Desenzano: Mostra sul paesaggio 1993

| 1 aprile 1993

IL LAGO CHI GUARDA Mostra e dimostra

Dici paesaggio e subito il pensiero corre alle vedute veneziane del Canaletto, alla campagna di Arles e di Auvers, dove Van Gogh dipinse il campo di grano con i corvi neri in cielo, le colline toscane dei Macchiaioli. Già, è proprio vero. Il Garda ha ispirato i più famosi scrittori e pensatori: Byron, Joyce, Ezra Pound, Thomas Mann e tanti altri. Ma si fa davvero fatica ad individuare nel panorama della pittura, dall’antichità almeno fino al XIX secolo, tele dedicate al più grande lago italiano ed al suo paesaggio. Non mancano, intendiamoci, ma ha ragione il prof. Giovanni Stipi nel sostenere che il Garda è stato dipinto solo nel novecento e che quindi la sua scoperta coincide con l’avvento del turismo.Per questo assume maggior importanza la mostra che il Comune, assessorato alla cultura, ha voluto dedicare al paesaggio del Garda, evoluzione di un mito. La rassegna allinea 80 fra tele, stampe, acquarelli e disegni e rimarrà aperta fino a metà maggio. Rappresenta un’occasione culturale di notevole rilievo centrata su un aspetto del tutto particolare del nostro lago. Ed è appuntamento da non perdere. Non solo per constatare qual è stato il mutamento del paesaggio di una delle zone piu’ belle forse nel mondo. Per “vedere” ad esempio, cosa poteva ammirare Camille Corot guardando il lago a Riva o dalla stazione di Desenzano. Insomma una scelta anche “politica” del tema che rende ancor più stuzzicante l’appuntamento. Che si apre con la riproduzione (fortunosamente recuperata) della crocefissione di Giovanni Bellini del 1470 con il paesaggio del deflusso del Mincio dal lago. Il Garda fa da sfondo nel Seicento a tele del cav. Andrea Celesti, particolarmente attivo sul lago. Fra il Cinquecento e Seicento risultano molto rare le “vedute”: ne vengono presentate due di Salò. La vera scoperta del Garda da parte degli artisti si ha nell’Ottocento. Corot, innanzitutto. Poi molti artisti italiani: il veronese Dall’Oca Bianca, Luigi Basiletti, Giovanni Renica (entrambi bresciani) e altri. La rassegna desenzanese ha il pregio di presentare molti inediti, incluse tre tavole a carboncino dedicate alla pesca. In quelle ottanta opere si riconosce il vero paesaggio del lago. Guardino con attenzione desenzanesi e gardesani.

Ennio Moruzzi

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