Lago di Garda E IL GARDA TORNA A SORRIDERE

| 1 aprile 2006

Numeri positivi sia negli arrivi sia nelle presenze dopo alcuni anni stentati fra calo delle presenze e stagnazione degli arrivi che segnano un ritorno all’ottimismo fra gli operatori turistici gardesani. 

Sulla sponda bresciana gli arrivi sono cresciuti del 2,73 % e le presenze del 2,86 % arrivando a 1.022.776 gli arrivi e a 5.202.539 le presenze. Ancora più positivi i dati della sponda veronese che vedono rispettivamente un più 3,11 % e un più 7,44 % portando gli arrivi a 1.722.346 e le presenze a 9.133.048. Anche senza tener conto dei dati trentini (non disponibili al momento) il lago di Garda si presenta quindi come una delle principali destinazioni turistiche italiane piazzandosi al quarto posto in Italia dopo Venezia, Bolzano e Roma e ben prima di mete più titolate come Milano, settima con dieci milioni di presenze, o come Firenze, solo decima con poco più di nove milioni di presenze. L’area gardesana continua quindi ad essere particolarmente gradita ai turisti, specialmente stranieri, che affollano, apparentemente senza segni di stanchezza, tutte le località affacciate sul più grande lago subalpino. I mesi di punta sono sempre quelli: la stagione inizia ad aprile per terminare ad ottobre. La punta è ovviamente a luglio ed agosto con presenze, per la sponda bresciana, superiori al milione contro le appena quarantamila di dicembre e gennaio. Contando che i numeri diventano interessanti solo tra maggio e settembre, abbiamo ben sette mesi dove la potenziale ricettività resta sostanzialmente inutilizzata creando gravi squilibri nel consumo del territorio, eccessivamente sovraccaricato nei mesi estivi. La sfida che gli operatori devono affrontare è quindi quella della destagionalizzazione, dopo aver affrontato e in parte risolto positivamente quella della qualità. Una delle osservazioni più ricorrenti fra gli ospiti resta, infatti, l’eccessivo costo del soggiorno nella nostra località e, non a caso, a soffrirne è il turismo più popolare, segmento in calo, specie nelle presenze straniere, con un -0,87 % negli esercizi extralberghieri della sponda bresciana. Un allungamento della stagione influirebbe positivamente sul livello dei prezzi che potrebbero essere contenuti spalmando su più mesi le spese fisse. Si tratta quindi di sfruttare al meglio le potenzialità esistenti e progettarne nuove più attente ad una qualità diffusa basata sull’offerta culturale, congressuale, sportiva, enogastronomica. Bisogna decongestionare i mesi estivi da iniziative spesso in concorrenza fra loro, quando non eccessivamente ripetute tanto da venire a noia, e creare nuove occasioni di richiamo negli altri mesi dove assistiamo ad un pauroso vuoto nelle iniziative. Anche lavorando sui paesi d’origine è possibile fare grandi progressi pensando all’irrisorietà degli arrivi, poche centinaia di turisti, per esempio dalla Cina, paese che in Italia ha assistito al maggior incremento nel numero degli arrivi (+ 103,6 %), senza dimenticare altri paesi emergenti come l’India o la Corea.

Di: A cura di Carlo Zani

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