MICHELE BERTELLI IN CINA

| 11 febbraio 2014

Il desenzanese Michele Bertelli da studente in lingue si è catapultato in Cina a svolgere un interessante ruolo in ambito di ricerca e sviluppo nel settore calzaturiero. Coraggio e determinazione anche in questo ragazzo che Dipende ha scelto per il progetto BRAIN GAIN su www.dipende.tv

 

L’esperienza di Michele Bertelli

CINA DA IMITARE

Giovane promoter tecnico desenzanese del settore calzature attraversa la repubblica asiatica valutando nuovi stili, modelli e forniture di materiali.

Sul campo ha imparato anche il cinese assimilando una concezione d’impresa tutta da imitare.

In Cina per la ricerca e lo sviluppo. Trasformando il valore di un’esperienza in apprendimento applicato alle opportunità di lavoro. Con il coraggio e la determinazione di giovanile appassionato riflesso. Michele Bertelli da Desenzano del Garda, nella Repubblica Cinese è ormai di casa. Ne attraversa gli spazi industriali valutando nuovi  stili, modelli e forniture di materiali per calzature da inserire nei mercati internazionali. Nello zaino una formazione tecnica collegata alla conoscenza delle lingue appresa all’università. Tra le quali, oggi, appare anche il cinese grazie ad un vissuto sul campo quasi quotidiano, nonostante l’ancora giovane età,  al cospetto del complesso linguaggio ideogrammatico. Mentre la Cina, vista dagli occhi in diretta di Michele, conferma il suo forte e vincente trend evolutivo. “Lavoro da qualche anno in una ditta d’import export – racconta il giovane promoter tecnico Michele Bertelli – le sedi ufficiali sono due, dislocate rispettivamente in Austria, a Salisburgo e nel Sud Est della Cina, a mezza via tra Hong Kong e Shangai, dove si è sviluppata un’alta concentrazione di fabbriche, piccole e grandi, che realizzano calzature e borse. Per questo motivo sono spesso da quelle parti. Il mio lavoro è tecnico. Mi occupo della ricerca e dello sviluppo di nuovi modelli, stili e di forniture materiali utili per l’inserimento nei mercati. Della scarpa, infatti, dobbiamo conoscere tutto. Dalla linea, alle modalità di costruzione, al materiale utilizzato e via dicendo”. Ma la competenza tecnica non è sufficiente. Perché il prodotto va valutato in loco, interagendo e dialogando con gli operatori locali. Serve la padronanza delle lingue. “Però l’inglese, in Cina, non tutti lo comprendono – rileva Bertelli – la situazione tipo che mi trovo di fronte è costituita comunemente da aziende dove si parla solo cinese. Non avendo a disposizione un interprete ho dovuto giocoforza impararlo”. Terreno ardente quello dell’apprendimento degli ideogrammi. “Il cinese è veramente difficile – conferma Michele – per quel che mi riguarda c’è sempre ancora molto da imparare. In ogni caso oggi riesco a comunicare con una certa efficacia”. Entrando in questo modo, grazie alla lingua,  ancor meglio nello specifico conoscitivo di questa grande nazione in pieno sviluppo. “La Cina dell’attualità imprenditorialmente  è proprio forte – commenta in conclusione Michele Bertelli – perché la mentalità della gente è molto attiva nella ricerca del proprio business o prodotto da realizzare. Aiutata dal fatto che in Cina tutto si può importare o esportare con grande facilità”. E intanto Michele imprime nella sua esperienza questo volitivo e avvincente impegno d’impresa. Per tradurne i contenuti esclusivi in un futuro da imprenditore.

 

 

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