GIUSY VERSACE campionessa paralimpica

| 27 novembre 2013

 

 

Il sorriso è ciò che immediatamente colpisce di Giusy Versace. Aperto, sicuro e coinvolgente come può esserlo solo quello di una persona sicura e risolta. Giusy Versace ha perso entrambe le gambe in un gravissimo incidente 8 anni fa. Un evento terribile, che ha sconvolto la sua vita di giovane ragazza in carriera nel mondo della moda milanese. L’ha sconvolta, ma non l’ha distrutta. Il dolore e l’angoscia presto hanno lasciato il posto alla voglia di farcela, di risalire la china, e cominciare così una nuova vita. Oggi Giusy Versace è una campionessa di atletica paralimpica, è impegnatissima nel sociale, con la onlus di cui è presidente, “Disabili no Limits”, ha scritto anche un libro, “Con la testa e con il cuore si va ovunque” (Mondadori edizioni). Sport, volontariato, scrittura, tre tasselli che compongono il mosaico di una vita davvero piena: “Il libro che ho scritto lo considero più un diario, perché per me la scrittura è stata un fatto terapeutico. – ci confida Giusy Versace – Mettendo insieme tutti questi anni dall’incidente, mi sono resa conto forse per la prima volta di quanta strada ho percorso. Mi piace pensare che questo libro finisca nelle mani di persone che si sentono sfiduciate nei confronti della vita. Spesso ci si scoraggia troppo presto, per delle cose banali, e allora il mio messaggio è: se ce l’ho fatta io, senza due gambe, ce la possono fare tutti. Il volontariato mi dà la carica. Sono andata a Lourdes un anno, per un voto, e lì ho capito che avrei dovuto fare qualcosa per gli altri. Paradossalmente l’ho fatto per egoismo, perché far del bene agli altri fa stare bene innanzitutto me stessa. La onlus nasce per aiutare le persone disabili economicamente svantaggiate, perché se è vero che la tecnologia nel campo delle protesi ha fatto passi da gigante, è vero anche che certi mezzi sono costosi e lo Stato purtroppo non fornisce un supporto adeguato. Lo sport mi fa sentire viva. Io non ero un’atleta, andavo semplicemente in palestra, facevo spinning, mi piaceva giocare a tennis. Oggi non posso più farlo, però ho imparato a guardare alle cose che ancora posso fare. Ho scoperto che potevo correre, e allora, un po’ per sfida, un po’ per ripicca, perché tutti dicevano che non sarei stata in grado, ho iniziato. Oggi continuo a farlo non tanto per le medaglie, perché la mia medaglia credo di essermela già conquistata, corro perché mi diverto, perché mi sento libera, perché ho passione. E corro anche per chi non lo può fare, per lanciare un messaggio a chi sta chiuso in casa, su un divano, a piangersi addosso. Le cose brutte capitano a tutti nella vita, però bisogna reagire, avere coraggio. Bisogna vivere, godere di tutto, anche di ciò che può sembrare scontato, come una bella giornata di sole.”  

Oggi Giusy Versace va nelle scuole e ovunque si abbia la voglia di ascoltare la sua storia: “L’obiettivo principale per me è che si crei integrazione, soprattutto nel mondo della scuola, dove è facile sentirsi diversi, a volte anche solo per un lieve difetto fisico, figuriamoci per una disabilità. Quello che oggi voglio raccontare ai ragazzi è che dietro alla disabilità c’è dolore, sofferenza e fatica, e loro devono essere pronti ad aiutare e supportare, perché sono il futuro ed è da loro che bisogna ripartire per costruire una società più accogliente”.

 

Incontro alla Scuola elementare Sant’Angela Merici per il progetto scolastico “Rigo Dritt”, che ha lo scopo di presentare ai bambini personalità positive, veri e propri esempi di rettitudine. 

Paola Russo

 

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