flora”, un bronzo a patina bruna con tracce di lacca rossa dell’artista tardo rinascimentale Francesco da Sangallo; Alessandro Cesati (Milano) presenta “Madonna col Bambino”, un marmo dello scultore tardo manierista Orazio Mochi, cui si devono alcune delle statue presenti nel giardino di Boboli a Firenze. Antonio Gagini (1505-1574), Antichità all’Oratorio di Bologna, porta all’attenzione del pubblico un altorilievo in marmo di “Vergine annunciata e un angelo”. Di autori attivi nel Novecento, spiccano “Il Risveglio” di Edoardo Rubino (Galleria Daniela Balzaretti, Milano) o “Turbinio di Cavalli, Gruppo di cavalli” di Costanzo Mongini (Galleria Le due Torri, Noceto – PR). Tra gli arredi, si segnala una coppia di piccoli mobili del grande ebanista milanese Giuseppe Maggiolini (Piva & C., Milano). Originali le proposte di orologeria, gioiell e lampade: Antichità G.N. di Milano propone una pendola firmata Gaston Jolly Fils à Paris, rappresentante il giuramento degli Orazi, mentre Wannenes Antiquariato di Milano, una pendola scheletrica a lira, in bronzo cesellato e dorato a mercurio, d’epoca Luigi XVI. Guido Pennisi (Milano) espone una tiara del XIX secolo a tema floreale in oro giallo, argento e diamanti dono della Regina Elena d’Italia; la spilla raffigurante serpenti in oro, argento, diamanti naturali e perla naturale rosa di 14,03 carati (Karma Pearls, Londra). Curiose le “cupole” chiesastiche famose nei “Piatti” di Fornasetti. Tra le altre attrazioni che la mostra-mercato milanese è in grado di offrire al pubblico, Subert di Milano, propone una coppia di globi da tavolo di John e William Cary (Londra, 1798 e 1800); questi globi, il terracqueo e il celeste, poggiano sulle proprie basi originali ‘all’olandese’, con quattro colonne di sostegno di legno tornito. E’ particolarmente considerato qui anche il settore dell’antiquariato che concerne il continente africano e quello asiatico. Denise e Beppa Berna, ad esempio, espongono “Le maître des longs visages”, una statua di antenato in legno della cultura hemba (Congo, XIX secolo); sempre dall’Africa, in particolare dal Gabon, proviene una figura di guardiano Kota del XIX secolo in legno, ottone, rame e ferro (Dalton Somarè, Milano). Dal Giappone giungono un’armatura da Samurai dell’epoca Edo, tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo, (Dame e Cavalieri, Milano), e un Okimono in avorio raffigurante cacciatore Ainu del periodo Meiji, fine XIX sec., firmato Kwashi con Kakihan (Mastromauro arte giapponese, Milano). Anche l’arte indiana è ben rappresentata con una figura antropomorfa forgiata in rame, della civiltà della Valle dell’Indo, datata tra il 1500 / 1300 a.C. (Ethnoarte, Milano), e con una collana di fine ‘800 in oro del Kerala (Oro, Incenso e Mirra, Milano). A dimostrazione che in Italia il collezionismo è nel DNA, a rappresentare quello di altri tempi il Museo Poldi Pezzoli (fulgido esempio mondiale) espone qui in un’apposita sezione una delle sue opere più preziose: “Tempietto di Mercurio” (Meissen, 1750-1772 ca.), proveniente dalla donazione Zerilli Marimò, di recente acquisizione. È una composizione con un tempio in bronzo dorato, a cui s’intrecciano fiori di porcellana policroma. Ai lati, si trovano quattro vasetti dipinti con uccelli in rosso e, al centro, un grande gruppo rappresentante Mercurio con l’elmo alato e il caduceo nella mano sinistra. Completano l’opera quattro ninfe e una figura femminile seminuda dai capelli scuri, abbigliata con un grande drappo a fiori indiani policromi, in piedi sopra un globo alato di colore blu. L’intera composizione unisce due gruppi di Meissen che probabilmente hanno una relazione iconografica con i due ordinativi per la casa reale russa avvenuti nel 1744 e nel 1774. Proprio in questo periodo la Casa-Museo, aumentati i suoi spazi, ci ha offerto due importanti esposizioni: una dedicata all’orologeria e l’altra, in corso, dedicata alle porcellane di Meissen. Per tutta la durata della mostra, è stata pensata una serie di “Conversazioni d’arte”, tenute da esperti del settore e da storici dell’arte, che approfondiscono alcuni argomenti relativi al mondo dell’antiquariato. “AMART valorizzerà – ha affermato durante la presentazione stampa Domenico Piva anche a nome di tutto il Consiglio Direttivo dell’Associazione Milanese – la grandezza dell’arte, dei suoi artisti e dei suoi artigiani, depositari di storie e creazioni di immensa qualità, che meritano di essere conosciuti e apprezzati non solo dai collezionisti, ma da un pubblico più vasto e di ogni età. AMART pone, dunque in primo piano il valore degli antiquari, divulgatori d’arte ed esploratori del bello.”
Museo della Permanente – Via Turati 34, Milano; fino al 13 Maggio 2018; Orari: dalle 11 alle 21 (la biglietteria chiude alle 20); biglietti: Intero: €10,00; ridotto: €5,00 (fino a 26 anni e over 70; soci FAI); gratuito: Tesserati FIMA, Amici del Museo Bagatti Valsecchi, Amici del Poldi Pezzoli. Per informazioni: Tel. 02 7750447, Unione Antiquari Milano; www.amart-milano.com
Fabio Giuliani
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