IL GIOVEDI’ DI MEZZAQUARESIMA

| 1 febbraio 2006

Con il termine Mezzaquaresima o “Gioedé de la écia” viene indicato il giovedì antecedente la terza domenica di Quaresima o in alcune zone la quarta per una diversa scansione del periodo di penitenza prima della Pasqua.Questa ricorrenza non ha nulla a che fare con scadenze liturgiche ma si rifà ad antiche usanze profane e spesso viene scambiata con il giovedì grasso che corrisponde invece all’ultimo giovedì prima delle Ceneri.In molte zone per celebrare questa giornata è consuetudine bruciare fantocci di paglia, cartone o stracci dalle vaghe sembianze di una vecchia. A questa usanza possono essere attribuiti svariati significati tra cui scacciare l’inverno con il suo fardello di malanni, la miseria, il male, interrompere il triste periodo quaresimale, allontanare le persone sgradite e il fatto che abbia l’aspetto di una vecchia si può far risalire al rogo delle streghe nel periodo medioevale. Prima del rogo vero e proprio è usanza processare la vecchia e durante questo acceso dibattito si coglie l’occasione per trattare problemi di attualità ma anche per schernire e ricordare sottoforma di satira episodi significativi e personaggi locali.A tutt’oggi vari paesi del bresciano tra cui Desenzano, Gardone Riviera, Limone, Lonato, Gardone Val Trompia, Castel Mella, Acquafredda, Borgosatollo, Orzinuovi, Carpenedolo, Angolo, Cevo, Cedegolo, Malonno e Ponte di Legno conservano questa tradizione e la mettono in atto ognuno con modi e caratteristiche differenti. In alcune località oltre al rogo si legge il testamento satirico della vecchia, in altre la serata viene allietata anche da giochi popolari, dalla recita di versi scanzonati a volte anche crudeli, il tutto sempre contornato da canti, balli e grandi mangiate di frittelle e prodotti tipici, in netto contrasto con l’austerità del periodo quaresimale.

Di: Marina Fontana

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