Lago di Garda: 220 milioni di Euro per il nuovo depuratore mettono d’accordo tutte le componenti politiche…

| 10 aprile 2016
depuratore-peschiera-450x250

In questa situazione sembra di vivere sull’ “isola felice” descritta dal professor De Rita qualche decennio fa a Gardone Riviera in occasione di un convegno sul futuro del turismo: tutto rose e fiori con una classe dirigente multicolore propensa alla difesa dell’ambiente. “Al primo punto viene messa la tutela territoriale, paesaggistica, ambientale e culturale di questo gioiello italiano per tramandarlo integro ai nostri figli”, enunciazioni come formule magiche del presidente della Comunità del Garda, on. Mariastella Gelmini, votata per acclamazione da tutti i sindaci. Peccato che questo proclama di tutela territoriale sia in contrasto con quanto realmente è accaduto e accade. (Se escludiamo Limone e Gargnano che hanno avuto la preveggenza di non esporre il proprio territorio alla speculazione). E’ singolare che si trovi un accordo sul malloppo per il depuratore e non si spenda una parola sulle molteplici speculazioni che compromettono, in molti casi lo straordinario patrimonio culturale, architettonico e storico del Garda, come per esempio l’operazione dell’ex società Lago di Garda a Gargnano sul sito che ha rappresentato e svolto un ruolo fondamentale per il paesaggio e la storia dell’agrumicoltura gardesana.I cantori dell’ideologia liberista, spacciata come crescita e progresso, hanno acceso la fiamma della speculazione edilizia negli anni 70 e quindi intrapreso e perseverato fino ad oggi la devastazione di questo “gioiello Italiano” come lo definisce la neo presidente della Comunità del Garda. Questa fiamma non ha mai smesso di alimentarsi neppure con i governi di centrosinistra, bruciando le opportunità di crescita economica che il turismo dovrebbe generare in un paese come il nostro. Consumato il tessuto commerciale della comunità con supermercati. Aumentate a dismisura le spese che i comuni devono sostenere per servizi, strutture e infrastrutture per seconde o terze case, scaricando il costo maggiore su residenti e operatori del settore turistico “ufficiale” in maniera insopportabile. Contrariamente a quanto dovrebbe succedere in un mercato che funzioni seriamente, ovvero: far pagare il giusto sulla base effettiva dei beni e dei servizi consumati. Percorrendo la Strada Statale da Desenzano a Salò, tra una rotonda e l’altra, tra un supermercato a destra o un capannone a sinistra o viceversa, è evidente la consapevolezza paesaggistica dei nostri amministratori. Percorrendo la Gardesana Occidentale in un qualsiasi giorno estivo è palese il sovraccarico di traffico che genera inevitabilmente congestionamento e scontenta tutti: residenti e turisti. Che gli artefici di questo sviluppo vengano innalzati ancora oggi a modello da tutte le componenti politiche, è un ulteriore colpo alla speranza di un domani migliore. Il futuro turistico del Garda è l’argomento di moda nei convegni che si sprecano nelle sedi colte del territorio, peccato che questi convegni guardino tutti da un limitato e modesto angolo di visuale: sviluppare iniziative promozionali, attrarre sempre più turisti per una immediata valenza economica assolutamente miope nei confronti della sostenibilità reale. Ambiente, territorio, paesaggio, turismo e cultura sono una cosa seria che richiedono qualche approfondimento in più se vogliamo affrontare le sfide che il futuro ci impone. Non bastano le formule stereotipate dei ”politicanti”.

 

Fiorenzo Andreoli

 

Dal Dipende di Primavera 2016 www.giornaledelgarda.info/giornali/160322-0649-231primavera2016.pdf.

Tags: , , , ,

Commenti

×