Ligornetto (Svizzera, Canton Ticino) – CON LA LUCE DI ROMA – Fotografie dal 1840 al 1870 nella Collezione Marco Antonetto

| 1 marzo 2016
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Con la Luce di Roma 5I primi “obiettivi” sulla citta Caput Mundi

Oggi le foto sono il nostro pane quotidiano, ma più di un secolo e mezzo fa….                                                                                                                                 “Ho iniziato a ricercare e raccogliere fotografie nei primi anni Settanta, poi sono passato alla collezione: era difficile trovarle perché nessuno pensava che la fotografia fosse da conservare, specialmente quella dell’Ottocento. Trovavo qualcosa dagli antiquari, nelle biblioteche antiquarie, mentre dall’estero sono arrivate le cose più interessanti.(…) Dell’Italia, le città più fotografate erano Roma, Firenze e Venezia, però queste ultime erano ripetitive, le solite vedute, mentre Roma aveva una vastità incredibile di zone, posti, luoghi e ho iniziato a specializzarmi nella ricerca.” Con queste parole Marco Antonetto, collezionista di materiale fotografico ed esperto delle tecniche relative del XIX e XX secolo, descrive la mostra attualmente ospitata presso il Museo Vela di Ligornetto, comprendente 150 immagini da metà a fine Ottocento, che testimonia gli sguardi che sulla “Città Eterna” posero all’epoca quanti si interessarono ad essa e alla sua immagine per ragioni scientifiche e di studio, per passioni ed esigenze artistiche, per piacere e semplici curiosità mondane, o per motivi professionali e commerciali. Questa selezione indaga ed approfondisce ulteriormente il carattere e le specificità della più antica attività fotografica a Roma, dalle prime prove al dagherrotipo, alla sperimentazione dei primi negativi su carta, fino alla nascita degli studi fotografici professionali e alla creazione dei repertori di immagini più diffusi e affermati nell’ambito del mercato internazionale delle immagini. La Collezione Antonetto mette soprattutto a fuoco la produzione vedutistica, erede diretta della precedente attività grafica e pittorica che, proprio a Roma con l’opera di Gaspar van Wittel, di Gian Battista Piranesi, di Giuseppe Vasi e vari altri, aveva trovato uno dei principali centri di affermazione e diffusione di questo genere, successo dovuto al ruolo primario che ebbe Roma quale città d’arte e di antichità e, fino alla fine dell’Ottocento riferimento culturale per l’aristocrazia e la nascente borghesia europea, nonché polo essenziale per intellettuali, eruditi, letterati e artisti di tutto il mondo occidentale. E’ questa l’occasione per tornare a quella luce, ai primi sguardi fotografici di una città insieme antica e classica dentro un paesaggio ancora rurale, di borgo, cogliendo la passione e l’interesse di Vincenzo e Spartaco Vela per la nuova tecnica. Durante il percorso si possono ammirare anche sculture della collezione permanente. La Direttrice del Museo Vela, Gianna Mina, ci parla di questa felice collaborazione. “Ci sono delle mostre che hanno una pertinenza con il luogo dove vengono presentate, in questo caso una passeggiata nella città eterna che Vincenzo Vela in quel periodo ha conosciuto. Un legame ideale tra il tema della mostra, gli albori della fotografia a Roma e le vedute pensate allora per le esigenze dei turisti: una città che Vela, nel 1847, quando concepisce lo ‘Spartaco’, ha visitato – il suo capolavoro giovanile viene pensato lì – e che viene a dipanarsi in una contiguità tra gipsoteca e luogo, evidenziata mettendo in alcune sale delle opere strettamente legate al tema. A esempio il Pio IX, questo piccolo marmo, ritratto del Papa che Vela esegue quando c’era la speranza che fosse un pontefice riformatore, aperto alle nuove istanze. (…) Più di una testimonianza: ricordo il bellissimo bozzetto di Garibaldi a cavallo che probabilmente Vela ideò per il Gianicolo. I richiami continui tra la sua opera e queste preziose e interessantissime fotografie vengono ripetuti negli spazi espositivi, per culminare con un acquisto che il Museo ha fatto cinque anni fa di uno splendido panorama di Roma dal Gianicolo, una foto molto grande composta da sette elementi legati uno all’altro: un caso molto raro che s’intesse insieme ad altre fotografie del nostro fondo, insieme a quelle della Collezione Marco Antonetto. (…) Una collezione unica, preziosa e vastissima, da cui abbiamo scelto le 150 opere in virtù del fatto che rappresentano, a partire dal 1840, quelle fasi di sperimentazione che riportano a un mondo in fermento. Ottici, editori, chimici, la concorrenza sul tempo, la figura del fotografo che ancora non esisteva. Una corsa per trovare dei mezzi sempre più attuali e idonei a rispondere alle esigenze artistiche e turistiche, e qui si vedono le prime prove del dagherrotipo, del collodio umido.” Maria Francesca Bonetti, storica dell’arte e della fotografia, ha dedicato uno studio dal titolo, “L’age d’or della fotografia a Roma tra studio, arte e mercato delle immagini”, contenuto nella pubblicazione “Con la luce di Roma”, a cura di Gianna A. Mina, che accompagna la mostra. Ricordiamo che Vincenzo e Spartaco Vela furono rispettivamente l’artefice di questa Casa-Museo e il suo donatore alla Confederazione svizzera. Nel 1849 Vincenzo si fece ritrarre la prima volta e, da lì in poi, lungo tutta la sua carriera si servì della fotografia per diffondere la sua arte, mentre il figlio Spartaco si cimentò personalmente con questa tecnica. In mostra le foto della Collezione Antonetto sono state integrate da alcune vedute romane appartenenti al fondo fotografico dei Vela insieme ad una recente acquisizione: lo straordinario “Panorama di Roma ripreso dalla quercia del Tasso” (1865) di Michele Petagna. Terminiamo con la frase da una lettera del 1887 di Vincenzo Vela che ci pare di grande attualità: “….notre patrie est toute dans ces institutions e rien dans ces frontières”, emblema di questa realtà museale veramente attiva.

Museo Vincenzo Vela, Casella Postale 8, Largo Vela 6853, Ligornetto – Svizzera; Fino al 19 Giugno 2016; orari Casa-Museo: gennaio-maggio 10-17; giugno – settembre 10-18; ottobre – dicembre 10-17; tutte le domeniche 10-18; chiuso lunedì; Aperture speciali: lunedì di Pasqua, lunedì di Pentecoste, 1 maggio, 1 agosto, 15 agosto;                                                                                                         Informazioni: T +41 58 481 30 44/40; Segreteria T +41 58 481 30 40; www.museo-vela.ch

 

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Fabio Giuliani

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