ISTRUZIONI DEL VIVERE A META’

| 24 ottobre 2013
padre-e-figlio

Maurizio Quilici nel “Manuale del papà separato” esplora l’universo del distacco familiare, dalla parte del padre, in relazione alle esigenze dei figli dopo il trauma della separazione. Per un vademecum comportamentale consigliato ad entrambi i genitori separati e non.

Incubi da separazione. Versione maschile. Giungla complessa di sentimenti, assopiti dal ménage, che riesplodono nella virulenza desolante del distacco forzoso. Sensazioni evocative di problematiche che ribaltano angosce su chi sta a guardare. Senza capire. Senza fiatare. Senza argomenti adulti nei quali confidare. Perché la categoria è quella di figli. Il “Manuale del papà separato” di Maurizio Quilici – Datanews 2012 – sollecita stimola risposte in questo contesto angoscioso rinforzando nel sottotitolo la strada possibile sul “Come affrontare (e far superare ai figli) il trauma della separazione”. Quilici, giornalista, già caporedattore dell’ANSA, specialista in Mediazione Familiare ed autore di numerosi saggi (tra gli altri “Il Padre Ombra”Giardini 1988 Premio per la cultura della Presidenza del Consiglio, “Onora il Padre e la Madre” – Bompiani 2001, “Storia della Paternità – Fazi 2010) inerenti a queste tematiche, fin dalla tesi di laurea (Giurisprudenza, materia, Criminologia, argomento, la deprivazione paterna) ha sviluppato una particolare sensibile esperienza del formulare risposte esaustive a riguardo. Così la formula manualistica, ben si confà al divenire delle domande dalla parte del padre. Ovvero da quella che, nelle note introduttive del volume viene definita, visto che l’allontanamento dalla famiglia riguarda quasi sempre la figura maschile, “la parte debole.. investita da problemi legali, psicologici, affettivi, relazionali ed economici..”. Per una visione, rivedendo il calibro semantico del termine, non di parte, ma piuttosto di orizzonte che, dalla mascolina luce della sicurezza convenzionale, improvvisamente si trasforma in smarrimento, solitudine, fallimento. In un tour spericolato dentro l’angoscia dello spirito contaminata, al limite dell’ossessione, dall’affanno materiale della quotidianità che incombe e obbliga alle decisioni ed alle scelte. Quale avvocato. Che tipo di affidamento. E come spiegare il distacco. Per una lettura/riflessione pro domo soluzione, ad invito di padre, non escludendo l’attenzione di madre. Sullo sfondo il primo piano teneramente ingenuo dei figli. Nell’antitetica figura rappresentativa di un futuro da vivere a metà, ma nel miglior modo possibile.

Desenzano e i ricordi di prima infanzia: UN VISSUTO IN RIVA AL GARDA. Il giornalista e scrittore romano abitò in riva al Garda da un anno fino ai quattro/cinque.

Maurizio Quilici e Desenzano del Garda “Ci ho vissuto da un anno fino ai quattro/cinque – racconta con piacere ed emozione l’autore di “Manuale del Papà separato” (Datanew Editore – 15 Euro – 299 reperibile su ordinazione, oltre che nelle maggiori librerie italiane, Mondadori, Feltrinelli, IBS e simili) – ho nitido il ricordo della scuola materna che frequentavo, del lago che stavo ad osservare dalle finestre di casa , sopra la concessionaria FIAT dei signori Ferrari, delle passeggiate con mia madre e la mia sorellina sul molo del lago. E naturalmente dell’Hotel Barchetta e dei giochi con Pimpy, soprannome di Mariangela Belloni, figlia dei proprietari dell’albergo”. Un’esperienza di vita infantile che Quilici non ha dimenticato. “Quando mia figlia aveva 14 anni – ricorda ancora il giornalista e scrittore – organizzai un viaggio di parecchi giorni io e lei da soli (cosa che consiglio vivamente a tutti i padri con un figlio/figlia di quell’età), in auto nell’Italia del Nord. L’itinerario comprendeva naturalmente Desenzano, che fu una tappa obbligata.” L’augurio è di un ulteriore e gradito ritorno in riva al lago.

a cura di Lucrezia Calabrò

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