Gioco di sponda: Garda Veronese batte Garda Bresciano
I dati provvisori Istat sul movimento complessivo del turismo in Italia nel 2022, rivelano che rispetto al 2021 vi è stato un aumento degli arrivi del 17,4% e del 143,1% delle presenze. E sulle province del Garda?
“Ciò che è trino è perfetto e divino”, ricordava la nonna, affacciata sulle reminiscenze di antiche catechesi. Se il bacio del divino è rintracciabile lungo l’intero perimetro benacense, la perfettibilità del sistema pluriregionale è una strada a tornanti, con vista sui dirupi della globalizzazione dell’offerta turistica e della sostenibilità dei flussi sui territori ospitanti. L’ultimo “Rapporto sul turismo italiano 2020-2022” del CNR-IRISS conferma l’attrattività delle sponde gardesane, seconde solo alla riviera romagnola per arrivi in Italia e medaglia di bronzo per presenze, dietro sempre alla riviera romagnola e alle coste venete. I numeri aggregati dei ricercatori risentono palesemente della crisi pandemica ( -53% degli arrivi e -55% delle presenze nel 2020 sul 2019) che tuttavia non ha eroso il peso del Benaco sulla bilancia del settore turistico italiano. La rilevazione sul 2022 degli operatori turistici gardesani parla di 27 milioni di presenze: giusto per avere un termine di paragone, l’Enit ha contato 14 milioni 700 mila presenze nelle strutture ricettive dell’intera Sicilia. Secondo gli ultimi dati annuali disponibili del 2021, la bandiera lacuale del Trentino è di Riva del Garda, con quasi un 1 milione 200 mila presenze, in Veneto svetta Lazise che lambisce i 3 milioni di presenze ed in Lombardia la parte del leone la fa Sirmione che arriva al milione di presenze e le supera ampiamente nel 2022. Il consorzio Lago di Garda Lombardia esulta infatti per i numeri del 2022, con 7 milioni e 900 mila presenze, pari al 30% circa dell’intero bacino gardesano, ma annota un ritardo sulla permanenza media di 3 giorni nel bresciano a fronte del dato gardesano pari a 4,5 giorni. E qui vale la pena imbastire un minimo di ragionamento, tra l’empirico e il teoretico. Demoskopika ha pubblicato per il sesto anno il Regional Tourism Reputation Index ed ha assegnato il podio del 2022 al Trentino-Alto Adige, regione con la migliore reputazione turistica, grazie al primo posto quale destinazione “più social d’Italia” ed al secondo posto quale offerta ricettiva con il gradimento più elevato da parte dei turisti/consumatori. “Cresce la voglia di vacanza consapevole – ha spiegato Raffaele Rio, presidente di Demoskopika – da parte del mercato nazionale e internazionale. La scelta della destinazione è sempre più condizionata da un flusso continuo di informazioni, positive o negative, condivise principalmente sul web. Per questo la reputazione online è fondamentale, e può fare davvero la differenza soprattutto dopo un periodo così difficile per il turismo, caratterizzato ora da una lenta ma costante ripresa”.La crescita del gradimento turistico si radica sulla combinazione di diversi fattori che vanno dal miglioramento dell’offerta alberghiera e ricettiva, anche sull’asse qualità – prezzo, dal confezionamento di proposte customerizzate sui diversi target di clientela, alla vivacità del mercato immobiliare, inteso come recupero e valorizzazione del patrimonio esistente, e, non ultimo, al sostegno delle realtà agricole e artigianali ed all’organizzazione di molteplici eventi di richiamo, anche a carattere continuativo e pluriennale. La sponda veronese, con il suo ufficioso +5 % di turisti sul 2019, sembra meglio interpretare l’evoluzione verso un sistema ad offerta Multipla e destagionalizzata: la Federalberghi Garda Veneto parla del 50% di strutture fruibili anche nel periodo invernale, sostenute dall’offerta di proposte ludico-culturali, rimarca la crescita degli investitori stranieri, tedeschi e austriaci, e italiani, in particolare altoatesini e lombardi, saluta il ritorno dei flussi da Oltre Manica, con un 12% di inglesi sul totale delle presenze. Si aggiungano poi i progetti di viabilità a tutti i livelli, dall’estensione delle piste ciclabili, alla costruzione del casello autostradale A4 di Castelnuovo del Garda, con il collegamento alla bretella per Affi, che si affianca al prossimo arrivo del treno ad alta velocità. Giocare di sponda è sfruttare l’effetto prodotto dall’urto della boccia delle buone pratiche su tutte le sponde del Benaco, un’unica enclave fra tre regioni che deve fare sistema per darsi prospettive di crescita sostenibile, partendo dalle comunità locali. Intervistato dalla stampa locale, il Sindaco di Bardolino racconta che “è in corso una riqualificazione dell’offerta turistica che vede al centro il wellness e anche il “turismo lento”, spesso cercato dal turista straniero: abbiamo cento chilometri di sentieri nell’entroterra e un progetto preliminare per collegare tra loro le ciclovie del Garda e del Sole”. Così anche il suo collega di Torri del Benaco: “il riordino del paese era fermo da venti anni: abbiamo cantieri aperti come quelli di Lido Bagni, del porto, della ciclopedonale e anche per la realizzazione di nuovi parcheggi, le strutture turistiche e le seconde case migliorano, cresce in generale la qualità di vita e di offerta turistica”.
Il punto nodale è questo: la crescita della qualità della vita. Ottimizzando gli investimenti per l’attrattività turistica e la ricchezza prodotta dai flussi di pernottamento e di passaggio, è possibile elevare il benessere dei residenti che potrebbero disporre di una più ampia offerta di servizi strutturali, commerciali e culturali. La viabilità potrebbe trovare soluzioni diversificate e sostenibili, potrebbero sorgere indirizzi scolastici a sostegno delle professioni vocate del territorio, le realtà museali ed espositive, pubbliche e private, potrebbero fare rete e aprirsi all’accoglienza serale, con eventi tematici, ludici ed enogastronomici. I centri storici accoglierebbero festosi il ripopolarsi delle vetrine polverose da lustri di serrate, le rinnovate tinteggiature su facciate scrostate dal tempo e dall’ignavia, la ricollocazione in spazi fruibili e luminosi dei servizi alla persona, l’appropriazione delle piazze e dei giardini da parte di un pubblico non pagante di suonatori, teatranti, produttori, artigiani, artisti e saltimbanchi. Insomma, in uno slogan: il nostro turismo, la nostra Vita.
ANNA DOLCI
Commenti