Intervista a Tony Palmer

| 15 dicembre 2015
tony palmer

Documentari che non istruiscono ma interrogano. Biografie tanto più veritiere quanto più soggettive. Opere cinematografiche superbamente intelligenti perché guidate da attrazioni e repulsioni. L’inglese Tony Palmer è il più grande regista al mondo di film riguardanti la musica.

Più di cento titoli, dai Beatles a Richard Wagner, passando per Frank Zappa, Maria Callas, Jimi Hendrix. Oltre quaranta premi internazionali, dodici medaglie d’oro del New York Film Festival, ha lavorato con attori del calibro di Laurence Olivier, Richard Burton, Vanessa Redgrave, Ben Kingsley, Peter Sellers; rare e splendide incursioni nel mondo operistico, vitale e curioso come un bambino. I suoi ritratti di Shostakovich, Rachmaninoff, Stravinsky sono uno sguardo profondo e poetico sull’universo ancora misterioso della «Madre Russia». Quale marchio distintivo, quale radice profonda, ha colto nell’arte sovietica? «Che domanda complicata! Gli artisti russi, e i compositori in particolare, parlano sempre con sincerità, scoprono la propria anima. Sono i più eloquenti e sinceri testimoni del loro tempo. Shostakovich, per esempio, ci svela dell’Urss staliniana più di un centinaio di libri di storia. Niente come la sua musica descrive il Ventesimo secolo. (Tranne Stravinski, l’altro lato della medaglia). Eppure è un buco nero insondabile. Mentre giravo “Testimony”, nel 1986 la vedova di Shostakovich mi chiese: “Mi dica, signor Palmer, c’è qualcuno, là in Occidente, che esegue la musica di mio marito?”». I Suoi film ci emozionano e ci interpellano. In quali miscele combina suoni, immagini, parole? «Tutto inizia con la musica. I compositori, attraverso quanto scritto sul pentagramma, ci raccontano sempre qualcosa: descrivono il mondo in cui vivono, si mettono a nudo, giudicano la politica del tempo e le reazioni del popolo. In quello che giunge alle nostre orecchie c’è già dentro tutto». Ha definito Rachmaninoff «la voce del dolore». Prevale in lui la malinconia o la potenza? L’abbondanza o la tenerezza? «Rachmaninoff ci parla della solitudine e dell’esilio. Ne ho discusso col nipote Alexander negli anni ‘90, incontrato nella villa del nonno a Lucerna. Per la realizzazione del mio film, mi ha messo a disposizione un baule pieno di lettere del progenitore, sconosciute in Occidente; poi mi ha accompagnato nella dacia di Ivanovka, a 600 chilometri a sud‒est di Mosca, abitata da Sergej fino al 1917. Ho intuito da dove nascono le sue melodie indimenticabili, tristi e felici in egual misura, che paiono non finire mai. Nel cuore del Novecento sembrava un dinosauro, invece era “oltre” ogni moda, eterno eppure attuale. Il pubblico non ha mai smesso di amarlo. Il lusso di cui si è circondato in America, non gli ha tolto dall’intimo drammi e ipocondrie: solitario, sradicato, straniero ovunque. Russo fino al midollo: “La musica deve esprimere il paese di nascita del compositore, i suoi amori, la sua religiosità, i libri che lo hanno influenzato, le pitture che ama”, diceva. Passionalità unita a pragmatismo. Un aneddoto rivelatore. Avevo l’ordine di non parlare col nipote del film “Shine”, ma dopo alcune bottiglie di Aigle, un delizioso vino bianco svizzero, mi è scappato: “Che ne pensa di Shine?”. “Lo odio ‒ ha replicato Alexander ‒ però mi ha fatto guadagnare un sacco di soldi”». Cosa ricorda dell’assidua frequentazione del vecchio Stravinski? «Vitalissimo. Alternava trasfusioni di sangue e colossali bevute di whisky. Non aveva perso un grammo della sua prodigiosa energia e del suo proverbiale umorismo. “Sono un compositore, vivo solo per questo. Amo scrivere musica, più della musica stessa. Sono a mio agio nelle difficoltà del comporre e godo di ogni difficoltà. Aspetto, come un insetto. E’ tutta la vita che aspetto”. Prima di un volo gli controllarono il passaporto. “Compositore?”. “No ‒ rispose ‒ inventore di musica”. Profondamente religioso. “La musica prega Dio ‒ ripeteva. Credo nel Signore e anche nel Diavolo. Il canto dei preti ortodossi è sempre stato presente nella mia mente».

Tags: , , ,

Commenti

Salvato in: PERSONAGGI
×