Intervista a: Gianni Morandini

| 4 ottobre 2005

UNA VITA ILLUSTRATA

Classe 1971, veronese, formazione Palladio (Istituto tecnico di Design), è lui in carne (poca) ed ossa (decisamente), o meglio pennino e foglio a stuzzicarci, puntuale ogni mese, con le sue sagaci vignette.

Appassionato di illustrazioni e di fumetti, Gianni Morandini è oggi un talentuoso art director, lavora con entusiasmo costante da 5 anni in una delle più apprezzate adv venete, ha vinto numerosi concorsi pubblicitari, ma in lui batte ancora un cuore adolescente che si è nutrito a suon di strisce e bozzetti.

Quali sono i tuoi miti? Giorgio Cavazzano, Nizzoli, Manara, Juan Gimenez nel fumetto. Per quanto riguarda l’illustrazione, dipende molto dal periodo e dall’umore che ho in un dato momento. Però ho sempre adorato la freschezza, lo humour e la tecnica di Norman Rockwell. Un nome su tutti e che comprenda tutto? Sicuramente Andrea Pazienza: senza dubbio il più grande, geniale, acuto, completo e graffiante artista che mi sia mai capitato di vedere. Passava da una tecnica all’altra con una naturalezza ed un talento incredibili. Come aveva la presunzione di dire, sapeva disegnare qualsiasi cosa con qualsiasi cosa. E, aggiungo io, se lo sai fare addirittura con i pennarelli che trovi al supermercato, allora puoi avere davvero qualcosa da insegnare.
Disegnare paga? Purtroppo il fumetto in Italia è visto ancora come una forma d’arte minore e collegato troppo spesso al mondo dei bambini. Sono pochi i disegnatori che riescono a vivere solo di questo. Nascono di continuo nuove testate e con la stessa velocità muoiono sugli scaffali delle edicole per non tornarvi più. Per l’illustrazione il discorso è diverso: il pubblico italiano è più disposto ad accettarla e il mezzo espressivo in sé offre maggiori sbocchi ed impieghi, anche lavorativi, rispetto al fumetto.
L’illustrazione italiana gode di buona salute? Credo di sì. Osservando alcune recenti campagne pubblicitarie, ho notato un buon utilizzo dell’illustrazione e a farlo sono brand di primo piano, enti pubblici, in modo spesso intelligente ed elegante.
Chi ha come te il dono del saper disegnare, che strade può intraprendere? Ci sono diverse scuole in Italia sia per il fumetto che per l’illustrazione, esposizioni dove presentare i propri lavori, agenzie e case editrici alle cui porte poter bussare. Osservare tutto e tentare di rappresentarlo nel proprio modo, poco importa che si tratti di cinema, letteratura o le ricette della nonna. La cultura è sempre la miglior matita. Peccato non sia in vendita
Si può definire l’originalità di un tratto ? Se sì, come? Credo l’originalità sia un punto di vista. Possiedo un “bestiario” di Pazienza, dove moltissimi animali sono appena abbozzati con un tratto di pennarello nero. Eppure c’è l’agilità del giaguaro, la forza del gorilla, l’attesa del falco prima della caccia … Credo che oramai molta originalità sia frutto di studi a tavolino più che figlia del bisogno di esprimere. Puoi disegnarlo come vuoi, ma il giaguaro è agile, il gorilla forte e il falco attende prima di attaccare.
Del Giornale Dipende ti piace… La varietà degli argomenti trattati, gli incontri e gli appuntamenti che propone. E’ un giornale sui generis e questo è sempre un bene, no?
Progetti futuri? Esplorare più a fondo e capire le reali potenzialità dell’illustrazione digitale. Inoltre sto lavorando sul progetto di un evento dedicato agli illustratori veronesi. Vi terrò aggiornati…

Di: Elena Pellegrini

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