I dolci della tradizione IL PANE DEI MORTI

| 1 novembre 2006

Chi non è di queste parti e non è a conoscenza dell’antica usanza, rimane non poco esterrefatto nel trovare in vetrina, fra le fragranti brioches alla marmellata o alla crema, in mezzo agli innocenti tortini alla ricotta o alla cioccolata, il pane e gli ossi dei morti.
Non si tratta di un dilagante attacco di necrofilia che puntualmente ogni novembre affligge pasticcerie e fornerie della Lombardia e non solo, bensì una forse macabra, ma di certo squisita tradizione culinaria che affonda le sue radici in rituali del passato.
Il pane, si sa, è un simbolo carico di sacralità. Si narra che venisse offerto anche dopo i funerali per spirito caritatevole o come gesto di condivisione. Nella notte che precede il giorno dedicato ai morti, i panettieri sfornavano di gran lena questi lugubri dolcetti che, di mattina, avrebbero ricevuto l’uvetta passa per coprire i forellini fatti dalle falangi ossute dei defunti, intenti nella notte a far man bassa dei pani a loro solo nominalmente dedicati. Essi sono di tradizione in diverse regioni italiane, come per l’appunto la Lombardia, la Liguria, il Piemonte, la Sicilia e la Toscana, dove li chiamano anche Pan dei Santi, ma ad osservarli bene, per il colore, la forma e la consistenza, pesante e densa come tutto ciò che è prosaicamente terreno ed umano, rievocano con assoluta forza le povere spoglie di noi mortali.Per non parlare degli oss dei mort, biscottini duri speziati con i chiodi di garofano e cannella, simpaticamente accompagnati da del buon vin santo (tanto per rimanere in tema). In fondo l’uso di condividere o di offrire pietanze di vario genere ai congiunti non più in vita ha larghissima diffusione e risale alla notte dei tempi, nei riti funebri di tutte le culture e, in particolare nelle società agrarie, è una forma molto sentita di commemorazione dei defunti. Si banchettava vicino ai luoghi di sepoltura per comunicare all’aldilà la gioia del convivio .”Festeggiare” in qualche modo i morti è alla base della cultura pagana ed è del tutto naturale che rimanessero delle tracce un po’ ovunque in Italia. “Chi muore il mondo lascia e chi vive se la spassa” recita un proverbio tanto cinico quanto, talvolta, veritiero.
Sacro e profano, culto devoto o superstizione, pensatela come preferite, resta di fatto che è buona cosa coltivare certe tradizioni e qualcosa di quasi perduto, di ancestrale e lontanissimo, sepolto non nella nuda terra, ma dentro ciascuno di noi si risveglia e ripete con gesti antichi e moderni ciò che gli avi fecero molto, molto tempo prima.

Ricetta del Pan dei morti:

Briciole di biscotti, amaretti o savoiardi o biscotti secchi gr 500
zucchero gr 300
farina bianca gr 250
uvetta gr 125
mandorle macinate gr 100
lievito in polvere gr 6
4 albumi
vino bianco o succo di frutta
fichi secchi gr 125
cannella in polvere e zucchero a velo

Ammorbidire l’uvetta nell’acqua tiepida, ridurre in polvere le mandorle, tagliuzzare i fichi secchi.Pestare i biscotti riducendoli in farina, unire la farina, l’uvetta asciugata, i fichi secchi, le mandorle ridotte in polvere, lo zucchero, la cannella due cucchiaini, il lievito. Mescolare gli ingredienti fare la fontana aggiungere gli albumi e impastare aggiungendo vino bianco o succo di frutta. Per avere una giusta consistenza lavorare per 10 minuti e ricavare dei panini allungati. Accomodateli su una placca da forno foderata di carta forno e sotto ad ognuno porre un’ostia. Mettere in forno caldo a 180° per 10 minuti. I panini saranno pronti quando spezzandone uno si vedrà l’interno secco. Spolverizzare con zucchero a velo.
Nell’impasto si può aggiungere del cacao.

Di: Elena Pellegrini

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