L’OLIO DEL GARDA La nuova generazione della tutela

| 1 aprile 2011
Andrea Bertazzi e l’Azienda Agricola Il Roccolo di Polpenazze

Si fa tanto parlare di territorio. Di tutela. Di tradizione. L’olio extravergine che sgorga dai frantoi gardesani non ha bisogno della retorica da propaganda. Insieme al vino di Riviera, è l’ambasciatore della gardesanità, di uno stile di vita che è dato praticare unicamente sulle sponde del Benaco, nei borghi dominati dagli antichi castelli, fra le Pievi e le preziose cappelle votive, fra i giardini delle ville del buen retiro mitteleuropeo e i sentieri dai sentori mediterranei delle zone umide e boschive.

Gesti arcaici e secolari saperi sono giunti fino ai giorni nostri per celebrare, anno dopo anno, l’attimo eterno in cui l’oliva sacrifica se stessa per cedere all’uomo il suo fluido dorato, quel pregiato nutrimento che impreziosisce le tavole fin dalle età più remote. Iconema della produzione agricola d’antichità, celebrato per le virtù nutrizionali, i poteri medicamentosi, la simbologia mitologica e religiosa, l’olio extravergine d’oliva incarna l’identità della comunità benacense che sa innovarsi con mestiere e costanza per rispondere alle esigenze della contemporaneità. Bene lo sanno i soci del Consorzio olio Dop Garda che hanno sfidato la gerontocrazia latente di buona parte dei distretti produttivi e hanno affidato la guida del loro sodalizio al giovane imprenditore agricolo Andrea Bertazzi. Intervista a Andrea Bertazzi, Presidente del Consorzio olio Dop Garda. Il 14 aprile 2008 il Consorzio di Tutela Olio Extra Vergine di Oliva Dop Garda delle provincie di Brescia, Trento, Mantova e Verona la nomina Presidente, incarico riconfermato nel maggio 2010. Come interpreta la vocazione consortile al sostegno e alla valorizzazione dell’olivicoltura d’eccellenza?L’incarico di presidente del Consorzio Olio Garda Dop è una grande responsabilità oltre che un’importante scuola di formazione. Lavoro con passione e umiltà, sapendo di rappresentare i tanti produttori che mi hanno dato fiducia e a cui devo render conto nel percorso di valorizzazione ed efficace difesa del loro prodotto, ovvero ciò in cui credono e su cui investono. L’importante è avere chiaro l’obiettivo e impegnarsi a fondo per raggiungerlo attraverso scelte condivise che procurino vantaggio a tutti i produttori, a partire dalla divulgazione culturale sulle caratteristiche di qualità e sull’utilizzo dell’olio gardesano, fino alla sostenibilità economica delle aziende agricole e alla preservazione del paesaggio tipico, elemento fondamentale per lo sviluppo turistico. Il Consorzio deve essere strumento d’informazione e d’indagine sulle potenzialità dei mercati nazionali ed esteri, di confronto con le altre associazioni e realtà olivicole, di dibattito per cogliere spunti e suggerimenti utili e preziosi.” Quando si parla di Olio Extra Vergine di Oliva Dop Garda ci si riferisce a una denominazione di origine protetta che abbraccia tre regioni e quattro province. La visione unitaria è propedeutica alla tutela di un alimento particolarmente apprezzato dai consumatori. Quali sono i controlli imposti dal marchio DOP?Il disciplinare di produzione è la carta fondamentale del produttore di olio DOP. I controlli vengono applicati su tutto il ciclo produttivo, dal campo fino all’imbottigliamento e alla commercializzazione. Il CSQA è l’organismo di controllo per la certificazione; poi, immesso il prodotto sul mercato, le verifiche sono svolte dal ICQ, dall’Ispettorato Repressione Frodi e dall’Agente Vigilatore del consorzio autorizzato dal Mipaff che ha il dovere di segnalare eventuali scorrettezze e frodi all’autorità competente.” Lei si è battuto per la valorizzazione della denominazione locale rispetto al nuovo marchio «100% Italian olive oil». Può spiegarne i vantaggi? Il Garda ha una produzione limitata di olive e di olio rispetto ad altre zone di produzione più estese che potrebbero trovare giovamento da questo nuovo marchio. Viceversa creare sul Garda una filiera parallela alla DOP risulta controproducente e genera confusione nel consumatore. La scelta di campo non può prescindere dalla valutazione di un modello vincente