Locarno – Milano – Venezia TURISMO FLUVIALE

| 1 giugno 2005

IN VIAGGIO SUI NAVIGLI. DISCESA IN BARCA PER IL RECUPERO TURISTICO DELL’IDROVIA.
Locarno – Milano – Venezia. Passaggio a Nord Ovest 


Anche quest’anno l’Istituto per i Navigli, l’Associazione Amici dei Navigli e l’Associazione Motonautica Venezia hanno organizzato “In viaggio sui Navigli. Discesa in barca per il recupero turistico dell’idrovia. Locarno – Milano – Venezia. Passaggio a Nord Ovest”, la cui seconda edizione si è svolta dal 6 al 15 maggio scorsi. Sei imbarcazioni alimentate a GPL (dunque dotate di motori a basso impatto ambientale), con a bordo autorità, rappresentanti della stampa e della televisione, hanno navigato lungo l’idrovia Locarno – Milano – Cremona – Venezia, un sistema idroviario turistico che collega la Svizzera al Mare Adriatico, attraverso un percorso che parte dal Lago Maggiore, continua sul Ticino, sul canale Industriale, sul Naviglio Grande, sul Pavese, di nuovo sul Ticino e sbocca infine sul Po e nella Laguna Veneta. Non ancora completamente utilizzabile, l’idrovia è oggetto negli ultimi anni di interventi volti al recupero della navigabilità: il Lago Maggiore è una realtà consolidata e sono già previsti lavori di ristrutturazione in diversi punti sul tratto Sesto Calende – Milano. Dal centro lombardo si naviga sul Naviglio Grande fino a Gaggiano; la navigazione da Cremona, a Ferrara e a Venezia, con la variante su Mantova attraverso il tratto terminale del Mincio e i laghi che circondano la città, è già attiva. Per ottenere la libera e continua navigazione da Milano a Pavia e da Pavia a Venezia mancano quindi il Naviglio Pavese e il tratto da Pavia a Cremona, dove sono già in corso i lavori o i progetti di recupero delle opere idrauliche degradate di cui è stata data notizia in un recente convegno svoltosi presso il Museo della Scienza di Milano. La discesa si propone di sensibilizzare gli Enti preposti e l’opinione pubblica al recupero e alla valorizzazione di un percorso molto affascinante e dalle potenzialità turistiche molto interessanti. Il turismo fluviale è da anni praticato in Europa con indotti economici di tutto rispetto, specialmente in Francia, Germania e Olanda, mentre è quasi del tutto inutilizzato nel nostro paese. La pianura padana possiede enormi potenzialità con una rete di laghi, fiumi, navigli e canali navigabili estesa come poche altre ma che da sempre autorità e operatori hanno trascurato preferendo sostenere forme più tradizionali di turismo. Nel generale riposizionamento del turismo regionale, questo settore potrebbe riservare gradite sorprese specie se incrociato con escursioni in bicicletta, soste enogastronomiche, visite a monumenti storici poco frequentati perché lontano dalle destinazioni tradizionali. Solo qualche anno fa non esisteva alcun servizio, al di fuori dei tradizionali passaggi gestiti dalla Navigazione Laghi, mentre oggi alcune compagnie, specialmente straniere, organizzano crociere di una settimana da Cremona sino a Venezia. Qualche cosa si muove sul Mincio e sull’Adda ma limitatamente a semplici escursioni giornaliere. Varrebbe forse la pena di riconsiderare i progetti, oggi abbandonati in qualche cassetto, per rendere navigabile l’intero Mincio in modo da creare un circuito continuo che da Riva del Garda potrebbe arrivare sino a Locarno sul Lago Maggiore o alla laguna veneta. Il servizio potrebbe partire anche subito utilizzando mezzi alternativi, bicicletta o cavallo, per superare le interruzioni oggi presenti e in attesa delle opere di collegamento. Pur mancando di dati completi, si ricorda che il settore vede la presenza di più di cinquemila vacanzieri d’acqua dolce che trascorrono una settimana a bordo delle navi oggi attive sul Po e più di sessantamila escursionisti giornalieri divisi tra laghi di Mantova e basso Mincio.

Di: Carlo Zani

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