La cultura del Noi: tra Passione ed Impegno,
Agri Coop Alto Garda Verde S.A. Onlus
si racconta

| 3 luglio 2023
agricoop capuccini

“Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.” 

José Saramago

Incontriamo Francesco Capuccini, rappresentante di AGRICOOP, attento e severo estimatore del territorio gardesano, grande appassionato di sport ed in particolare di vela, con importanti risultati e riconoscimenti ottenuti anche a livello dirigenziale.

Quanto conta essere radicati nel territorio per rappresentare una realtà Sociale ed imprenditoriale come Agri Coop Alto Garda Verde?

Conta sugli aspetti della motivazione, sul “perché si vuole fare”, specialmente nelle fasi di genesi di un Progetto. Abitiamo un territorio dalle caratteristiche peculiari e portiamo questa unicità nelle relazioni esterne, nella rete dei rapporti interpersonali: il commento di sottofondo degli interlocutori esterni è spesso «siete sempre in vacanza!» seguito da «peccato per la strada!», ma ci viene comunque riconosciuto come valore assoluto l’appartenere ad un luogo ricco di bellezza e di storia. Proprio lo stimolo al recupero delle nostre gloriose storiche radici agricole, ci ha animato quando, da ex studenti in cerca di una collocazione nel mondo del lavoro, sullo scorcio finale degli anni Settanta, tornavamo a specchiarci sulle rive del Garda. Ci interrogavamo sulla possibilità di investire il nostro giovane e vigoroso entusiasmo,nel ripristinare le attività di lustro del passato, attualizzando secoli, beneficiati da un’economia fiorente. Il nostro non era un mero orgoglio evocativo, ma una caparbia fiducia nel “si può fare” molto rafforzato dai pareri contrari di molti per cui era “impossibile fare” per raggiungere un riscontro economico futuro, radicandolo nelle vicende del passato. Allora come oggi, la chiave di volta è dare tempo ad un Progetto come ad una sorta di volano del motore: lavorando con passione alla fase di abbrivio, consente alle potenzialità del Progetto di raggiungere il giusto grado di maturazione.

Nella vostra presentazione, infatti, si legge: “Agri-Coop si inserisce in un solco profondo, scavato da migliaia di mani e tramandato da generazioni di agricoltori, con l’obiettivo di dare alla tradizione una struttura che possa valorizzarla sulla scena imprenditoriale del ventesimo secolo, senza però snaturarla e disperderla”. Come ci siete riusciti?

Concretizzando l’obiettivo in esperienza pratica. Iniziamo col dire che c’è molto interesse verso la nostra realtà. Già dai primi anni ’80 infatti, Agri-Coop ha iniziato a stipulare accordi con Enti ed Istituzioni. La prima Convenzione con il Comune di Brescia è del 1984 per la manutenzione del Verde Pubblico finalizzato all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Abbiamo affiancato l’attività di manutenzione del verde con altre attività, quale il vivaismo nel settore orticolo e poi floricolo. Dopo la gelata che danneggiò gli ulivi gardesani, tra il dicembre 1984 e il gennaio 1985, facemmo tesoro dell’esperienza sperimentale sotto l’egida della nostra Comunità Montana, e con l’ausilio del CNR di Perugia abbiamo fatto radicare talee di cultivar autoctone che abbiamo poi commercializzato presso gli olivicoltori. Abbiamo contribuito a porre un argine alla tendenza di sostituire gli impianti con materiale genetico di varietà proveniente da altri territori, mettendo a disposizione varietà di pregio come la nostra Casaliva, prodotto di mutazioni genetiche secolari e che contribuisce a donare caratteristiche organolettiche di pregiata personalità al nostro Olio Extravergine.

Nei corsi che organizzate con “This is Gargnano – Pro Loco Gargnano” e tenuti da suo fratello Oliviero, descrivete l’Ulivo come “l’albero più maltrattato”. Curiosa definizione. Perché?

Constatiamo con rammarico una diffusa gestione degli uliveti da parte di soggetti che non conoscono le basi del funzionamento organico delle piante.

Potature selvagge umiliano gli alberi e sacrificano alla cesoia l’equilibrio vitale fra Massa ed Energia che si sviluppa dalle foglie.Il carattere molto rustico ed iper-resiliente dell’Ulivo è concausa dell’infierire di vessazioni e maltrattamenti a cui la pianta cerca di reagire come può, ad esempio ripristinando rapidamente una disordinata chioma per rimettersi in equilibrio dopo una potatura aggressiva.Dobbiamo riprenderci il gusto e l’umiltà di osservare le piante, di studiarne il comportamento in natura per riconsiderare le modalità e le tempistiche dei nostri interventi. Spesso osserviamo una sorta di cinico comportamento che porta ad infierire con la motosega, nella fase primaverile del risveglio, quando la pianta sta pescando energia dai propri tessuti, dall’accumulo dei mesi precedenti.

