Locarno (Svizzera, Canton Ticino): ROTELLA E IL CINEMA

| 25 luglio 2016
Rotella 1

Nuove interpretazioni di un artista internazionale per la “Settima Arte”

Collocata sulla “punta” elvetica del Lago Maggiore, Locarno è bella cittadina caratterizzata, come la “collega” ticinese Lugano, da elementi paesaggistici e culturali che meritano una approfondita visita. E’ famosa soprattutto per ospitare, in Agosto, il “Festival Internazionale del Film”, che attira ogni anno registi, attori, produttori ed appassionati da tutto il mondo, quando Piazza Grande si trasforma in una eccezionale sala cinematografica all’aperto. Nel centro abitato Casa Rusca è una tipica dimora signorile del XVIII secolo, con corte interna chiusa da tre livelli di portici. Nella metà degli anni Ottanta lo stabile è stato trasformato, a seguito di un accurato intervento di restauro, nella Pinacoteca della Città di Locarno. Da allora Casa Rusca ha ospitato oltre alle collezioni cittadine importanti mostre internazionali. Il cortile, il giardino e gli spazi della villa borghese del settecento sono arte pura. La ricchezza della collezione si deve a diverse donazioni di artisti. Negli spazi esterni è possibile ammirare tra l’altro opere di Jean Arp, mentre l’interno è dedicato alle creazioni di Varlin, Sophie Taeuber, Hans Richter e dell’artista locale Filippo Franzoni. La Pinacoteca Casa Rusca possiede collezioni frutto di gentili donazioni o lasciti da parte di artisti o relative famiglie, di collezionisti locali. Nei suoi spazi sono allestite regolarmente esposizioni temporanee di artisti svizzeri ed esteri con possibilità di visite guidate su richiesta. Proprio legata al mondo del Cinema è l’esposizione attualmente in corso, dedicata a chi ha fatto del manifesto pubblicitario cinematografico pubblicitario e del suo “strappo” la centralità del suo fare arte. “Rotella e il Cinema” intende infatti presentare al grande pubblico lo stretto rapporto che ha caratterizzato l’intera attività di Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918-Milano, 2006) con il mondo del cinema: attraverso un percorso cronologico e tipologico, vengono spiegate le molteplici tecniche utilizzate dall’artista per rappresentare il suo legame con il cinema italiano ed internazionale. A partire dai primi “décollages” dell’inizio degli anni Sessanta – dove il soggetto cinematografico diventa man mano protagonista – il percorso prosegue focalizzandosi sulle tecniche fotomeccaniche del riporto fotografico e dell’ “artypo”, sviluppate tra il 1963 e il 1980: se nei primi Rotella isola singoli fotogrammi riportandoli su una tela trattata con un’emulsione fotografica, negli “artypos” i manifesti diventano materia prima di una sovrapposizione randomica di immagini e scritte. Conclusa l’esperienza con la “Mec-Art”, negli anni Ottanta l’artista sceglie di ritornare al manifesto cartaceo, che diventa una sorta di canovaccio per le sovrapitture realizzate apponendo un segno pittorico sulle “affiches”, dando così vita alle icone della cultura cinematografica, da Brigitte Bardot a James Dean. La centralità del manifesto – in particolare di quello cinematografico – porta l’artista a concentrare la sua produzione degli anni Novanta e dei primi anni Duemila di nuovo sui grandi e grandissimi décollages dove i miti del cinema “storico” come Marilyn Monroe, Elizabeth Taylor, Sofia Loren, John Wayne e Elvis Presley si confrontano con i nuovi divi e registi di quello contemporaneo, come Keanu Reeves, George Clooney, Quentin Tarantino, Lana e Andy Wachowski, creando un dialogo sempre attuale con la cosiddetta “settima arte”. A sottolineare la centralità del cinema nella produzione dell’artista, sono presenti in mostra dei monitor tramite i quali vengono proiettati – a fianco di alcuni dei lavori – degli spezzoni di quei film la cui locandina è stata da lui utilizzata per la realizzazione delle opere. Una modalità espositiva che permette di percepire in maniera simultanea e per libera associazione, la fonte di ispirazione da cui l’artista ha tratto spunto creativo. Illuminanti sono le sue parole che ci illustrano il suo credo: “Ci vuole distacco, sintesi, compassione. Soprattutto ci vuole un radar mentale orientato costantemente sulla società.” Un’essenziale notta biografica. Fu artista poliedrico, anticonformista, autori di poemi e di composizioni musicali, suonatore di strumenti a percussione, cantante, attore, viaggiatore instancabile, incline alla meditazione come strada per esprimere la propria creatività. Dopo il suo soggiorno in America alla prestigiosa Università di Kansas City grazie ad una Borsa di Studio della Fulbright Foundation, tornato in Italia nell’effervescente clima culturale di Roma, ha quella che egli definisce una “illuminazione Zen”: la scoperta del manifesto pubblicitario come espressione artistica della città, e da qui i suoi “décollages”. Alla XXXII Biennale di Venezia del 1964 a Rotella è dedicata una sala dove vengono esposti i grandi “Décollages”, tra cui “Marilyn”. Grande sperimentatore nel rivoluzionare i linguaggi artistici del dopoguerra con mostre personali e partecipazioni ad importanti rassegne internazionali. Fu apprezzato in vita dal famoso critico Pièrre Restany, sostenitore del “Nuovo Realismo”, che lo ospitò a Parigi per dieci anni. Nel 2000, per volontà dell’artista, è stata costituita la Fondazione Mimmo Rotella, con il desiderio da lui dichiarato che “il nuovo organismo fosse animato da una visione culturale ampia di confronto e di dibattito, non una scatola chiusa riservata a pochi, che non avrebbe senso e finirebbe con lo svuotare di significato la mia stessa concezione dell’arte e della vita.” Sono certo che con i suoi “Décollages”, immagini strappate dai muri e ricomposte in collage con nuovi significati, egli è stato uno degli interpreti più sensibili della vita contemporanea e dei suoi nuovi linguaggi attraverso il gesto contestatore dello strappo della realtà urbana e dell’interpretazione dei frammenti. “Pop” e profondo Mimmo Rotella. La mostra, curata da Rudy Chiappini, è accompagnata da un importante catalogo, Casa Rusca Edizioni.

Pinacoteca Comunale Casa Rusca – Piazza Sant’ Antonio 1, Locarno; Tel: +41 (0)91 756 31 85; Fino al 14 Agosto 2016 (in concomitanza con il “Festival del Film”: 3-13 Agosto 2016); Orari: da martedì a domenica 10-12 e 14-17; Tel: +41 (0)91 756 31 85; www.museocasarusca.ch

Fabio Giuliani

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