La Desenzano del primo ‘900
da Togazzari a Giulia Anzi

| 8 ottobre 2019
Giulia Anzi foto Ganzerla small

Successo di pubblico per la mostra “La passione per una Desenzano sospesa nel tempo” di Giulia Anzi, tenuta al Castello di Desenzano dal 24 agosto all’8 settembre, prorogata fino al 15. Il flusso di visitatori (intorno ai 2500) è stato pressoché continuo.

Sfogliando il libro delle firme con dediche, si scopre il paese d’origine di molti di loro. Tra gli stranieri spiccano quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Olanda, Belgio, Norvegia, Germania, Austria, Spagna, Russia, Polonia, Estonia, Perù, Brasile, Australia. Tra i turisti italiani risaltano provenienze pressoché da tutta Italia: da Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna. Non sono mancati diversi Desenzanesi.

I quadri esposti sono stati una quarantina, quasi tutti di grandi dimensioni. Ognuno rappresenta la creatività dell’artista, ma anche il grande lavoro, la cura e la ricerca di ‘pulizia’ e di chiarezza nella stesura dell’opera: lavori a olio su tela e ad acquarello o eseguiti con semplice grafite e pastelli. Caratteristico è stato l’impiego di vecchie fotografie degli anni tra il 1930 e il 1960 scattate dal fotografo Maceo Togazzari e riscoperte dal nipote Giuliano. Queste sono state poi ricostruite da Giulia Anzi al computer e rielaborate dalla fantasia e dall’ispirazione della pittrice.  Trasferito il particolare scelto su tela, Giulia ha disegnato i suoi personaggi, generalmente ragazze dagli abiti svolazzanti per il vento o per l’andatura. Ritratti sono anche bambini che corrono o giocano. La varietà di tecniche pittoriche e di eventi storici rappresentati ha affascinato molti turisti italiani e stranieri, che hanno spesso posto domande su questo o quel quadro.

Una visitatrice, sul quaderno delle firme, ha rilevato la serenità dei quadri. In verità ha colpito maggiormente il senso di caducità, di fuggevolezza, resa soprattutto da fogli di carta in balia del vento o dell’acqua, nonché lo struggimento di un tempo perduto accentuato dalle rovine provocate dalla guerra. Per i Desenzanesi la presenza di case, di angoli, di facciate del secolo scorso ha riportato alla mente la famigliarità avvolgente della vecchia Desenzano. I colori più accesi e contrastanti sono emersi nei paesaggi: ciliegi in fiore della primavera, papaveri rossi sulle colline moreniche dritti sul verde dei prati ondulati, vivido arancione delle foglie dell’autunno, bianco della neve attorno alla Balilla nera in primo piano. Il rimpianto di un ‘calore’ che non c’è più, la precarietà della vita umana, l’inutile rincorsa al successo, come si evince da alcune opere dedicate al record conquistato dall’idrovolante di Agello, danno una sfumatura in più all’amore per la bellezza. Dalle opere di Giulia Anzi emerge, infatti, un’energia che mira ad esprimere il bello, l’armonia, la serenità. E una parte dei turisti di passaggio hanno colto proprio questo…  ma anche un tocco umano e positivo nell’arte di Giulia.

GIANCARLO GANZERLA

per Associazione Studi storici Carlo Brusa

Approfittiamo di questa pagina dedicata a Giulia per ringraziarla pubblicamente per l’opera che, tempo, fa dedicò a Dipende. Avevamo pubblicato il suo primo calendario con le reinterpretazioni pittoriche delle fotografie di Maceo Togazzari e ci fece trovare a sorpresa un quadro dedicato a Dipende proprio nella vetrina di Togazzari di fronte alla porta della nostra redazione in centro a Desenzano. pubblichiamo qui sotto il grande disegno inedito. Grazie ancora alla gentile Giulia .

IMG_6065 dipende e Giulia Anzi

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