Dobbiamo imparare ad accompagnare la crescita, attivandoci, se necessario, quando l’ulivo è energeticamente in grado di sostenere la potatura che non può mai eliminare quote consistenti dell’apparato fogliare esistente.L’osservazione paziente e lo studio costante ci consentono di conoscere i nostri ulivi nelle meravigliose differenze varietali. Prendiamo ad esempio il Gargnà (riprodotto dai nostri antenati spesso con la tecnica della gemmazione da polloni basali nel nostro territorio): dona un olio incredibilmente fruttato e di grande qualità.Questa varietà ha un portamento particolare molto assurgente, che non si riesce a convertire su fronde più domabili, fruttifica in modo molto alternante negli anni.Insomma, come fanno gli anarchici, ti entra nel cuore ma è sempre più difficile collocarlo stabilmente in uno scenario produttivo economicamente sostenibile.

Nel vostro cuore c’è un posto privilegiato per i Limoni. Nel dicembre 2022 è stato presentato a Gargnano il progetto “Il Garda delle limonaie” che si propone di salvare il patrimonio paesaggistico delle limonaie recuperandone la funzione agronomica. Come?

Si tratta di un progetto importante, sostenuto da un bando della Fondazione Cariplo, che coinvolge pubblico e privato.La Regione Lombardia ha concesso il riconoscimento della qualifica di PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Regione), al Limone (ed anche all’Arancio Amaro, al Cedro ed al Cappero del Garda).Per gestire al meglio l’attività di valorizzazione agronomica e di trasformazione del prodotto abbiamo costituito un Consorzio fra le Cooperative interessate a questa attività. Insieme alla nostra Agri-Coop abbiamo la Cooperativa Agricola Latteria Turnaria di Tignale e la Cooperativa Agricola Terre & Sapori di Gargnano. La nostra Cooperativa si occupa principalmente dell’attività produttiva e le altre Cooperative del Consorzio della delicata attività di Trasformazione del prodotto conferito.Non costruiamo rapporti solo con proprietà di Limonaie storiche rilevanti come quelle del Comune di Gargnano e del Comune di Toscolano o dei Conti Bettoni di Bogliaco, ma anche di altri proprietari di tutto l’Alto Garda Bresciano che contattiamo e con cui stipuliamo poi un accordo pluriennale di manutenzione ed impianto.Si procede poi a ripulire la Limonaia da eventuali rovi ed arbusti, a ripristinare le vie d’acqua, e piantumare con nostre varietà tradizionali.Viviamo in tempi di cambiamento climatico e l’allentamento delle rigidità invernali ci consente di abbandonare le tradizionali e costose strutture di ricovero in favore di “castelli” sviluppati attorno alle piante, riparate da fasciature di “tessuto non tessuto”. Dove è possibile, ristrutturiamo e ricostruiamo i “caselli” delle limonaie, antiche torrette per il deposito delle attrezzature, con funzione anche turistico-residenziale, valorizzando economicamente e paesaggisticamente il nostro territorio.La commercializzazione, anche on-line, della produzione avviene in Consorzio grazie alla Coop.va Latteria Turnaria di Tignale e la Coop.va Terre & Sapori di Gargnano, e riguarda confetture, estratti e derivati che, grazie alla Certificazione, consentono al consumatore di identificare l’origine della materia prima ed ai turisti di “portarsi a casa” profumo e sapore del nostro Territorio.

Fa piacere ascoltare il racconto di Francesco Capuccini, i cui tanti lustri di attività sul campo non ne hanno corroso la passione che si esprime nella generosità del tempo e delle argomentazioni.Prima di darci appuntamento ad un prossimo incontro, anche con altri storici alfieri Rappresentanti della Cooperativa e del Consorzio, riavvolge il nastro della storia a monte, quando la produzione degli agrumi gardesani è andata scomparendo. “Ritengo che l’origine del declino si possa circoscrivere principalmente alla scoperta dell’Acido Citrico (utilizzato come aroma e come conservante di cibi e bevande) da sintesi chimica, produrre la vitamina C senza limoni naturali, ha abbattuto sensibilmente la richiesta di Limoni. Si aggiungano fra le cause di decadenza della produzione le conseguenze dell’Unità d’Italia, che consentì l’abbattimento delle barriere doganali fra gli antichi Stati della penisola, ed il successivo impianto della rete ferroviaria che permetteva il rapido trasporto verso i mercati del nord d’Italia e d’Europa dei limoni, prodotti nel meridione, dove le più favorevoli condizioni climatiche consentivano di contenere i costi di produzione. Le malattie come la gommosi del limone non hanno fatto che accelerare un crepuscolo annunciato”.

Anna Dolci

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