per la nostra realtà produttiva. Si calcoli la fortuna di avere una denominazione legata a un territorio importante e conosciuto come il Garda che rappresenta un volano per la vendita. E si tenga conto dello sforzo compiuto in questi anni dai produttori che hanno creduto nella DOP e hanno tracciato e poi lastricato una strada ben definita: sarebbe un grave errore non seguirla. E poi ci si chieda: come può un olivicoltore benacense guadagnare più o meno 4 euro al chilo per l’olio “100% Italiano” quando i costi di produzione sul Garda sono molto più alti? Se si calcola il costo di potatura, trinciatura, raccolta -prevalentemente a mano – e molitura, nonché l’utilizzo di manodopera regolarmente assunta, l’olio del Garda non può costare all’ingrosso meno di euro 9.50 – 10.00/Kg. Casaliva, Pendolino, Leccino, Moraiolo, Gargnà. Quali sono le carte vincenti che le varietà gardesane possono giocarsi sui mercati interni ed esteri?Produrre olio con queste varietà di olive, in purezza o in miscela, è una scelta aziendale e commerciale. Ciò che fa la differenza è il valore aggiunto della garanzia di certificazione “Garda DOP”. Solo un olio extra vergine certificato può indicare in etichetta “Olio del Garda “. Ciò significa identificarsi in un territorio provilegiato e operare una distinzione: di extravergini ce ne sono in tutta Italia ma l’olio del Garda è unico. Questa è la carta vincente da giocare. Quanto è importante la presenza e il confronto nei concorsi oleari e nelle manifestazioni di settore come Sol, il Salone Internazionale dell’Olio Extravergine di Qualità, a cui anchequest’anno avete aderito convintamente? Partecipare a manifestazioni fieristiche e a concorsi selezionati consente di presentarsi in un’importante vetrina di promozione e di raggiungere un vasto pubblico, nazionale e internazionale.Senza contare che è un’occasione di confronto con le realtà produttive di tutto il mondo. Nel 2009 lei è stato insignito del premio “Olio Capitale” come “Personaggio dell’anno” per aver saputo dare un forte impulso innovativo agli extra vergini a marchio Dop. Nella motivazione Le si riconosce “il coraggio nell’assumere un ruolo guida in un comparto che è invece rinunciatario e poco coraggioso nelle scelte di campo”. Condivide l’analisi? Per la verità, il premio è giunto inaspettato, una piacevole sorpresa. Ritengo che ilConsorzio Garda DOP che rappresento abbia avuto semplicemente il coraggio di esprimersi liberamente, assumendo una posizione ben chiara, dovendo a volte quindi confrontarsi e scontrarsi – ma sempre rispettosamente – con chi imponeva scelte non condivisibili. La passione è frutto di talento e ricerca personale, ma sovente sgorga anche da una storia affettiva e parentale. Quanto ha contato l’azienda agricola di famiglia nel suo sentirsi parte di un territorio da tutelare, a partire dai prodotti simbolo dell’agricoltura di tradizione? La famiglia ha avuto un ruolo fondamentale. Mi ha trasmesso il rispetto per la terra, la passione per l’agricoltura e i suoi valori, insegnandomi che l’uomo può operare per produrre al meglio, ma non tutto è nelle sue mani: buona parte è compito della natura. Conoscere, studiare, innovarsi, appassionarsi a ciò che si coltiva e si produce, aprirsi ad altre realtà agricole, mettendosi sempre in gioco, confrontandosi con gli altri: ciò permette di capire l’importanza della responsabilità e della custodia della terra che si lavora, così come la necessità della trasmissione dei saperi. Vivere in prima persona le difficoltà e le esigenze di un comparto agricolo, aiuta a cercare soluzioni per costruire, migliorare, prospettare un futuro positivo di crescita per le aziende agricole del nostro territorio. Il Lago di Garda rappresenta un patrimonio inestimabile per le comunità che vi risiedono, per gli ospiti che vi transitano e per le generazioni a venire. L’olio d’oliva sulle tavole imbandite ricorda una storia e una tradizione. E indica la strada della qualità come unica via per uno sviluppo autenticamentesostenibile. Il Consorzio Garda DOP si fa battistrada di questo percorso. Per scelta e per vocazione.

Di: Anna Dolci

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