MERCATINI: UN RACCONTINO

| 1 luglio 2005

Sopra il paese c’è un grande castello, dei Visconti, e poi, più giù, c’è un lungo ponte, sul Mincio, sempre di loro. Di notte il castello è tutto illuminato. D’estate, seduti al bar, anche se non lo si guarda, si sente che è sopra di noi, con le sue grandi torri rosse. Si parla di tante cose, si pensa “Chissà se il dna dei Visconti c’è ancora in questo paese? Ci si risponde : certo che c’è, sconosciuto anche a se stesso, immemore, mescolato alla gente, magari tra noi, ora, davanti a questo bar. Si pensa anche a queste cose, a maneggiare sempre le cose antiche,le loro storie scomparse. E’ facile far della retorica. Ma sono questi i nostri pensieri: dalle cose vecchie a quelle giovani, dai vecchi ai giovani. A volte…Ce ne stavamo tutti insieme, quella sera di maggio, il sabato prima del mercato dell’antiquariato a S. Eravamo sulla piazza dove l’indomani avremmo esposto le nostre “merci”, fuori dal bar, non lontano dalla Chiesa. Si parlava del più e del meno,come al solito, tra espositori di antichità ambulanti. Ci si conosceva più o meno tutti. Poi, uno, seduto ad un tavolo a lato, non ci se n’era nemmeno accorti, ha detto,ma bonariamente “Chissà quanta roba che proviene dalle Chiese, avrete” poi ha aggiunto, per scherzo si intende, rideva: “e chissà come ha fatto a provenire dalle Chiese!” e certo sottintendeva: anche da furti, nelle Chiese. Forse era il Parroco, ma era gioviale, non cattivo, rideva; e ridevamo anche noi, ma noi un poco più amaro. Allora, da un tavolino ancora più in ombra, non si riusciva neppure a vedere bene chi fosse, in quella sera già discendente nella notte,allora uno ha detto: “Una sera di qualche inverno fa, finito il mercato ,a uno di noi non partì la macchina..” infatti succede, a volte. Si è molto stanchi alla sera, specialmente se, come spesso accade, non si è venduto molto, si deve riimballare tutto, ricaricare, partire per la casa,con addosso tutte le ore al banco, magari al freddo, insomma si è molto stanchi..”Insomma non gli partiva la macchina , è venuto a cercarci per aiutarlo, ma la macchina non partiva.La macchina: un camioncino vecchissimo “Aveva finito il gasolio.” Il motore diesel per farlo ripartire, quando il gasolio è finito, si fatica molto,bisogna spingerlo”.”Noi, io ed alcuni altri, si è provato a trainarlo, dopo aver messo qualche litro di gasolio. Ma la corda di traino si è rotta, non partiva proprio. Era un vecchissimo modello. Dentro c’era di tutto,una confusione indescrivibile, forse lui dormiva lì dentro qualche volta…” vien detto un nome, qualcheduno lo conosce “Ah , è…!” “Allora ci siamo messi a spingere, io …” i capelli di chi parla sono bianchi, si vede anche nella penombra..”ed alcuni altri, uno era romano, non l’ho mai più visto, anche lui della mia età, e poi suo figlio, ed un altro del mercato, tutti a spingere quel camioncino,che non partiva .C’era già abbastanza freddo, e ansimavamo tutti in quella strada del paese.Tutti noi vecchi ambulanti a spingere quella baracca di macchina, ed il suo autista imbranato…” “Si, mi ricordo di lui, era uno piccino,sui sessanta, con la coda di cavallo” interviene uno seduto tra noi “Cercava un lavoro fisso, diceva che non ce la faceva più, con i mercati” “Si” ha continuato l’ambulante sconosciuto. “Sa,Padre, eravamo noi quattro vecchi ed un ragazzo giovane a spingere per quella strada lì. La vede Padre? Di fronte alla casa Parrocchiale o l’oratorio.GREST .Gruppo estivo, preghiera e divertimento per i giovani,vero? Ne facevo parte anch’io,cinquanta anni fa. Sa,Padre? Davanti,appena usciti dall’oratorio o dalla Chiesa, ci saranno stati dieci,venti giovani. Scherzavano, ridevano, tutti contenti. Siamo passati spingendo il camion davanti a loro, noi vecchi, noi ambulanti varie volte,avanti e indietro, avanti e indietro… C’era un’aria fredda..Noi si ansimava tutti, si respirava forte con quel freddo nella gola…Un po’ si spingeva, un po’ si scivolava, spingendo: era una macchina pesante. Ma il camion non partiva. Ci scoppiava il cuore, ma noi non si voleva smettere. Alla fine,ormai era già buio, lo abbiamo parcheggiato da parte,sempre spingendo.Poi ci siamo ristretti in una macchina,abbiamo riportato quel poveraccio fino a casa. Dopo siamo tornati a casa anche noi. Il camioncino lo avrà ripreso l’indomani .Non so.Lui non l’abbiamo più rivisto, ai mercati.” “Si,”interviene un altro “ha smesso”. Quello che raccontava ha ripreso:”Di quei ragazzi, sa Padre? Nessuno ci ha detto – Volete una mano ?- Vi possiamo aiutare? – No, nessuno ha detto nulla.” Poi ha taciuto, è sparito nella sua ombra . Poi ha detto: “Ma, ora,cosa gli insegnate,voi, ai giovani?”Ha detto così.Poi uno si è alzato,ha detto che era tardi,si è stirato un poco, ha sbadigliato “Domani ci si alza presto” “E speriamo che non piova” ha detto un altro, guardando il cielo dietro il castello . Ma no, non pioverà : stanno già brillando le stelle.

Di: Vanni Mariotti

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