L’Associazione Isolina contro i femminicidi

| 22 novembre 2013
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Isolina parte civile al processo di Trento 22/11/2013

LA NUOVA ASSOCIAZIONE DI VERONA CHIEDE DI COSTITUIRSI PARTE CIVILE NEL PROCESSO DI TRENTO PER L’UCCISIONE DI LUCIA BELLUCCI.

Si chiama Isolina, in omaggio alla giovane vittima e al bellissimo romanzo di Dacia Maraini, storia-inchiesta, ricostruita sulle cronache e i documenti dell’epoca, della morte a Verona, all’inizio del Novecento, di Isolina Canuti, uccisa dal suo amante che voleva costringerla ad abortire, poi condannata dalla legge e dalla società, dato che il processo scagionò l’assassino, accusò la vittima e condannò il giornalista socialista che pretese di difendere il diritto alla giustizia di una ragazza popolana contro l’esercito Sabaudo. A Isolina si intitola l’associazione per la prevenzione del femminicidio costituitasi all’inizio di giugno, a Verona che scende in campo per la prima volta oggi, di fronte al nuovo terribile fatto di sangue che vede una giovane donna uccisa per mano del suo ex compagno, solo per aver detto no, per aver affermato il suo rifiuto, la sua scelta. Isolina, la neonata associazione che riunisce uomini e donne di età e professioni differenti accomunati dal sentimento della necessità di fermare questa lunga strage di donne, si costituirà parte civile al processo a Vittorio Ciccolini.

«Saremo parte civile secondo quanto previsto dal primo punto del nostro statuto, cioè di essere parte civile in ogni processo per femminicidio», spiega Chiara Stella, promotrice dell’associazione, della quale sarà presidente Marisa Mazzi. «Abbiamo voluto questo come primo punto perché crediamo che ogni femminicidio sia una ferita all’intera società, che ci rigetta tutti nel buio della caverna. Di fronte a episodi come questo ultimo colpisce con tanta maggiore durezza il fatto che non si tratta di persone che vivono in condizioni sociali difficili, non siamo di fronte a contesti culturali arretrati. Emerge con chiarezza come l’intervento debba essere sociale e culturale nel senso di un ritorno all’accettazione del no e del limite, fuori dalla logica del “tutto e subito” che la civiltà dei consumi ha adottato come principio. Se, in quanto parte civile, ci sarà un indennizzo, lo devolveremo per un lavoro di prevenzione nelle scuole, e per il recupero degli uomini che agiscono violenza». Il secondo punto dello statuto della neonata associazione è promuovere un tesseramento di massa in città a favore di Isolina: l’associazione vuole così chiedere che ciascun cittadino si faccia parte attiva, nel suo lavoro, nelle sue competenze, di una nuova cultura del rispetto, contro ogni violenza. Il terzo punto prevede la richiesta all’amministrazione comunale di stabilire un fondo per un progetto pilota di prevenzione nelle scuole. «Crediamo che questo della formazione sia un passaggio fondamentale», prosegue Chiara Stella. «È necessario che fin da piccoli i futuri cittadini imparino a gestire emozioni e frustrazioni, riescano ad accettare il rifiuto e il fallimento: è necessario per una città futura davvero civile.»

Il GIP Forlenza ha accettato la richiesta presentata dall’avvocato Vincenzo Todesco in rappresentanza  dell’associazione “Isolina e…” di nominare un proprio perito esperto per la perizia psichiatrica. E’ la prima volta che viene riconosciuto a un’associazione di cittadine e cittadini il diritto di considerarsi offesi da un delitto di femminicidio: è un caso che apre una strada.

Ora il giudice Ancona che segue il processo dovrà a sua volta accettare che “Isolina e… “ sia ammessa come parte civile, e questo dovrebbe avvenire appunto venerdì 22 quando si terrà la prima udienza del processo inizio ore 10.

 

NOTE:

Il femminicidio, l’uccisione di donne in quanto donne, non è un “dramma d’amore”. In Italia, da inizio 2013, ogni mese, più di dieci donne sono state uccise dalla violenza di maschi a loro vicini. Il fenomeno esiste da sempre, ma solo oggi è emerso nelle sue reali e terrificanti dimensioni. Esso tocca tutte le classi sociali e non può più essere visto come una somma di casi isolati: va, invece, riconosciuto come espressione diffusa della violenza del genere maschile sul genere femminile. Da questa consapevolezza è nata “Isolina e…”

Che cosa è “ Isolina e…”

Isolina è un’associazione di donne e di uomini che si è costituita a giugno 2013 a Verona per contribuire ad affrontare con efficacia la gravissima emergenza umana, sociale, culturale e politica dovuta al devastante fenomeno dei femminicidi.

Isolina prende il nome da Isolina Canuti, giovane donna veronese uccisa ai primi del ‘900 da un capitano dell’esercito perché non rimanesse traccia della sua gravidanza.

Perché “Isolina e….”

Isolina si propone di chiedere giustizia in nome di tutte le donne, di segnalare la gravissima situazione alla società tutta e alle Istituzioni che la rappresentano, di aprire un dibattito pubblico sulla necessità di un radicale cambiamento culturale dell’identità maschile e dei suoi modelli.

Per chi “Isolina e…”

Isolina vuole agire perché siano predisposte le strategie più efficaci a livello legislativo e sociale coinvolgendo soprattutto la scuola, luogo fondamentale per realizzare percorsi di sensibilizzazione e di educazione a partire dall’infanzia.

Parliamone ora…

Isolina intende agire in nome di tutte le donne anche a livello giudiziario.

Si costituirà, quindi, “Parte Civile” nei processi penali contro i maschi responsabili di femminicidi per chiedere giustizia e per dare visibilità a questioni che fino ad ora sono state troppo spesso rubricate come drammi personali privati.

Sono invece questioni che affondano le loro radici in comportamenti, linguaggi, credenze profonde di un Paese che non accetta e non rispetta ancora la libertà delle donne.

Facciamo nascere Isolina in tante città…

Uniamoci perché, in ogni città, nasca un’associazione che prenda il nome da una donna uccisa dalla violenza maschile.

Questi nomi possono diventare il simbolo del “Basta!“ di ognuna e ognuno di noi.

Contattaci su Facebook: www.facebook.com/isolinaassociazione

 

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