La perdita di una persona cara: saper convivere con un addio

| 14 settembre 2015
BodyPart (4)

Quando amiamo o siamo profondamente attaccati a una persona, noi la introiettiamo e diventa parte della nostra identità. Quando la perdiamo, per una morte, una separazione, o un rifiuto, non soltanto percepiamo il vuoto per la sua assenza nella nostra vita, ma sentiamo che anche noi siamo in qualche modo sminuiti, che anche una parte di noi è morta, e viviamo una delle esperienze più dolorose che la vita ci possa offrire. Nel vivere il lutto ci si scontra con la temporaneità della vita e con un grande senso di impotenza. La morte di una persona cara mette in crisi la nostra identità e le nostre certezze. Le emozioni sono un miscuglio di dolore, rabbia, senso di colpa, rimpianto, angoscia, disperazione. Le reazioni possono essere molto diverse: alcuni fuggono ritirandosi dalle relazioni e chiudendosi sempre più in se stessi, altri si buttano nel lavoro e si inventano mille impegni per dimenticare, altri ancora si affogano nel cibo, nell’alcool o nell’abuso di farmaci. Ciò che invece può aiutare è prendersi del tempo per “stare con il proprio dolore”, vivere la sofferenza fino in fondo, senza trattenerla o peggio ancora negarla. Non lasciarsi influenzare dagli altri sul modo migliore di vivere il dolore perché il lutto è un evento intimo e misterioso che va vissuto ascoltando i nostri sentimenti più personali e profondi. Elaborare una perdita significa superarla attraverso un graduale processo di accettazione, significa ridare lentamente senso alla vita, fare nuovi investimenti emotivi, cercare nuovi interessi ricordando sempre che chi ci lascia, oltre al ricordo, ci lascia anche un vuoto da riempire che apre nuove possibilità, nuove speranze. Se non si riesce a fare questo si rischia di entrare in una fase depressiva dove il dolore normale del lutto diventa malattia e dove l’angoscia e l’ impoverimento interno sono tali da rischiare di morire dentro.

Dott.ssa Sabrina Amico
Psicologa Psicoterapeuta

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