Lonato del Garda: Università e Fondazione Ugo da Como insieme per il progetto di “albergo diffuso”

| 29 marzo 2015
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Studenti e docenti al lavoro per il nuovo progetto di “albergo diffuso” alla Rocca di Lonato

 

L’esperienza di progettazione sul campo degli studenti di Restauro architettonico e un nuovo curriculum di Gestione del Turismo confermano l’attenzione dell’Ateneo bresciano per il rilancio del territorio

 

 

Si è svolto a Lonato il convegno “La Cittadella di Lonato del Garda e il progetto dell’Albergo diffuso per il rilancio di un’economia turistica e sostenibile”, organizzato dal Comune di Lonato e dalla Fondazione Ugo da Como e patrocinato, tra gli altri, dai Dipartimenti di Economia e Management e di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e di Matematica dell’Ateneo bresciano.

L’evento è il risultato di un progetto nato nel 2014 a seguito della sottoscrizione di una convenzione tra la Fondazione Ugo da Como, presieduta dal prof. Sergio Onger, afferente al Dipartimento di Economia e Management e il cui Direttore Generale è l’Ambasciatore Antonio Benedetto Spada, e il DICATAM, al fine di proporre agli studenti del corso di Restauro della Laurea Magistrale in Ingegneria Edile e Architettura, all’interno delle attività didattiche e di laboratorio, l’opportunità di effettuare i rilievi e la progettazione del restauro di alcuni immobili storici di proprietà del Comune di Lonato e della Fondazione Ugo Da Como, al fine della stesura uno studio di fattibilità per la loro trasformazione in Albergo diffuso.

Dopo i saluti del Rettore prof. Sergio Pecorelli, il prof. Gian Paolo Treccani, ordinario di Restauro afferente al Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura, Territorio, Ambiente e di Matematica ha evidenziato l’eccezionale valore didattico e formativo dell’esperienza vissuta dagli studenti del corso di Restauro. “I nostri studenti – ha precisato il prof. Treccani – hanno potuto cimentarsi in una progettazione sul campoche ha permesso loro di impegnarsi e mettersi alla prova elaborando dei progetti di recupero di quasi una quindicina di edifici. Divisi in gruppi, essi hanno provveduto al rilievo dei differenti immobili, formulato delle ipotesi di conservazione e restauro di tipo strutturale, nonché progetti di riuso, con una particolare attenzione al tema delle barriere architettoniche”. Anche la prova finale del corso ha avuto un carattere di eccezionalità per i ragazzi, che hanno avuto la possibilità di sostenere l’esame di Restauro nella Sala Consiliare del Comune. “In queste due giornate – continua il prof. Treccani – verrà presentato l’esito del loro lavoro: saranno proprio i nostri studenti ad accompagnare il pubblico e a spiegare in loco le loro idee progettuali, riproposte su appositi pannelli”.

 

La particolare attenzione dell’Università degli Studi di Brescia per il rilancio del territorio è emersa anche dall’intervento della dott.ssa Michelle Bonera, ricercatrice universitaria del Dipartimento di Economia e Management ed esperta di economia del turismo. “La particolarità del modello ricettivo di ‘albergo diffuso’ – ha sottolineato la dott.ssa Bonera nel suo intervento – sta infatti nell’integrazione dell’impresa con la realtà socio-culturale e storico-architettonica del luogo: di conseguenza, esso permette di recuperare e conservare l’identità dei luoghi, il patrimonio artistico, culturale e naturale del territorio e, allo stesso tempo, offre l’opportunità di incrementarne il reddito e l’occupazione”. L’Albergo Diffuso è una tipologia recettiva di recente diffusione in Italia ed Europa e, conclude la dott.ssa Bonera “è un’opportunità per il nostro Paese di sperimentare e offrire ai turisti un’ospitalità tipicamente made in Italy, avviando una forma di turismo sostenibile”.

 

L’Ateneo bresciano ha per altro attivato, a partire dall’anno accademico in corso, un nuovo curriculum in Gestione del Turismo all’interno del corso di laurea triennale di Economia e gestione delle imprese, per offrire una formazione specifica da spendere nel settore della gestione delle imprese turistiche, tipicamente di piccole-medie dimensioni, con il ricorso a moderne modalità di conduzione e di supporto alla crescita dimensionale e alla sostenibilità economica.


Chiude con una riflessione il Rettore Pecorelli: “quando si creano sinergie tra enti, come in questo caso tra Università, Comune di Lonato e Fondazione Ugo da Como, i risultati sono sempre importanti. Oggi riconsegnamo, insieme, ad una nuova vita, gioielli architettonici e artistici patrimonio del nostro territorio. L’esito tangibile di questa visione condivisa è un impegno forte per i nostri giovani, per il continuo miglioramento e progresso della comunità, con ricadute economiche e culturali a beneficio dell’intera collettività “.

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