L’editoriale I dialetti di Dipende Giornale del Garda CASA NOSTRA SLANG

| 1 settembre 2009

Dodici anni in compagnia del concorso dedicato alle poesie nelle lingue gardesane, confermano l’antesignana attenzione della nostra testata per il valore del vernacolo anche in chiave di sviluppo funzionale della comunicazione. E quest’anno si lavora per un’edizione speciale della rassegna.

Poesia di un’estate che declina in settembre, secondo rime e strofe degli idiomi locali. Argomento alla moda quello dell’importanza di dialetto ed affini. Punta d’orgoglio per Dipende Giornale del Garda l’accertata vocazione antesignana alla materia. Con un concorso dedicato alle poesie stilate, oltre che in italiano, anche nelle lingue gardesanamente connotate quali bresciano, trentino, veronese e mantovano. Rassegna programmata anche quest’anno insieme al comune di Desenzano del Garda. Dodicesimo appuntamento in fase di definizione per quanto riguarda tempi e spazi dell’evento progettato insieme all’assessore alla cultura Emanuele Giustacchini, che da anni segue con particolare attenzione la manifestazione culturale divenuta punto di riferimento per l’intero bacino gardesano, travalicando province e idiomi. Per l’occasione si prepara un evento davvero speciale aperto a tutti i lettori di Dipende. A breve le consuete comunicazioni ufficiali sulle modalità organizzative dell’evento sia sul giornale sia direttamente ai poeti vincitori e partecipanti. Tantissimi come sempre. Dato che ora ci permette di aggiungere ulteriori riflessioni sul dibattito nazional popolare riferito ai dialetti, oggi in piena campagna stampa promozionalmente divulgativa. A noi, da dodici anni a questa parte, la questione del valore dell’identità locale rappresentata proprio dal dialetto era sembrata tanto ovvia quanto fondamentale in un’ottica non solo di recupero della tradizione, ma bensì di sviluppo creativamente funzionale della comunicazione. Tante le dimostrazioni, a supporto di questa affermazione, cresciute nel tempo insieme a Dipende Giornale del Garda ed ai suoi poeti. Prima fra tutte l’immediatezza del linguaggio propria di ogni vernacolo. Per una rapidità di razionalizzazione dei concetti impossibile da replicare con la stessa efficacia in lingua italiana. Pensiamo alle espressioni affettive. O a quelle ironiche. Senza trascurare le interlocuzioni drammatiche. Fino all’apoteosi, dialetticamente riassuntiva, di certi insulti senza tempo che sembrano fatti apposta per esprimere con precisione un certo tipo di sentimento negativo. Non facciamo, per bonaria par condicio, esempi, ma proponiamo a tutti voi di ripensare in queste direzioni nella vostra lingua locale. Facile esercizio didattico per un dialetto che metterà in evidenza all’occasione il vostro sorridere, piangere, rilassare, sfogare, eccetera. Se poi analizziamo la vastissima produzione raccolta proprio da Dipende con il suo concorso, questa costellazione emozionante di sensazioni originali ed originarie di un certo modo di interpretare lirismi sentimentalmente dialettici, allora il computo pronuncia il suo risultato in termini eccezionali. Per l’accademia, come si diceva rivoluzionariamente parlando, ci sarà tempo e modo post sedimento. Intanto prendiamoci la certezza del prodotto che trionfa campeggiando con la modesta semplicità che caratterizza la forza di un’idea. Poi ci sarebbe da raccontare della perfetta musicalità del dire, fare, rimare in dialetto. Ma questa è materia da trattare in altra occasione. Intanto godiamoci il vento triregionale bresciano, trentino, veneto e mantovano negli accenti e nei toni che ci riguardano. Traducendo, o meglio pensando direttamente, come spiegano correttamente gli insegnanti di lingua, una frase ricorrente del nostro abc quotidiano. E soffermiamoci sul risultato che garantiamo rocambolescamente sorprendente. Tanto da rilanciarne il vigore della denominazione dialetto, appaiata alla forza internazionalmente simbolica dell’anglofono slang.

Di: Giuseppe Rocca

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