Lugano: JEAN ARP – OSVALDO LICINI

| 1 agosto 2014
Arp-Licini - Lugano 2014

Lugano (Svizzera, Canton Ticino)

Diversità ed assonanze compositive

Vale certo una gita a Lugano e al suo lago la grande mostra attualmente in corso al Museo d’Arte, dedicata a due importanti rotagonisti del Novecento artistico internazionale, Jean Arp-Osvaldo Licini, a cura di Guido Comis (Museo d’Arte) e Bettina Della Casa (Museo Cantonale d’Arte). Anticipando la filosofia che sarà propria del nuovo centro culturale LAC (Lugano Arte e Cultura), la cui apertura è prevista per il settembre 2015, la mostra si sviluppa attorno al concetto di dialogo e di confronto, ponendosi così in continuità con la linea espositiva inaugurata nel 2013 con la rassegna dedicata a Paul Klee-Fausto Melotti. La città di Lugano, tradizionale crocevia fra Svizzera e Italia, Nord e Sud Europa, è da sempre luogo di incontro e confronto tra figure di diversa origine che ne mette in luce sensibilità e caratteristiche comuni. Arp e Licini sono uniti dalla ricerca dell’“elementare” e rivendicano la necessità di individuare nell’arte una dimensione spirituale, un momento originario, basato sulla ricerca di elementi primordiali. Entrambi indagano il mistero della relazione fra uomo e natura attraverso un vocabolario di forme essenziali; allo stesso tempo si possono apprezzare alcune differenze nella poetica dei due: se la natura rappresenta per Arp lo spazio in cui esplorare forme e processi al fine di formulare un inedito linguaggio visivo, per Licini essa è invece il luogo del mito, la dimensione a cui attingere per dare forma a un immaginario fantastico.  Al fine di mettere a fuoco i diversi temi di dialogo fra i due artisti, il percorso espositivo si articola in una successione di capitoli: dagli anni di formazione (“Gli esordi figurativi”), verso l’astrazione geometrica (“La linea dell’orizzonte”, “Equilibri instabili”, “Architettura dello spazio”, “Astrazioni”), la mostra si sofferma sull’indagine dell’universo naturale (“Genesi delle forme”), sull’uso delle lettere e dei simboli (“Caratteri e segni evocativi”) per chiudersi con un’importante sezione dedicata alla figura biomorfa  (“La danza della figura”). Parti del corpo, forme organiche, paesaggi, lettere dell’alfabeto o oggetti quotidiani vengono trasfigurati e ricombinati, come se gli artisti ambissero – ponendo in relazione elementi della natura e simboli astratti – a cogliere le dinamiche che presiedono a processi invisibili e rivelare le regole alla base del divenire delle cose. La mostra non si esaurisce in un dialogo a due voci, ma propone anche opere di artisti che Arp e Licini amarono o che condivisero il loro stesso orizzonte di ricerca. In proposito vediamo qui esposti dipinti e sculture di Auguste Rodin, Henri Matisse, Moise Kisling, Amedeo Modigliani: modelli ispiratori o compagni di strada. Per rendere conto del continuo confronto che Arp e Licini intrattennero con le avanguardie loro coeve – Dadaismo, Surrealismo, Costruttivismo, Neoplasticismo – e con le diverse correnti dell’astrazione, vengono presentate inoltre lavori di Paul Klee, Vassilij Kandinskij, Alberto Magnelli, Josef Albers ed altri ancora. Un ruolo di particolare rilievo riveste, inoltre, la figura di Sophie Taeuber-Arp, dal 1915 compagna di Jean Arp, nonché autrice di opere che destarono profondo interesse in Licini. Tra tutto 150 opere tra dipinti, disegni e sculture, tutte visibili anche nell’esaustivo catalogo edito da Skira, contenente contributi critici di studiosi internazionali ed apparati scientifici. Questo evento espositivo –  generosamente sostenuto da Credit Suisse, Partner del Museo d’Arte – si avvale del fondamentale contributo degli eredi Silvia e Lorenzo Licini, della Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini di Ascoli Piceno, del Centro Studi Osvaldo Licini di Monte Vidon Corrado, della Galleria Lorenzelli Arte di Milano, della Fondazione Marguerite Arp-Hagenbach di Locarno, della Fondation Arp di Clamart, della Stiftung Hans Arp und Sophie Taeuber-Arp e. v. di Berlino, nonché di importanti musei, gallerie e collezionisti privati.                                               Proprio da non perdere se si vuole aprire un libro sul migliore arte del Novecento.

Museo d’Arte (Villa Malpensata) – Riva Caccia 5 Lugano; Tel. 0041 (0)58 866 72 14; Orari: martedì–domenica: 10-18; venerdì 10-21; www.mdam.ch

Fabio Giuliani

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