Mantova – IL TESSUTO COME ARTE

| 30 dicembre 2017
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Antonio Ratti imprenditore e mecenate tra passato e contemporaneità

“A 5 anni avevo la mania di disegnare curve e controcurve. A 45 continuavo a svilupparle, sempre più grandi, armoniose, elaborate, ma questa volta volevo ottenere tessuti stampati preziosissimi. E’ così cominciato il vero problema, formare un’orchestra per sintonizzare tutte le note utili alla composizione. Avevo trovato un primo violino che sapeva trascinare i musicisti: ne venne un tessuto tanto raffinato. Poi a collaborare sono arrivati i corni, che avevano studiato le ultime note con l’elaboratore. E’ a 70 anni che nella nuova tecnologia orchestrale ho quasi compreso la struttura del disegno cashmere. A 101 sarò in grado di far meraviglie. Solo allora mi direte se sono stato veramente bravo.” Così scrisse Antonio Ratti (1915-1971), industriale comasco della seta, nel 1986 in “Poesia visionaria”.  Ratti è comasco, dove la seta è sovrana da sempre, e in questo ambito decide di operare. A trent’anni trasforma uno studio di disegno in impresa, fondando, nel 1945, la ‘Tessitura Serica Antonio Ratti’ per la creazione e la commercializzazione di tessuti per cravatte e foulards. La sua vita è un connubio tra impresa ed arte, creatività e promozione culturale che lo porta ad istituire, nel 1985, la Fondazione, Ente Morale Onlus, a suo nome, sponsorizzando mostre a Milano e a New York per il Costume Institute del Metropolitan Museum of Art, perchè egli ritiene che la cultura, la conoscenza e l’arte siano strumenti fondamentali per interpretare il proprio tempo. Alta qualità, sperimentazione ed innovazione sono le caratteristiche che distinguono il suo operare.                                                                 Ora, in uno dei luoghi più prestigiosi d’Italia, Palazzo Te, villa costruita nel Cinquecento da Giulio Romano per l’ ‘onesto ozio’ del principe Federico II Gonzaga, il Comune di Mantova, con il Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te e la Fondazione Ratti gli rende omaggio con una mostra spettacolare in un percorso in dialogo con le Sale monumentali del Palazzo per svilupparsi negli spazi espositivi delle “Fruttiere”; grazie al contributo dell’architetto Philippe Rahm, la mostra racconta il tessuto nelle sue varie forme: dalla ricca collezione di reperti antichi – considerata la più importante a livello europeo – di reperti di epoche passate, dall’Antico Egitto, alle sue creazioni e ai grandi archivi dell’azienda. In particolare è possibile fare un’esperienza tattile delle sue diverse stoffe messe a disposizione del visitatore su una pedana centrale che attraversa lo spazio delle Fruttiere stesse. Una parte della mostra è dedicata alla storia dell’azienda, che nel 1958 inaugura a Guanzate (Como) le moderne strutture disegnate da Tito Spini, un nuovo modello di architettura industriale. In questo stabilimento la visione di Ratti prende forma e si realizza il ciclo completo di produzione, più, la Palazzina dei Servizi Sociali, luogo polifunzionale e multimediale destinato ai lavoratori che ospita importanti eventi culturali e artistici, laboratori, rassegne teatrali e concerti. La produzione dell’azienda è presentata al pubblico con un allestimento che si rifà a quello delle due grandi mostre “Ratti & Paisley: cultura del cachemire”(1986, Fashion Institute, New York) e “Ratti & Paisley” (1988, Bunka Fashion College, Tokyo). Ai preziosi manufatti si collega l’opera di Luigi Ontani “Mostri comaschi su astri”: un disegno ad acquarello installato su una parete a sua volta rivestita dalla stoffa con la stampa dell’opera stessa, realizzata dalla Ratti S.p.A. Un progetto nato dalla collaborazione tra l’artista e l’azienda nel 1989. Ora i suoi tessuti dialogano con le monumentali sale mantovane per espandersi delle Fruttiere. A Palazzo Te i tessuti dell’imprenditore umanista sembrano avere trovato la collocazione ideale.                                                        I geni dell’arte (come Giulio Romano) possono ispirare una collaborazione con gli artisti dell’imprenditoria: “La conoscenza del passato genera la nascita di nuove idee e crea nuove forme di bellezza”, affermava Antonio Ratti. L’arte contemporanea è presente in mostra con opere di artisti coinvolti nelle numerose attività culturali della Fondazione, tra questi alcuni invitati a condurre e a partecipare alle ventitrè edizioni del workshop “CSAV-Artists Research Laboratory”, tra cui John Armleder, Julia Brown, Jimmie Durham, Renée Green, Joan Jonas, Giulio Paolini, Diego Perrone, Yvonne Rainer e Gerhard Richter. Negli spazi esterni di Palazzo Te vediamo importanti installazioni di Yona Friedman, Richard Nonas, Matt Mullican e Liliana Moro. Il percorso espositivo prosegue al vicino Museo della città di Palazzo San Sebastiano con l’opera “Wide White Flow” di Hans Haacke allestita nel Tempio.                                                                         Per questa occasione, Stefano Baia Curioni, Presidente del Centro d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, scrive; “Il rapporto tra la cultura d’impresa e la cultura in generale è un rapporto etico molto stretto….è tempo che il nostro italico saper fare bene entri nei palazzi più belli.” L’esposizione è curata da Lorenzo Benedetti, Annie Ratti e Maddaena Terragni. Una pubblicazione antologica, edita da MER Paper Kunsthalle, raccoglie testi e materiali relativi alla storia dell’azienda e della Fondazione Antonio Ratti.

Palazzo Te – Via Te, Mantova; fino al 7 Gennaio 2018; orari: lunedì 13-18.30; martedì-domenica 9.18.30; (ultimo ingresso ore 17.30); Tel. 0376 323266; www.centropalazzote.it ; www.fondazioneratti.org

Fabio Giuliani

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