Gussago (Bs) LA RESISTENZA A BOTTICINO

| 13 ottobre 2005

Il teatro che tramanda la nostra storia

L’attore Roberto Capo prosegue nella sua “missione” con il monologo Lì alla fratta dedicato ad un episodio della Resistenza avvenuto nel bresciano. 

Il 28 ottobre 1944 alla Fratta, località nei pressi di Botticino, morirono uccisi dai fascisti tre giovanissimi partigiani: Beniamino Cavalli di Castrezzato, Francesco Di Prizio di Iseo e Giuseppe Biondi di Livorno, tutti della 122° Brigata Garibaldi. Questo il fatto che ci racconta, nei dettagli e nei retroscena, Roberto Capo, nello spettacolo teatrale Lì alla Fratta, scritto ed interpretato dall stesso Capo con la regia di Sergio Mascherpa, ed inserito in Pressione Bassa, la stagione teatrale della Bassa Bresciana. Roberto Capo trasforma la sua passione e l’interesse coltivato da sempre per la Resistenza in uno spettacolo teatrale di forte impatto emotivo, supportato dallo studio storiografico. L’eccido dei tre partigiani è infatti raccontato nel libro di Fabio Secondi Memorie della Resistenza a Botticino da cui è tratto il monologo. Roberto Capo considera come una “missione” proseguire a tramandare queste storie, dato che purtroppo i testimoni oculari sono destinati a non esserci più. Ed il teatro è certo un mezzo eccezionale, non solo per ricordare il fatto storico in sé, ma anche per trasmettere quel coinvolgimento emotivo che ci fa capire meglio, in questo caso, la tragedia quotidiana di quegli anni, ed in particolare della Resistenza. Il racconto di questo eccidio dà l’occasione a Roberto Capo di riflettere più in generale sul significato e il valore, intramontabile, della resistenza. E gli spunti di riflessione, gli interrogativi sollevati da un simile spettacolo sono molti, e soprattutto, sono, grazie al teatro, alla portata di tutti, anche dei giovani e gli studenti, che a volte, sui libri, sono più interessati al voto dell’interrogazione che ad affrontare con spirito critico le dinamiche della storia. Ma il teatro, i sentimenti, non lasciano altra possibilità: quando si apre il sipario tu sei dentro quella storia, e se vivi le ultime ore di tre giovani partigiani che lottavano per la libertà (che è diventata la nostra libertà di oggi) e per una società più giusta di quella che aveva portato alla rovina il Paese, non puoi fare a meno di essere con loro, in quel 28 ottobre 1944. “La memoria del passato è importante per non commettere gli stessi errori”, dice Roberto. Questo spettacolo, può essere strumentalizzato da un punto di vista politico, ma a Roberto non interessano queste discussioni. Mi dice anche che in quegli anni gli sarebbe piaciuto essere un partigiano, anche se in certe situazioni ci si deve trovare, per capire quanto dure sono state le scelte di quei ragazzi. Chissà, forse, avrebbe continuato, per esempio, a lavorare alla OM, senza dire niente. L’altro forte interrogativo che, dice Roberto, sorge spontanteo da uno sguardo a questo lavoro artistico ma anche storiografico, è “Si possono mettere sullo stesso piano i morti dei partigiani e i morti della Repubblica di Salò?” E’ un interrogativo di grande attualità. Roberto dice “solo” che qualcuno è morto, e ha anche ucciso, per la libertà. E’ importante che tutti abbiano gli strumenti per farsi queste domande e rispondersi. Anche uno spettacolo come questo contribuisce a diffondere la conoscenza. Questo spettacolo piace, proprio per l’immediatezza del linguaggio e per la forza del messaggio, a tutti. Roberto porta da due anni questo spettacolo in giro per la provincia, anche e soprattuto nelle scuole, medie e superiori, dove riscuote successo. I ragazzi delle scuole chiedono alla fine a Roberto “Ma sono davvero tutte vere queste cose?” hanno assistito ad un racconto duro, fatto di tradimenti, di partigiani che si uccidono tra di loro, di fascisti, di guerra, di tragedie che si consumavano ogni giorno e che sembravano non avere fine. Studiata sui libri, la storia forse sembra meno vera ad alcuni.. forse grazie al teatro aumenterà la voglia di indagare sui fatti della nostra storia, perché si comprenda meglio anche l’attualità. Roberto è fiero di poter dare il suo contributo affinché quel pezzo della nostra storia non sia dimenticato. Gli ex-partigiani lo hanno ringraziato per il suo lavoro. 

Lo spettacolo Lì alla Fratta, è previsto per Giovedì 27 ottobre alle ore 21, a Gussago nella Sala civica Togni, ingresso libero.
Anche a Gussago, il 28 ottobre 1944 morirono uccisi dai fascisti altri giovanissimi partigiani della Brigata Garibaldi. Erano ragazzi come tanti (come quelli che assisteranno a questo spettacolo), ragazzi che hanno voluto analizzare la realtà in cui vivevano, e hanno fatto una scelta che ha cambiato la loro vita, e la nostra. 


Di: Giovanni Peli

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