Lago di Garda SOAVE

| 1 agosto 2006

Tutti i colori del bianco 
Il vino bianco sta recuperando sul rosso in qualità e in quantità: i consumi sono aumentati, i mercati, soprattutto quello straniero, lo stanno apprezzando e il Soave ne gode i frutti. 

I numeri sono di rilievo: il Soave produce il 5% dell’intera produzione nazionale a denominazione d’origine e rappresenta, all’incirca, l’intera produzione di Marche e Umbria messe insieme. Inoltre il Veneto è il maggior produttore nazionale di DOC e DOCG (circa 250 milioni di bottiglie), Verona è la maggior produttrice del Veneto, Soave è la maggior DOC della provincia con circa 600.000 q.li di uva vinificata. A tutto ciò va aggiunto, per quanto riguarda la zona, anche la DOC Lessini Durello che rappresenta uno degli spumanti, forse l’unico, a grande vocazionalità, figlio di un vitigno autoctono (la Durella) che ha più di 750 anni (documentato) e la DOC Arcore che è una delle nuove DOC con grandi potenzialità produttive e con una particolare attenzione al rinnovamento in vigna. Uno dei sintomi della crescita del bianco è dimostrato dalla forbice dei prezzi che, arrivato anche al 25%, è sceso al 5%, questo secondo le stime ISMEA elaborate su dati ISTAT e dovuto anche alla diminuzione dei prezzi del rosso. Altro dato statistico è la maggior vendita di barbatelle a bacca bianca, il che è stato sottolineato anche da Ermanno Murari della Rauscedo. Un altro valore aggiunto al vino bianco è quello inerente ai benefici salutistici e nutrizionali. Il dott. Alberto Bertelli, medico e farmacologo dell’Università di Milano e presidente della commissione “Vino e Salute” dell’ Organizzazione Internazionale del Vino, afferma che il vino bianco, assunto in modo corretto (mai a stomaco vuoto, con modiche quantità che, comunque variano da individua a individuo) contiene alcune sostanze che esercitano un benefico effetto sul l’organismo umano. Ora, pur tenendo conto che il consumo smodato dell’alcol rappresenta un grosso problema sociale, è opportuno educare il consumatore ai valori benefici che un buon bicchiere di vino porta con sé.
Qui possiamo fare il punto su quello che rappresenta, per il consumatore il bere vino bianco. Sinora il vino bianco è stato sinonimo di bere fresco, di bere giovane, di bere leggero: questa è la percezione che dà soprattutto ai giovani e alle donne. Happy hours, aperitivi, pesce, affettati, carni bianche, non consentono l’abbinamento con vini rossi corposi e strutturati, inoltre il bianco rappresenta anche un buon rapporto qualità prezzo che gioca in suo favore. Il Soave sembra rispondere egregiamente a queste caratteristiche: un nome affermato, una provenienza definita e un prezzo abbordabile sono i tre elementi che lo rendono competitivo e che assicurano al consumatore il piacere di un buon vino, la sua qualità e il suo territorio.
Ma sembra che, per qualcuno, le caratteristiche di freschezza, di leggerezza e di “pronta beva” non siano sufficienti: il Soave e il vino bianco in generale può essere un vino strutturato, corposo che si abbina a cibi elaborati e saporiti e che può durare nel tempo. Ed ecco, nel chiostro del Palazzo Vescovile di Montefore d’Alpone durante la manifestazione “Vininchiostro 2006, la degustazione in verticale: l’ultima del 2003 e le altre a seconda del Produttore (si è arrivati fino al 1967!): Soave, Verdicchio, Lugana, Chardonnay, Sauvignon, Gavi, Tocai, Traminer, Pinot bianco, si sono misurati per vedere se il proposito di diventare vini di lunga durata è, e sarà, un proposito realizzabile e soddisfacente. A detta dei numerosi e qualificati degustatori sembra che ci siano tutte le possibilità: fermo restando che il bianco è, e rimane, il vino fresco, giovane e leggero.

Di: Carlo Gheller

Commenti

×