Luci della Centrale Elettrica a Padova

| 14 aprile 2014
Le-luci-della-centrale-elettrica-Costellazioni

Di solito si pensa che i grandi concerti arrivino per lo più in estate ma per fortuna non di rado si presentano eccezioni sul tema come quella che porterà nelle prossime settimane a Padova, e precisamente il 21 di Aprile al Geoxino, una delle poche date del nuovo tour di “Luci della Centrale Elettrica”.

Alla faccia di chi dice che di Vasco (in Italia) ce n’è uno solo, Luci della Centrale Elettrica è in realtà l’alias musicale di un altro artista di nome Vasco, giovane ed altrettanto interessante, Vasco Brondi.

Brondi è quello che si direbbe un artista poliedrico e nelle scorse settimane, esattamente il 4 di Marzo scorso, ha presentato il suo nuovo album “Costellazioni” anticipato al grande pubblico attraverso il primo singolo “I destini generali” che ha già ottenuto una buona risposta di vendite su iTunes.

In città è già scattata la corsa ai biglietti per l’evento, sia su internet sia presso le rivendite tradizionali, così come tra i fans più affezionati è in qualche modo scattata anche la ricerca dell’acquisto last minute che gli garantisca un look adatto all’evento, seguendo magari i consigli di stile che alcuni siti di e-commerce mettono a disposizione dei propri clienti sui propri portali (come qui ad esempio); non è infatti un segreto che tra gli amanti di questo genere ci sia anche una certa “religiosità” rispetto allo stile, non solo quello musicale ma anche quello più prettamente pratico come l’abbigliamento con cui presentarsi ai vari eventi live organizzati.

Gli stessi fans che avranno già avuto modo di ascoltare i pezzi all’interno di Costellazioni. Questo nuovo album di Vasco Brondi è il frutto della fortunata collaborazione con Federico Dragona altre grande interprete italiano della polistrumentalità più esasperata; una polistrumentalità che in questo terzo album dell’artista non è tutta basata sull’utilizzo sconsiderato del computer come membro in pianta stabile della band.

Come dichiarato dallo stesso artista in diverse interviste di presentazione dell’album, questa volta il focus è stato posto sul suono affinché apparisse più “caldo e genuino”. Due aggettivazioni forse insolite quando si parla di musica ma che ben riassumono quella che è stata la volontà di base di Vasco Brondi.

Il motivo di questa ricerca nasce dalla speranza di riuscire nell’intento di imprimere nell’ascoltatore la sensazione di essere di fronte ad un suono non preregistrato ma realizzato in quel momento, e questo a prescindere dal fatto che si tratti di un ascoltatore che sta fruendo della musica in formato digitale o dal vivo.

Per ottenere questo risultato, all’interno di Costellazioni Vasco Brondi ha fortemente arricchito il suo stile solito attraverso l’adozione di strumenti di ogni tipo che vanno dalle chitarre acustiche a quelle elettriche, passando per batterie e drum (a seconda dell’effetto che si voleva creare), i fiati, gli archi e poi ovviamente tutto un tripudio di sintetizzatori.

Il risultato? Il risultato non è mai standard ma adattato ad ogni singola canzone dell’album. Accade ad esempio che si possano scorgere dei richiami addirittura alla Rino Gaetano all’interno di pezzi come Punk Sentimentale, mentre in una canzone come Firmamento è più evidente la presenza dell’elettronica, così come in Ti vendi bene sono le chitarre a farla da padrone imprimendo a questo pezzo un aria da ballata.

Ma c’è anche un’ultima e sostanziosa novità che gli ascoltatori di Costellazioni troveranno all’interno di questo album, ma per percepirla meglio bisogna aver un minimo ascoltato anche quelli precedenti. La novità in questione riguarda l’uso della voce, che passa dal classico stile parlato ad una modulazione che non è ancora canto ma molto ci rassomiglia. Anche questa novità rientra, come anticipato prima, nella più ampia volontà di fare di Costellazioni un’opera che sapesse di vivo e di attuale, ed in questo la presenza di una voce più simile al canto certamente aiuta.

Marco Ragni

 

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