La Desenzano che verrà

| 22 maggio 2017
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Come sarà la Desenzano che verrà? Come verranno modificati, dai futuri amministratori, i luoghi del cuore e della memoria dei desenzanesi? Ecco un piccolo excursus sui luoghi simbolo su cui la prossima amministrazione verrà chiamata a decidere.

Il Castello. Da tempo si attende una ristrutturazione che renda fruibile anche la parte della ex caserma, e da decenni si inseguono voci su quali vocazione dare al Mastio che domina la città. Abbiamo sentito parlare, per lungo tempo, di trasformarlo in una Università, e ancora oggi giungono proposte di dargli una vocazione di formazione, magari realizzando una scuola enologica. La giunta uscente ha messo sul piatto il suo progetto: realizzare un grande teatro coperto, con una sala da 600 posti e servizi annessi. Al di là di chi approva e di chi critica l’idea, il vero ostacolo sembra di natura economica. I 15 milioni di euro previsti per realizzare l’opera sembrano un investimento eccessivamente oneroso, e non è facile trovare una simile cifra. Un terzo dei fondi sarebbero dovuti arrivare dalla vendita della ex Ragioneria (ITC), ma i bandi di vendita sono andati deserti. Per cui la sfida, per i futuri amministratori, non sarà solo trovare una degna destinazione al Castello, ma anche trovare i fondi per portare a termine il progetto prefissato. Altrimenti passerà un altro lustro senza che alcuna idea inizi a diventare realtà. Fra i primi progetti ricordiamo che l’architetto Betta aveva proposto anche un parcheggio sotterraneo di servizio a teatro, sale convegni ecc mai considerato. Infatti sembra che in futuro tutti andremo a piedi né possederemo alcuna auto. quindi niente costosi parcheggi sotterranei, meglio lifting superficiali e migliaia di euro di manutenzione, se i materiali utilizzati sono di scarsa qualità ma a buon mercato e pronti per l’apparenza. L’idroscalo invece si trasformerà radicalmente. Un luogo che sembrava immutabile, e inaccessibile è diventato in parte un piccolo parco pubblico, una striscia di accesso a lago, per il quale il Comune dovrà pagare un affitto annuo e tutte le spese di gestione, oltre alle spese per spostare la cancellata, mentre per il resto dell’area è stata modificata la destinazione urbanistica, e potrà così diventare un’area residenziale alberghiera. Il Ministero della Difesa resterà il titolare dell’area interessata al cambio di destinazione, e vuole dare in concessione lo spazio per i prossimi venti anni ad un privato, che dovrà ristrutturarlo per costruire un hotel, o un residence, o qualcosa di simile. Ma la decisione definitiva spetterà al futuro Consiglio Comunale, che dovrà votare, sulla proposta, e decidere se avallarla o meno. In caso di diniego, tutto resterà fermo, hanger e capannoni compresi, in attesa di una nuova proposta. Spetterà insomma alla futura maggioranza decidere se approvare, o meno, il progetto residenziale turistico proposto dal privato che avrà in concessione l’area dalla Difesa. E non è una decisione da poco. Ma il vero pomo della discordia sarà il futuro delle spiagge, Feltrinelli e Desenzanino da un lato, Spiaggia D’Oro dall’altra. Le due spiagge situate alla fine del Lungolago desenzanese sono state al centro di una grande battaglia politica. Da un lato la precedente giunta di centro destra che voleva riqualificarle grazie ai fondi della discussa operazione edilizia denominata Tassere Grezze. Dall’altro i moltissimi cittadini che si erano attivati in varie forme per difendere i luoghi per come erano o perlomeno evitare una cementificazione esagerata. Recentemente, quando la giunta Leso ha presentato il suo progetto di riqualificazione, gli animi si sono di nuovo accesi. Il nuovo progetto prevede, di fatto, la quasi scomparsa della spiaggia Feltrinelli e del suo storico pontile (nonché dei pedalò), mentre verrebbe allargata e riqualificata la spiaggia del Desenzanino. Quale futuro ci sarà per queste spiagge è difficile a dirsi, ma sicuro è che sia da destra che da sinistra si spinge per rifare quegli spazi a lago, mentre un sostanzioso numero di cittadini chiede una sistemazione conservativa e difende le rive dall’assalto di sindaci e partiti. Assisteremo ad un nuovo acceso scontro tra potere (prima destra ora sinistra poco cambia) e cittadini? La Spiaggia D’Oro rivoltellese invece aspetta da un lustro la risoluzione del problema dell’area del ristorante. Scaduta la convenzione con gli albergatori desenzanesi che la gestivano, l’attuale giunta ora uscente ha provato più volte, senza successo, ad affidare la gestione tramite un bando considerato dai più molto limitante, negli orari e nei vincoli di utilizzo, per una gestione ottimale. Nel frattempo il locale è andato in disuso, semidistrutto ed abbandonato, mentre per un breve periodo il gruppo Zanzanù ha pensato di occuparlo per farne un centro sociale autogestito. Che fare di quella struttura è una risposta urgente che i futuri amministratori dovranno dare alle pressanti domande dei cittadini. E dovranno, speriamo, attuare la loro soluzione in tempo breve.

PH Ser Sal

Dal Giornale di Desenzano Speciale Elezioni 2017 

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